Indonesia, nessuna traccia dei tre italiani dispersi nel Borneo dopo una immersione

Lunedì 17 Agosto 2015
Indonesia, nessuna traccia dei tre italiani dispersi nel Borneo dopo una immersione
1
Tre subacquei italiani e uno belga sono dati da sabato sera dispersi al largo dell'isola di Sangalaki, a est del Borneo, in Indonesia.





Altri due italiani sono stati invece tratti in salvo in quello che, dalle prime ricostruzioni, appare un incidente causato dalle forti correnti e onde nell'area. La Farnesina ha confermato la notizia, specificando di aver avvertito le famiglie dei tre e che l'ambasciata italiana è in costante contatto con le autorità locali impegnate nelle ricerche.



La speranza è che la corrente li abbia trascinati in un’isolotto vicino, e che siano ancora vivi. È l’unica fragile possibilità perché non si sia conclusa in una tragedia la vacanza di cinque italiani appassionati di sub (tre uomini e due donne, dall’età dai 33 ai 36 anni) che, con un belga, si sono immersi nelle acque che circondano l’isola di Sangalaki, che fa parte di una trentina tra piccole isole e atolli.



I due italiani superstiti si erano limitati a nuotare vicino la costa, e sono salvi. C’è un precedente, che permette di non abbandonare le speranze: sette anni fa, tre inglesi rimasero dispersi per due giorni, ma poi furono ritrovati sani e salvi.



L’autista del motoscafo aveva dato appuntamento al gruppetto per le 19 di sabato. Ma nessuno ha raggiunto la barca. Allora ha dato l’allarme. Due italiani sono stati soccorsi e salvati, i due che erano rimasti quasi a riva, e anche la guida. Degli altri - Daniele B. di 36 anni e la sua compagna Valeria B. di 33, Alberto M. di 36, tutti lombardi - non c’era traccia. Spariti nelle acque. I due superstiti (Michela C. di 35 anni e Maurizio R. 36) erano rimasti in vicinanza della costa, per fare snorkeling, nuotate in superficie o in poca profondità con il boccaglio.



Sangalaki è un paradiso per i sub: fondali di coralli, profondi quindici e venti metri, acque trasparenti come il cristallo, tartarughe e razze giganti, banchi di pesci multicolori.
In questa stagione le condizioni per immergersi sono anche le migliori, con una temperatura dell’acqua attorno ai trenta gradi. Ma il giorno di Ferragosto, c’erano correnti forti, e onde alte. L’agenzia che ha curato l’escursione è la “Derawan Ocean Drive”: con un motoscafo ha portato davanti a Sangalaki il gruppo di sub e una guida indonesiana, anch’essa sub.




È un’agenzia nota agli appassionati che frequentano questi mari tropicali, ma sul web - tra le recensioni positive - c’è anche una critica alla guida che si chiama Oswan, accusata di condurre sub inesperti al largo di isole dalle correnti non sicure. E Oswan è proprio la guida che ha accompagnato gli italiani.



Le testimonianze raccolte dai media locali sono vaghe e incomplete. Di Oswan si scrive che è stato ricoverato all’ospedale di Derawan, e che non era in grado di parlare. Le condizioni del mare erano pericolose «con onde alte due metri e mezzo». Secondo i soccorritori i sub sono stati vittime delle correnti. «Nella zona soffiava un forte vento del sud. Non va bene per le immersioni» ha commentato Mugiono Balikpapan, che sta coordinando le ricerche che hanno coinvolto tutte le unità della marina, e che continueranno anche oggi.



L'Indonesia - un arcipelago di 17 mila isole - è una delle mete mondiali per le immersioni. Se per moltissimi è un'esperienza indimenticabile, gli incidenti sono rari ma non mancano: l'anno scorso, due subacquei giapponesi morirono in un'immersione al largo di Bali, e sempre lì altri due stranieri persero la vita nel 2012. Nel 2008, tre britannici rimasero invece dispersi per due

giorni, finendo per essere salvati.
Ultimo aggiornamento: 09:01

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci