Anna Sorokin esce di prigione, la truffatrice russa (che ispirò Inventing Anna) rivuole la sua vita da milionaria

Si è finta una ricca ereditiera di origine tedesca, ha passato più di 3 anni dietro le sbarre ed ora è libera

Sabato 8 Ottobre 2022 di Leonardo Iattarelli
Anna Sorokin esce di prigione, la truffatrice russa (che ispirò Inventing Anna) rivuole la sua vita da milionaria

Dopo aver appreso la notizia questa settimana del suo imminente rilascio dall’Orange County Correctional Facility nello Stato di New York, un’eccitata Anna Sorokin, nata il 23 gennaio 1991 a Domodedovo, una città satellite della classe operaia a sud di Mosca, non ha perso tempo per fare progetti.

Dopo aver trascorso più di tre anni dietro le sbarre dopo essersi fatta strada nell’alta società di New York fingendosi una ricca ereditiera di origine tedesca, la 31enne ha ottenuto il permesso di lasciare la sua cella e vivere su cauzione agli arresti domiciliari mentre le autorità statunitensi stanno decidendo se potrà essere espulsa.

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Ma prima deve trovare un posto dove vivere, e per la Sorokin sembra non essere un grande problema; non si accontenta certo di un ostello alla moda del New Jersey. Infatti il DailyMail ha appreso che la Sorokin ha detto al suo nuovo “team di gestione” che la sua casa deve «preferibilmente essere a Manhattan» e dovrebbe avere almeno tre camere da letto. Una richiesta oltraggiosa, secondo il Mail, per una donna a cui, all’inizio di quest’anno, è stato concesso l’ «aiuto per i poveri» dal sistema giudiziario statunitense sulla base del fatto che era senza un soldo e non poteva permettersi le spese legali.

Le sue cheerleader

Non solo, ma lungi dall’affrontare la vita da emarginata, Sorokin ha un esercito di cheerleader pronte a venire in suo aiuto. Questa arroganza non sorprenderà certo le dozzine di vittime che ha defraudato, per non parlare dei milioni di telespettatori che hanno visto la sua strabiliante vita di inganni svolgersi sullo schermo nella serie Netflix di successo dal titolo "Inventing Anna". E con la sua tuta regolamentare da prigione non ancora buttata nella pattumiera, ci sono segnali preoccupanti che la sociopatica truffatrice stia pianificando un grande ritorno.
«È frustrante quando le persone la vedono ancora solo come un’artista della truffa, perché è più di questo», afferma Chris Martine, il “mercante d’arte” di Sorokin. Le sue “opere d’arte” - una raccolta di disegni a matita dall’aspetto un po’ infantile - stanno per essere messi in vendita per un massimo di 18 mila euro a pezzo. Martine aggiunge: «Riconosce che alcune cose che ha fatto erano sbagliate, ma ora vuole continuare a perseguire la sua visione nel mondo dell’arte e della moda. Penso che se le dai sei mesi o al massimo un anno, dimostrerà che tutti gli hater si sbagliano».

Le indagini del Mail rivelano che Sorokin ha assunto il più alto pubblicista di “gestione della crisi” da 27 mila euro al mese che lavora anche per il magnate hollywoodiano caduto in disgrazia, Harvey Weinstein.
Un membro del team legale di Weinstein, l’ex procuratore Duncan Levin, rappresenta infatti anche Sorokin che, facendosi chiamare Anna Delvey, ha finto di essere la figlia di un oligarca prima di frodare le sue vittime per  245 mila dollari. «Alcune persone, essendo state in prigione per così tanto tempo, sarebbero state castigate e avrebbero voluto mantenere un basso profilo, ma non è così che funziona la mente di Anna», dice un altro che ha lavorato con lei: «Pensa di essere una superstar».

E infatti una delle restrizioni più difficili imposte per il rilascio di Sorokin è che le è vietato pubblicare sui social media, cosa che lei ha usato in grande misura per l’autopromozione. Mentre era in prigione, ha usato infatti un DJ del New Jersey per postare sui suoi social ottendendo un milione di follower su Instagram; ma, in base alle sue condizioni di libertà vigilata, ora non può chiedere a terzi di farlo mentre è su cauzione. Secondo un altro ex socio: «È come una droga per lei. È totalmente dipendente dai social media che senza le manca l’ossigeno».

L'arresto

«È in detenzione da 17 mesi, ma non è una minaccia, né esiste un rischio di fuga - dice il suo avvocato - e si merita la possibilità di ricostruire la sua vita qui». Ma non tutti saranno d’accordo: Sorokin ha trascorso tre anni vestendosi con costosi abiti firmati, cenando in ottimi ristoranti e servendosi di ciò che voleva. Ha lasciato affitti non pagati, fatture di hotel e carte di credito, assegni rimbalzati e promesse false agli “amici” che le avevano prestato i soldi, credendo alla “super ricca Anna Delvey”. È stata arrestata nell’ottobre 2017 dopo che l’editore di Vanity Fair, Rachel DeLoache Williams è andata alla polizia sostenendo di essere stata truffata per 55 mila dollari: «Sorokin aveva un atteggiamento altero ed enigmatico stranamente accattivante e occhi blu acciaio che fissavano come un serpente tutto ciò che voleva». 

Anna Sorokin utilizzò Microsoft Word per produrre falsi estratti conto ed altri documenti finanziari volti a dimostrare il possesso di 68 milioni di dollari in conti bancari svizzeri e la sua provvisoria impossibilità ad accedere a questi ultimi poiché si trovava negli Stati Uniti. Il 18 febbraio 2017, si registrò in una camera da 400 dollari a notte presso l’hotel 11 Howard a Soho, Manhattan. Spesso dava una mancia in contanti di 100 dollari al concierge, con cui aveva stretto amicizia e ad altri dipendenti per compiti semplici come consigli sui ristoranti o portare pacchi nella sua stanza. Tuttavia, la maggior parte del personale la descrisse come irritante e dispensatrice di commenti scortesi e classisti. La Sorokin si trovò a proprio agio nell’hotel, camminando regolarmente nei corridoi della struttura con leggings e vestaglie d’albergo, cenando spesso da Le Coucou, il ristorante dell’hotel, dove strinse amicizia con lo chef Daniel Rose e addebitando il costo dei pasti alla sua stanza.

Quando la direzione scoprì che in archivio non esisteva una carta di credito per la Sorokin, insistette affinché la donna pagasse il suo conto da 30 mila dollari. La Sorokin allora fece consegnare una bottiglia di champagne Dom Pérignon del 1975 al banco della portineria, nel tentativo di mantenere il personale dalla sua parte; tuttavia, la politica dell’hotel impedì al personale di conservare il regalo. Nel marzo del 2017, un mese dopo aver ricevuto i 55 mila dollari rimanenti dalla sua quota di richiesta di prestito, a causa delle sue spese sontuose, la Sorokin esaurì le risorse economiche. Cominciò pertanto, in occasione di cene e drink con gli amici, a fingere di aver dimenticato le sue carte di credito o un malfunzionamento delle stesse.

Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 16:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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