Charlotte Angie, chi era la pornostar uccisa a Borno. Il killer ha usato il suo telefono: «In 2 mesi nessuno l'ha cercata»

La ragazza uccisa, 26 anni, aveva un figlio e faceva la commessa. Durante il Covid si era avvicinata al mondo del porno. Il killer, Davide Fontana, è il vicino di casa con cui aveva avuto una storia

Martedì 29 Marzo 2022 di Veronica Cursi
Charlotte Angie, chi era la pornostar uccisa a Borno. Il killer ha usato il suo telefono: «In 2 mesi nessuno l'ha cercata»

Faceva la commessa in un negozio di profumi di Milano ma il Covid e i continui lockdown l'avevano messa a dura prova. Così Carol Maltesi, 26 anni, originaria di Busto Arsizio, metà italiana e metà olandese,aveva deciso di cambiare vita e durante la pandemia si era avvicinata al mondo del porno, caricando i suoi video su Only Fans, il famoso social network a luci rosse. Era nata così Charlotte Angie, il suo alter ego.Poi era arrivata la notorietà, e quindi il mondo professionistico: film ma anche altre piattaforme online dedicate al mondo del sesso. Due vite che la ragazza conduceva anche sui social: c'era Carol, mamma e viaggiatrice, e Charlotte che esibiva corpetti sexy e tatuaggi. 

Scomparsa da 2 mesi, nessuno l'ha cercata

Una scelta che non aveva condiviso subito con la famiglia e che le era costata anche qualche amicizia, ma della quale andava fiera, come raccontava lei stessa in qualche intervista sul web.

Davide Fontana, il suo assassino, il vicino di casa con cui lei aveva avuto una storia, ha confessato di aver usato il suo telefono dopo averla uccisa a gennaio svelando che «nessuno in questi mesi l'ha cercata. Solo la mamma con alcuni messaggi whatsapp e l'ex compagno sempre con messaggi»

Charlotte Angie, è della pornostar il cadavere fatto a pezzi a Borno, arrestato il killer: il corpo tenuto in freezer per 2 mesi

Il figlio avuto da giovanissima

Carol aveva studiato alle ex Orsoline e per anni aveva praticato equitazione e danza (nella cittadina del Varesotto era conosciuta proprio per via della frequentazione degli istituti superiori). Aveva avuto un figlio giovanissima, all’età di 20 anni. Da Sesto Calende si era trasferita prima a Busto Arsizio e poi in provincia di Milano. Dopo la nascita del figlio, nel 2016, la donna aveva cominciato a lavorare come commessa. Fino al 2021. Oltre ai porno, la 26enne si esibiva anche dal vivo. In rete si possono trovare varie locandine che annunciano la sua presenza nei locali a luci rosse di diverse città italiane. Al Luxy Club Milano avrebbe dovuto tenere il suo ultimo spettacolo, durante il Luxy Erotik Festival 2, da venerdì 11 a domenica 13 marzo, ma Charlotte non si era mai presentata. Era già morta. E' suo infatti il cadavere fatto a pezzi e ritrovato in un fossato a Paline di Borno, in provincia di Brescia. L'assassino arrestato nella notte, Davide Fontana, il suo vicino di casa che con lei aveva avuto una relazione, ha confessato di averla uccisa a gennaio e di averne conservato il cadavere in un freezer. 

 

I tatuaggi

Charlotte Angie è stata riconosciuta grazie ai suoi 11 tatuaggi. Il killer che l'ha ammazzata aveva infatti tentato di rendere irriconoscibile il cadavere col fuoco e poi ne aveva gettato i resti in quattro sacchi neri dell'immondizia. Alcuni dei numerosi disegni presenti sulla pelle di Charlotte hanno però resistito al calore e permesso ai carabinieri di trovare il nome della donna, otto giorni dopo la scoperta del corpo. I suoi profili online, dove condivideva video e foto, erano fermi da tempo. Questo dettaglio, insieme alla corrispondenza dei tatuaggi, ha insospettito un fan, che ha segnalato la coincidenza alle forze dell'ordine e alla redazione di BsNews, quotidiano online di Brescia. L'elenco dei tatuaggi - varie scritte in diverse parti del corpo in italiano e inglese e il gluteo destro maculato - reso pubblico per vedere se qualcuno riconosceva la vittima ha ottenuto il risultato voluto dagli investigatori. 

L'assassino chattava fingendosi Charlotte?

Proprio la redazione di BsNews, dopo aver ricevuto la segnalazione, aveva provato a contattare la donna al cellulare. Il numero risultava spento, ma non la chat di Whatsapp che forse era installata su un computer o su un altro telefono. Così qualche giorno fa le avevano scritto e, a sorpresa, Charlotte (o meglio chi si spacciava per lei) aveva risposto. «A Brescia hanno trovato un corpo di donna con dei tatuaggi… i carabinieri li hanno diffusi per identificare la vittima.. è un lettore mi ha segnalato che diversi tatuaggi coincidono con i tuoi… so che sembra folle detto così… ma mi sono procurato il tuo numero per verificare la cosa», aveva scritto il giornalista. «Ah ho capito mi hanno già detto diverse persone di quella ragazza. Io sto bene fortunatamente», aveva risposto lei. Poi la ricerca di una conferma che non ha trovato risposta: «Se non vuoi parlare al tel.. mi mandi un audio di 3 secondi? Solo per verificare che non sia qualcun’altra che risponde.. e chiudere il caso». A quella domanda non è mai arrivata una replica. 

Il post contro la violenza sulle donne

Nel novembre 2020 Charlotte aveva realizzato un video postato su Instagram dove parlava di violenza sulle donne, «non solo vittime di violenza fisica, ma anche psicologica, spesso nei riguardi delle altre donne. Me ne sono accorta quando sono diventata mamma», diceva in quel video di due anni fa. Era la giornata mondiale contro la violenza di genere.

Ultimo aggiornamento: 13:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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