Bakhmut, cosa sta succedendo? Wagner a quasi un chilometro dal centro della città. E Kiev fa "tiro al bersaglio" sui mercenari russi

La città è diventata il simbolo del "corpo a corpo" in corso tra Kiev e Mosca

Sabato 11 Marzo 2023
Bakhmut, cosa sta succedendo? Wagner a quasi un chilometro dal centro della città. E Kiev fa "tiro al bersaglio" sui mercenari russi

Poco più di un chilometro: questa la distanza che separa la brigata Wagner - almeno secondo il suo fondatore e leader Yevgeny Prigozhin - dal cuore di Bakhmut, ovvero il centro amministrativo della città dell'Ucraina orientale da tempo ormai simbolo del "corpo a corpo" in corso tra Kiev e Mosca, e su cui torna anche oggi l'attenzione, dopo che il presidente ucraino Zelensky ha confermato di aver discusso con il suo stato maggiore l'opportunità di un nuovo rafforzamento delle truppe che difendono la città "fortezza".

Come a ribadire che la situazione è complicata ma che Kiev è determinata a non cedere questa roccaforte tattica.

Bakhmut, la brigata Wagner avanza

Prigozhin, da parte sua, ha affermato che le forze russe si trovano a 1,2 chilometri dal centro amministrativo di Bakhmut in un video sul canale Telegram del suo servizio stampa e citato dalle agenzie russe, mostrando così i muscoli russi. «Questo è l'edificio dell'amministrazione comunale, il centro amministrativo della città», dice nelle immagini indicando dal tetto di un edificio a un'altra costruzione. Il video mostra quelle che il leader della Wagner definisce essere le ex principali aree fortificate delle forze armate ucraine, da dove controllavano la parte nord-orientale della città. Secondo Prigozhin, le forze di Kiev cercheranno di condurre una controffensiva dal nord della città. «Per noi è importante che i combattenti coprano i nostri fianchi. Se i fianchi sono coperti, allora è tutto a posto», aggiunge.

Il "tiro al bersaglio" degli ucraini

Eppure le difficoltà ad avanzare non sono mancate per la milizia russa e una delle spiegazioni oggi viene illustrata nell'ultimo rapporto di intelligence diffuso dal ministero britannico della Difesa, in cui si sostiene che le forze ucraine, dopo aver minato i ponti sul fiume Bakhmutka, da postazioni rinforzate fanno un micidiale «tiro al bersaglio» sui mercenari russi, causando altissime perdite. Così, secondo i militari britannici l'area si è trasformata in una "killing zone": il fiume Bakhmutka costituisce adesso di fatto la linea del fronte, sebbene i Wagner siano risusciti a occupare quasi tutta la parte orientale della città.

Uno dei motivi per cui Mosca tiene il punto a Bakhmut è che la vede «come un trampolino di lancio per andare in altre città, Kramatorsk e Sloviansk, e quindi avanzare per cercare di prendere il resto del Donbass», secondo Philip Ingram, ex colonnello dell'intelligence militare britannica e adesso analista, il quale però spiega anche che questa scelta è a costi enormi, con più di 30mila i soldati russi - a suo avviso - morti nel tentativo di prendere la città.

Guerra in Ucraina, cosa sta succedendo

Non si fermano nemmeno i raid russi nel resto del Paese e anche nelle scorse ore si sono contate vittime civili, a Kherson in particolare dove le autorità locali hanno segnalato un nuovo attacco aereo con tre morti e due feriti.

Sul fronte diplomatico è papa Francesco a intervenire in queste ore: «Sono disposto ad andare a Kiev. Voglio andarci. Ma a condizione di andare a Mosca. Vado in entrambi i posti o in nessuno dei due», ha sottolineato il pontefice in un'intervista per il suo decennale di pontificato rilasciata al quotidiano argentino La Nacìon. Da Mosca, è il patriarca Kirill a lanciare un appello a Bergoglio, ma anche al segretario generale dell'Onu Antonio Guterres e alla comunità internazionale, per impedire l'espulsione dei religiosi della Chiesa ortodossa ucraina rimasti fedeli a Mosca dal conteso Monastero delle Grotte di Kiev. Il complesso millenario di Kyiv Pechersk Lavra, che comprende il Monastero, affacciato sulla riva del Dnepr, era considerato il quartier generale della Chiesa ortodossa fedele al Patriarcato di Mosca. Alla fine del 2022 il monastero è passato sotto la giurisdizione del governo ucraino e affidato alla Chiesa ortodossa "autocefala" ucraina.

Ultimo aggiornamento: 14 Marzo, 09:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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