Aereo fantasma intercettato dagli Eurofighter in scramble mentre attraversa la zona della maxi esercitazione Falcon Strike con gli F35

Lunedì 14 Giugno 2021 di Paolo Ricci Bitti
Aereo fantasma intercettato dagli Eurofighter in scramble mentre attraversa la zona della maxi esercitazione Falcon Strike con gli F35
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Scramble (intercettazione) per un velivolo sconosciuto nei cieli italiani proprio mentre è in corso la più vasta esercitazione militare aerea internazionale degli ultimi anni. Un'esercitazione, la Falcon Strike, che riguarda fino al 15 giugno un'ampia fetta di Mediterraneo dalla Puglia alla Sardegna con la simulazione di incursioni e attacchi da rintuzzare e che vede sfrecciare oltre 50 velivoli compresi i primi F35 in dotazione alle forze armate italiane.

E in mezzo a questo teatro operativo c'è proprio la Sicilia da dove domenica sera era decollato un aereo che non risultava contattabile. Dovevano subito alzarsi gli intercettori, pronti all'azione 24 ore su 24: "Scramble" è l'ordine di decollare nel giro di pochi minuti ed è un termine della Raf che risale alla Battaglia d'Inghilterra e che resiste rispetto alla successiva definizione Quick Reaction Alert (Qra) usata dalle forze armate occidentali.

Così due Eurofighter bisonici  del 4° Stormo di Grosseto hanno cabrato sul Tirreno fino a 12.600 metri di quota e sul filo degli 800 chilometri orari hanno intercettato l'intruso, ovvero  l'A319 dell'EasyJet che era partito dall'aeroporto di Palermo per raggiungere Milano Malpensa. Il volo EC2810 delle 19.40 era decollato con oltre un'ora di ritardo e poi i piloti, raggiunta la quota e la velocità di crociera, non si sono accorti di non essere più raggiungibili via radio. Dimenticanza o guasto? Tutto è tornato regolare quando il comandante e il vice hanno visto i jet dell'Aeronautica militare che oscillavano le ali, il segnale per far capire che c'era qualcosa che non andava. A bordo pochi o punto passeggeri, giunti a Milano alle 22.06, si sono accorti di queste manovre, perché in realtà l'A319 non ha cambiato rotta o velocità mentre i piloti ripristinavano le comunicazioni nel cielo rosseggiante per il tramonto.

Una volta chiarita la situazione i due Eurofighter sono scivolati d'ala facendo rientro alla base, sempre seguendo le indicazione del comando operazioni aerospaziali di Poggio Renatico (Ferrara) i cui operatori in questi giorni stanno coordinando l'imponente esercitazione internazionale.

L'A319 di EasyJet fotografato dal pilota dell'Eurofighter che l'ha intercettato 

Per la prima volta in Europa sono in azione F-35A e F-35B di quattro delle nazioni che partecipano al programma Joint Strike Fighter (JSF): Stati Uniti, Italia, Regno Unito e Israele.

Paolo Ricci Bitti

L'allarme domenica è scattato poco dopo le 21: "scramble", decollo immediato. La segnalazione è giunta da parte del Caoc (Combined Air Operation Centre) di Torrejon in Spagna, ente Nato responsabile dell'area, in coordinamento con il Comando Operazioni Aero-spaziali (COA) di Poggio Renatico e gli enti della Forza Armata deputati alla sorveglianza dello spazio aereo nazionale e NATO.

Una volta raggiunto il velivolo, grazie alle coordinate e alle informazioni fornite dal personale "guida caccia" a terra, è stata effettuata la procedura di "visual identification" (VID) per accertare che non vi fossero condizioni di emergenza o di minaccia alla sicurezza. 

Sono quattro gli Stormi dell'Aeronautica Militare che con gli assetti Eurofighter assicurano il servizio di Difesa Aerea: il 4° Stormo di Grosseto, il 36° Stormo di Gioia del Colle, il 37° Stormo di Trapani ed il 51° Stormo di Istrana. Da marzo 2018, inoltre, nel sistema di difesa aerea nazionale sono stati integrati anche i velivoli F-35A del 32° Stormo di Amendola, che contribuiscono, con specifiche capacità operative e tecnologia di ultima generazione, alla difesa dei cieli italiani e che sono stati i primi aeroplani di 5^ generazione ad essere stati impiegati dalla NATO per sorvegliare lo spazio aereo dell'Alleanza in una operazione NATO di Air Policing.

Il complesso sistema di difesa mediante il quale l'Aeronautica Militare assicura, senza soluzione di continuità, la sorveglianza dello spazio aereo nazionale è integrato, anche in tempo di pace, con quello degli altri paesi appartenenti alla NATO. L'ordine di decollo immediato viene impartito dal CAOC (Combined Air Operation Centre) di Torrejon (Spagna), l'ente della NATO responsabile del servizio di sorveglianza dello spazio aereo nell'area sud del Mediterraneo, che integra le capacità di sorveglianza e controllo del 11° gruppo D.A.M.I. di Poggio Renatico (FE) e 22° Gruppo radar di Licola (NA). I due Gruppi sono posti alle dipendenze della neo costituita Brigata Controllo Aerospazio quale Service Provider e referente di Forza Armata, attraverso il Comando Operazioni Aerospaziali, nei settori di Difesa Aerea Missilistica Integrata e di Coordinamento e Controllo del Traffico aereo Operativo.

Il neo-costituito National Air and Space Operations Centre, all'interno del COA, contribuisce all'organizzazione del servizio di difesa aerea ed effettua una costante attività di supervisione sull'intero dispositivo. In caso di minaccia non militare allo spazio aereo italiano (renegade), il NASOC riprende il comando dei velivoli intercettori affidati alla NATO per la successiva azione di contrasto. Ciò avviene quando un velivolo civile in transito nello spazio aereo nazionale evidenzi una condotta anomala e, quindi, potenzialmente pericolosa per la sicurezza nazionale

Falcon Strike, la nota dell'Aeronautica militare

​Continua, dalla base aerea di Amendola, sede del 32° Stormo, l'esercitazione aerea multinazionale 'Falcon Strike 2021', uno degli eventi addestrativi più importanti dell'anno organizzati dall'Aeronautica Militare per favorire la standardizzazione tra forze aeree di diverse nazioni in termini di metodologie addestrative e tattiche operative comuni, e che si inserisce nel processo di integrazione fra sistemi d'arma di 4ª e 5ª generazione che la Forza Armata sta portando avanti in modo intensivo sin dall'ingresso in linea del nuovo caccia F-35.

Nell'evento esercitativo multinazionale, fino al 15 giugno, sono impegnati oltre 50 velivoli - tra caccia, aerei da trasporto e da rifornimento in volo ed altri assetti di supporto – e circa seicento militari. Per la prima volta in Europa, operano insieme F-35A ed F-35B di quattro diverse Nazioni tra quelle che hanno aderito al programma Joint Strike Fighter (JSF):  Stati Uniti, Italia, Regno Unito e Israele.

Lo scorso 8 giugno, presso il Distaccamento Aeroportuale di Pantelleria, ha avuto luogo una specifica attività di addestramento focalizzata sulla capacità expeditionary dell'Aeronautica Militare, che ha visto coinvolti un F-35B del 32° Stormo di Amendola ed uno della Royal Air Force, decollato dalla portaerei Queen Elizabeth, inserita temporaneamente nel contesto esercitativo ed in navigazione nel Mar Mediterraneo. I due assetti, dopo l'atterraggio, hanno effettuato un'attività di rifornimento a terra a motori accesi, in gergo tecnico "hot-pit", da un KC-130J della 46ª Brigata Aerea di Pisa equipaggiato con sistema ALARP (Air Landed Aircraft Refuelling Point) ed operato dal personale del 3° Stormo di Villafranca (VR).

L'esercitazione, sotto il comando e controllo del Comando Operazioni Aerospaziali di Poggio Renatico (Ferrara), ha l'obiettivo di riprodurre uno scenario operativo in cui si svolgono operazioni aeree complesse con assetti di 5ª generazione. Durante l'evento, gli equipaggi di volo ed i team di supporto hanno la possibilità di addestrarsi in scenari creati per simulare varie tipologie di missioni - tra cui la protezione di assetti aerei di alto valore, le operazioni di Close Air Support, l'interdizione aerea con gestione strategica e tattica, il supporto alle forze speciali a terra, le operazioni di targeting - in un contesto complesso, altamente mutevole e non permissivo.

Numerosi gli assetti aerei, sia italiani che stranieri, che partecipano all'esercitazione, un evento organizzato nel pieno rispetto delle normative previste in materia di contenimento dell'emergenza Covid-19. Per l'Aeronautica Militare partecipano velivoli F-35A, F-35B e APR Predator del 32° Stormo di Amendola, F-2000 Typhoon del 36° Stormo di Gioia del Colle e del 37° Stormo di Trapani, Tornado del 6° Stormo di Ghedi, AMX ed F-2000 Typhoon del 51° Stormo di Istrana, T-346A del 61° Stormo di Galatina, KC-767A e G550 CAEW del 14° Stormo di Pratica di Mare; per le altre Nazioni partecipano invece F-35A e F-16C della US Air Force, F-35B e A330 Voyager della Royal Air Force ed infine F-35A, G550 CAEW e Boeing 707 dell'Israelian Air Force (IAF).

Oltre alle componenti aeree partecipano unità specializzate dell'Aeronautica Militare in vari ambiti: componenti di Force Protection del 16° Stormo di Martina Franca, Special Forces del 17° Stormo Incursori di Furbara, Counter UAS del 16° Stormo e del 32° Stormo, unità cinofile K9 del Centro Cinofili AM di Grosseto, nonché assetti e capacità deployable del 3° Stormo di Villafranca.

L'esercitazione, la cui guida è affidata all'Aeronautica Militare, ha quale base principale di rischieramento il 32° Stormo di Amendola, ma vede al contempo coinvolte altre basi dell'AM in funzione di supporto, tra cui quella del 37° Stormo di Trapani e del Reparto di Standardizzazione e Tiro Aereo di Decimomannu. Le attività di volo vengono svolte all'interno di spazi aerei dedicati all'addestramento, nell'ambito dei quali saranno svolte attività EW (Electronic Warfare) e SBAD (Surface Base Air Defence); in tale contesto opereranno anche il sistema di comando e controllo/radar SIRIUS del 2° Stormo di Rivolto (Udine) e una componente SAMP-T dell'Esercito Italiano. 

Ultimo aggiornamento: 15 Giugno, 10:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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