Armi Usa e Ue all'Ucraina, a chi finiscono? Il giallo dell'artiglieria data a Kiev: «Usata per attaccare Mosca»

L'artiglieria fornita dai Paesi della Nato, da contratto, potrebbe essere utilizzata solo per la difesa

Domenica 4 Giugno 2023 di Marco Ventura
Armi Usa e Ue all'Ucraina, a chi finiscono? Il giallo dell'artiglieria data a Kiev: «Usata per attaccare Mosca»

In quali mani finiscono le armi che gli Stati Uniti e gli altri Paesi della Nato forniscono all’Ucraina? La domanda se la pongono i governi occidentali dopo la pubblicazione di foto e video di miliziani dei Corpi volontari russi anti-Putin, inquadrati nei ranghi dell’esercito ucraino, o nella legione internazionale pro-Kiev, in cui appaiono almeno 4 veicoli tattici (americani e polacchi) impiegati in incursioni al di là del confine con la Federazione russa, due dei quali fra l’altro catturati dai russi.

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I DUBBI
Gli americani sono stati chiarissimi sul fatto che le armi fornite dagli Usa non devono essere usate che per difendersi dagli invasori, non per attaccare il territorio della Federazione russa, tanto meno ceduti a gruppi che hanno finalità di politica interna russa.

L’interrogativo è sollevato dal Washington Post, e sostenuto da fonti anonime dell’amministrazione Biden. A quanto pare, gli stessi americani vogliono avvertire gli ucraini che sanno che certi pezzi di artiglieria finiscono in mani sbagliate, o non previste. I contratti per la cessione da parte americana (e non solo) prevedono espressamente che le armi non vengano brandite contro la Russia, ma usate nei confini dell’Ucraina.

 


LE PROVE
In particolare, i “volontari russi” si sono fatti selfie e video sullo sfondo di un paio di Mrap, veicoli concepiti per la guerra in Iraq e Afghanistan a protezione dei militari minacciati da ordigni di fabbricazione artigianale lungo le strade. L’acronimo Mrap sta per Mine-resistant ambush protected, resistenti a mine e imboscate. Fondamentali per incursioni e contrattacchi, per sfondare le linee fortificate. Ma non solo. I “volontari russi”, in azione contro il posto di frontiera di Kozinka, regione russa di Belgorod, si sono messi in posa con fucili d’assalto CZ Bren 2 di fabbricazione ceca, e altri con gli analoghi FN Scar belgi. Oltre a lancia-razzi anti-tank. Video e foto sono state analizzate dal WP insieme a tecnici come Jonathan Ferguson, custode dell’armeria reale britannica, per il quale, però, le armi potrebbero arrivare da Paesi intermediari: una triangolazione. Possibilità riconosciuta pure da Andrew Galer, esperto di piccole armi per Janes. Mentre gli Stati Uniti, attraverso un portavoce del Dipartimento di Stato, ribadiscono che gli Usa «non incoraggiano né promuovono attacchi dentro la Russia, su questo siamo stati chiarissimi con gli ucraini pure nelle ultime settimane».

Polonia e Repubblica Ceca non commentano, mentre il Belgio fa sapere che chiederà spiegazioni a Kiev sull’uso di armi prodotte dalla Fabrique Nationale de Herstal. Le foto dei “volontari russi”, ma anche dei legionari della “Libera Russia”, con fucili d’assalto Scar, hanno indotto le ministre belghe di Esteri e Difesa, Lahbib e Dedonder, a ribadire alle autorità di Kiev che tutte le armi fornite dal Belgio «sono destinate alle forze armate ucraine per proteggere il loro territorio e la popolazione dall’invasione russa». Questa sarebbe la condizione espressamente indicata nei documenti relativi alle consegne. Nessun impiego può quindi essere «autorizzato per gruppi isolati che hanno un’agenda interna russa». Stando a Mark Cancian, consigliere del Centro per gli studi strategici internazionale interpellato dal Washington Post, gli ucraini «sono chiaramente complici». Oltre ai Mrap si vede il classico blindato Humvee americano. La spiegazione dei “volontari russi” è che si tratta di mezzi finiti in mano al nemico e poi ricatturati dalle milizie anti-Putin. 

 

Ultimo aggiornamento: 5 Giugno, 15:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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