Fondi a cultura e trasporti e il potere di fare le leggi: l'Europa aiuta le sue Capitali

Berlino, Bruxelles, Madrid, Londra, Parigi: così gli Stati sostengono le loro città. Il governo promette status speciale a Roma. Sì dei candidati regionali Rocca e D'Amato

Martedì 3 Gennaio 2023 di Francesco Malfetano
Fondi a cultura e trasporti e il potere di fare le leggi: l'Europa aiuta le sue Capitali

Londra è una Greater city.

Berlino invece, è al contempo città e Land. Più o meno, comune e Regione. Parigi? Non solo Grand Paris (perché unita alla circostante regione dell'Île-de-France) ma anche Métropole, in coordinamento con i 130 centri del suo hinterland. E poi ci sono Madrid e la sua Comunidad autonoma o Bruxelles, totalmente libera in termini amministrativi. Ogni grande Capitale europea in pratica, presto o tardi ha visto esserle riconosciuto uno status speciale da parte dello Stato. Non Roma però. La città eterna, al netto di alcuni «interventi straordinari» associati a qualche grande evento, è una normale città di una normale regione. Da anni (la prima legge per Roma Capitale risale ai mondiali di calcio del 1990), governi di qualsiasi colore ci hanno provato senza successo. Ora però, forte di una maggioranza parlamentare netta, di un innegabile radicamento territoriale e di una situazione non più sostenibile, la Capitale sembra destinata a un destino diverso.

IL GOVERNO

«Il 2023 sarà con certezza l'anno in cui Roma acquista il suo status legislativo di Capitale». Il governo, dai sottosegretari meno in vista ai più vicini a Giorgia Meloni (che ha firmato l'iniziativa legislativa di cui si dibatte), non ci gira più attorno. Come anticipato in un'intervista al Messaggero dal ministro Francesco Lollobrigida quello appena iniziato può essere il governo giusto per il riconoscimento in Costituzione di un ruolo sui generis per la Capitale. D'altro canto, come le esperienze del resto d'Europa insegnano, non si può più attendere dal compensare Roma per il ruolo che svolge, riconoscendogli autonomia nella gestione delle risorse e nell'esercizio del potere. Londra ad esempio (unica città citata che territorialmente si estende su un'area maggiore di Roma) con gli Authority Acts del 1999 e del 2007 è diventata tutt'uno con il suo hinterland, accorpando ai poteri legislativi tradizionali, norme in deroga e strutture finanziarie ad hoc per gestire trasporti, ambiente, pianificazione del territorio, sviluppo economico, polizia. Un po' come Berlino che, tornata capitale tedesca dopo la caduta del Muro, in un articolo della costituzione è definita «Land della Repubblica Federale di Germania» con la configurazione di una «città-nazione» nella quale Land e comune coincidono dal punto di vista sia territoriale che politico. Non solo, come illustra un report del centro studi di palazzo Madama, sin dal 1994 lo Stato tedesco sigla accordi finanziari dedicati soprattutto ai settori sicurezza e cultura, con quasi 2 miliardi di euro destinati dal 2018 al 2027. In Francia invece, posta una costante razionalizzazione delle strutture locali e un accentramento delle funzioni legislative tra le mani del comune, dal 2010 è stata istituita la Grand Paris, un ente che - con iniziativa autonoma e fondi propri - ha dato ad esempio il via alla costruzione del Grand Paris Express, una rete metropolitana da oltre 20 miliardi di euro, per connettere la nuova regione che da sola vale il 25% del Pil francese. Nel comune di Madrid invece, oggi si fondono sia il livello municipale che quello provinciale. Un ente unico che si occupa di opere pubbliche, trasporti, assetto del territorio, ambiente, ordine pubblico, igiene, pianificazione economica. Bruxelles infine, oltre ad essere una realtà municipale, è capitale del Belgio, capoluogo di provincia e ospita le istituzioni europee. Peculiarità che nell'amministrazione quotidiana si traduce nella gestione diretta dei «bisogni e al benessere delle persone» (e quindi autonomia su cultura, turismo, istruzione, cura degli anziani e dei disabili, politiche della salute) e in quella delle competenze (legislative e amministrative) di natura economica e territoriale. E quindi, tra le altre cose, il comune si occupa di pianificazione del territorio, politiche abitative, lavori pubblici, trasporto regionale, ambiente, energia, agricoltura, politica dell'acqua e beni culturali. Tutti settori che, a riforma compiuta, potrebbero passare anche nelle mani di Roma, aiutando la Capitale nella gestione dei tanti eventi stress test a cui è sottoposta quotidianamente.

LA CAPITALE

Tant'è che, oltre ai ministri di Fratelli d'Italia e agli altri partiti di centrodestra («È la nostra priorità» ha ricordato proprio ieri il commissario di FI per Roma Maurizio Gasparri), a concordare sono tanto il Sindaco dem Roberto Gualtieri che i principali candidati alle Regionali del Lazio del 12 febbraio. «Camera ardente e funerali del Papa emerito sono l'esempio lampante - spiega l'assessore alla Sanità Alessio D'Amato, in corsa per il Pd - Oggi (ieri ndr) abbiamo in campo oltre 30 uomini, 5 ambulanze e due presidi fissi, senza alcun riconoscimento da parte dello Stato. E questo accade ogni giorno, in tutta la città, ogni qualvolta Roma ospita un grande evento, che sia istituzionale o meno». Sulla stessa linea d'onda, per una volta, anche l'avversario Francesco Rocca, in quota FdI e centrodestra. «L'analisi fatta dal ministro Lollobrigida è pienamente condivisibile - spiega l'ex presidente della Croce Rossa - Roma merita da tempo poteri speciali, come le altre grandi capitali mondiali. Lo status consentirà di renderla più forte e competitiva, anche in relazione alle candidature per i grandi eventi. E questo si trasformerà in un valore aggiunto per tutto il territorio regionale».

 

Ultimo aggiornamento: 09:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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