Attentato in Afghanistan, morto militare
di Maniago della brigata Ariete/Sondaggio

Sabato 2 Luglio 2011
Gaetano Tuccillo e la moglie il giorno del matrimonio (Ansa)
KABUL - Un militare italiano morto in Afghanistan in seguito all'esplosione di un ordigno e almeno un altro rimasto ferito ad una gamba, secondo le prime informazioni in modo non grave. La vittima il caporal maggiore scelto Gaetano Tuccillo, che abitava con la moglie olandese a Revine Lago (Treviso) ed era originario di Pomigliano d'Arco (Napoli). Apparteneva al battaglione logistico della brigata Ariete, con sede nella caserma Baldassarre di Maniago (Pordenone). Il ferito è un parà del 186. Reggimento Folgore di Siena, Aniello Cerqua di Somma Vesuviana (Napoli).





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Il mezzo su cui viaggiavano il militare italiano ucciso in Afghanistan e il ferito era un autocarro pesante (Aps) che faceva parte dell'aliquota logistica del contingente. Lo rende noto lo Stato maggiore della Difesa, aggiungendo che «il mezzo in questione stava rientrando da un'attività di ricognizione congiunta con l'Esercito afgano (Ana)». L'autocarro, ricostruiscono allo Stato maggiore, è stato coinvolto nell'esplosione di un ordigno «posizionato lungo la strada», nei pressi del villaggio di Caghaz, a 16 chilometri ad Ovest di Bakwa (nella parte orientale del distretto di Farah). I familiari della vittima, il caporal maggiore scelto Gaetano Tuccillo, sono stati avvisati.



Il militare rimasto ucciso era il conducente del mezzo blindato saltato su uno ied, uno di quei micidiali ordigni esplosivi improvvisati che mietono vittime in Afghanistan, soprattutto tra i civili. A bordo dello stesso mezzo anche il ferito, che ha riportato lesioni a una gamba e - viene ribadito da fonti della Difesa - non è in pericolo di vita.



Gaetano Tuccillo era alla terza missione all'estero, in Afghanistan era giunto dopo essere stato in Kosovo e Libano ed era uno specialista della cosiddetta logistica di prossimità. Secondo fonti della Brigata Ariete, nel battaglione logistico Tuccillo aveva il compito di seguire i mezzi in missione pronto ad affrontare e risolvere, in prima linea, i problemi tecnico-organizzativi che potevano manifestarsi. Gaetano - i colleghi lo chiamano per nome e non per cognome o grado - era preparato ed esperto, ma soprattutto ben voluto da tutti. Faceva da "collante" della compagnia, raccontano i compagni, con un atteggiamento solare pronto a "mimetizzare" i momenti di difficoltà.
Ultimo aggiornamento: 19 Marzo, 09:51

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