Cleo Smith, il sequestratore seguiva i genitori sui social. La mania per le bambole

Terry Kelly si è presentato a piedi scalzi in tribunale e non si è dichiarato colpevole. Quella per le “Bratz” era un’ossessione: «Adoro pettinarle e con loro mi rilasso»

Venerdì 5 Novembre 2021 di Francesca Pierantozzi
Cleo Smith, il sequestratore seguiva i genitori sui social. La mania per le bambole

Terry Darrell Kelly si è presentato davanti al giudice del tribunale di Carnarvon con i piedi scalzi, una t-shirt nera, il volto semicoperto da una massa di ricci, accompagnato da un avvocato d'ufficio del servizio legale dell'Australia Occidentale per gli aborigeni, ha annuito quando gli hanno notificato il capo d'imputazione - sequestro di minore di anni 16 - non ha chiesto di poter uscire su cauzione, non si è dichiarato colpevole, si è solo rivolto gridando ai due giornalisti della tv australiana Abc: «Che ci fate qui? Attenti che poi vi vengo a cercare!».

LA PRIMA UDIENZA

Terry Kelly aspetterà in carcere il 6 dicembre, quando è fissata la prima udienza sul rapimento di Cleo Smith.

La piccola di 4 anni è tornata a casa, dopo 18 giorni di buio, in cui una task force ha lavorato notte e giorno per riportarla a casa. «Sta bene» ha detto la madre Ellie Smith: era stata lei a scoprire all'alba del 16 ottobre che sua figlia era scomparsa dalla tenda dove dovevano passare un week end in campeggio, in riva all'oceano, a una sessantina di chilometri da casa. Per 18 giorni, Cleo è rimasta chiusa in una villetta malandata al 18 di Tonkin Crescent di Carnarvon, a sette minuti di macchina da casa sua, a due minuti dal quartier generale della polizia che la stava cercando dovunque. Kelly aveva oscurato tutte le finestre, piazzato i suoi due cani a guardia dell'ingresso. A Cleo, però, non avrebbe fatto nessuna violenza. Secondo le prime informazioni le ha comprato pigiamini nuovi e giocattoli, le ha dato da mangiare, l'ha tenuta pulita. Su un lettino a giocare l'hanno trovata gli agenti quando hanno sfondato la porta l'altra notte. «Incredibilmente vispa e sorridente», hanno detto.

 


Oggi un esperto psicologo inviato da Perth comincerà a interrogarla, per cercare di capire cosa è accaduto in questi 18 giorni. Tutta da verificare anche la personalità e le motivazioni di Terry Kelly. La polizia dice poco: «L'inchiesta è in corso» continua a ripetere il sergente Cameron Blaine che ha guidato la squadra che ha liberato Cleo. In tribunale, un agente si è sbilanciato dicendo che «il rapimento forse non era pianificato»: Kelly si sarebbe trovato per caso al campeggio Quobba Blowhole il 16 ottobre. Spiegazione non convincente. Gli abitanti di Brockman, il sobborgo di Carnarvon (900 chilometri a nord di Perth, in Australia Occidentale) dove è nato e sempre vissuto Terry Kelly, da solo, dopo la morte della nonna che lo ha cresciuto, sanno che è un tipo «calmo ma strano», un «solitario». Ancora di più sembrano raccontare i diversi profili social riconducibili a lui. In uno, a nome di Bratz de Luca, si dice «mezzo italiano, di mamma italiana» e sfoga tutta la sua passione per le bambole, in particolare le bambole Bratz.

Video

Una vera ossessione: «Amo le mie bambole scrive adoro portarle in giro, pettinarle, fare selfie con loro». Una foto lo riprende con due bambole in braccio: «Non c'è niente di meglio che rilassarsi in casa con le mie bambole Bratz». Di sé, dice di essere un «cocco di mamma», di avere almeno cinque figli: solo che è stata la nonna a crescerlo, e non ha mai avuto figli. Una foto mostra una camera forse quella in cui ha tenuto Cloe per 18 giorni con scaffali fino al soffitto e anche davanti alle finestre, pieni di decine e decine di bambole Bratz. S'intravede anche un lettino, con lenzuola rosa. In un altro profilo social c'è tra gli amici anche la mamma di Cleo, Ellie Smith. Lui seguiva i genitori della bimba. Tra i suoi altri amici molti profili di ragazze e ragazzine e anche di famiglie con figli piccoli che amano viaggiare. Per questo forse sapeva che quel fine settimana di ottobre avrebbe trovato la famiglia della piccola Cloe a Quobba Blowhole. A tradirlo - oltre ai vicini che lo hanno visto acquistare pannolini e caramelle - la sua auto: una videocamera l'avrebbe ripresa alle tre del mattino del 17 ottobre poco lontano dal campeggio.
 

Ultimo aggiornamento: 09:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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