May di nuovo bocciata: Londra fuori dalla Ue il 12 aprile e senza accordo

Venerdì 29 Marzo 2019
Brexit, il Parlamento vota ancora no, non c'è accordo con la May e Corbyn chiede le elezioni
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Brexit allo scontro finale: la Camera dei Comuni ha bocciato con 344 voti contrari e 286 voti a favore l'emendamento presentato dal primo ministro Theresa May che chiedeva al Parlamento britannico di ratificare l'accordo di recesso da lei negoziato con Bruxelles senza la dichiarazione politica sui futuri rapporti fra le due aree.

Il Consiglio europeo aveva posto la ratifica da parte di Westminster dell'accordo di separazione come condizione per concedere una proroga dell'articolo 50 fino al 22 di maggio. In caso contrario, come si è verificato oggi, si va invece automaticamente a una proroga più ridotta al 12 di aprile.

 

Governo battuto per 58 voti. Il governo è stato battuto questa volta con 58 voti di scarto, molto meno rispetto alle due occasioni precedenti (la prima a gennaio quando il gap record rimediato era stato di meno 203). Tuttavia il risultato resta ben al di sotto delle aspettative di qualche ministro di un testa a testa e rappresenta uno smacco ulteriore per la May. A questo punto la palla torna lunedì al Parlamento, con la seconda fase dei 'voti indicativi' su possibili piani B alternativi. Un'operazione frustrata due giorni fa da un primo risultato negativo - con veti incrociati e un numero di no superiore a quello di sì su ciascuna delle 8 opzioni presentate - ma che potrebbe riportare a galla le soluzioni andate più vicine alla maggioranza: con in pole position quella per una Brexit soft con permanenza del Regno nell'unione doganale e di rincalzo quella su un pur problematico referendum confermativo.

Nel frattempo, comunque, l'orologio continua a correre e l'Ue si prepara a un vertice consapevole che a questo punto la scadenza secca è per il 12 aprile: data entro la quale, in mancanza di accordo ratificato, il governo britannico dovrà chiedere un rinvio prolungato ancorato a una proposta di soluzione nuova o una svolta politica, oppure disporsi al temuto divorzio senz'accordo (no deal).


May: dobbiamo trovare una strada alternativa. Ora che l'accordo di divorzio con l'Ue è stato bocciato, Theresa May dichiara che bisognerà trovare «una strada alternativa». «Le implicazioni di questo voto sono gravi», ha detto la premier ai deputati, ricordando che il Regno Unito deve ora lasciare l'Ue entro il 12 aprile. «Mancano solo 14 giorni e »non c'è abbastanza tempo« per concordare e ratificare un altro accordo, ha proseguito la premier, ricordando che la Camera si è espressa contro un 'no deal'. »Quindi dobbiamo concordare una strada alternativa«. E bisogna, ha sottolineato, tenere conto che ogni richiesta di estensione all'Ue dovrà essere motivata, accolta da tutti gli altri 27 membri dell'Ue e comporterà la partecipazione alle elezioni europee.



Uscita senza accordo. Dopo il voto alla Camera dei Comuni, che ha respinto per la terza volta l'accordo di ritiro del Regno Unito dall'Ue, «una Brexit senza accordo il 12 aprile è ora uno scenario probabile». Lo dice una portavoce della Commissione Europea. L'esecutivo Ue, continua, «si rammarica per il voto negativo di oggi alla Camera dei Comuni». «Per quanto riguarda la decisione del Consiglio Europeo sull'articolo 50 del 22 marzo - prosegue la portavoce - il periodo previsto dall'articolo 50 è prorogato fino al 12 aprile. Starà ora al Regno Unito indicare una via per procedere prima di quella data, perché sia considerata dal Consiglio Europeo. L'Ue si prepara per questa eventualità dal dicembre 2017 ed è ora del tutto pronta per uno scenario di no deal alla mezzanotte del 12 aprile».

L'Unione, conclude, «rimarrà unita. I benefici dell'accordo di ritiro, incluso il periodo di transizione, non saranno replicati per alcun motivo in uno scenario di no deal. Mini accordi settoriali non sono un'opzione» per l'Ue.

May ha poi ribadito di essere pronta a dimettersi «prima di quanto avessi previsto» pur di facilitare l'approvazione dell'accordo, non senza ricordare che anche con le sue dimissioni i numeri nel Parlamento «non cambieranno».



Corbyn:
«Labour non vota per accordo cieco». Il leader laburista all'opposizione Jeremy Corbyn dopo il voto ai Comuni sulla Brexit esorta la premier Theresa May a cambiare l'accordo o ad andarsene indicendo subito le elezioni. L'accordo va cambiato, «se May non può accettarlo deve andarsene e consentire al Paese di decidere il suo futuro attraverso elezioni generali», ha detto Corbyn a Westminster.

Altri leader dei partiti di opposizione hanno chiesto a May di farsi da parte e il liberaldemocratico Vince Cable è tornato a invocare come altri un secondo referendum.




Tusk convoca un vertice Ue il 10 Aprile. «Alla luce della bocciatura dell'accordo di divorzio da parte dei Comuni, ho deciso di convocare un vertice Ue il 10 aprile». Così il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk su Twitter dopo il no di Westminster all'accordo di divorzio.



Le Borse europee limano il rialzo dopo il voto nel Regno Unito che ha bocciato l'accordo sulla Brexit. I listini del Vecchio continente proseguono il loro andamento in territorio positivo senza particolari scossoni. Londra (+0,4%), Parigi e Francoforte (+0,7%), Madrid (+0,6%) e Milano (+0,5%).

Ultimo aggiornamento: 30 Marzo, 10:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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