Pedofilia: in arrivo 25 milioni di euro per risarcire le vittime in Germania. Pressing sul Papa per far pubblicare le sentenze

Si chiede una maggiore trasparenza nella Chiesa

Martedì 28 Giugno 2022 di Franca Giansoldati
Pedofilia: in arrivo 25 milioni di euro per risarcire le vittime in Germania. Pressing sul Papa per far pubblicare le sentenze

Città del Vaticano - Finora sono stati approvati ben 25 milioni di euro per risarcire le vittime dei preti pedofili mentre cresce la protesta dell'opinione pubblica in Germania per avere dal Vaticano la pubblicazione delle sentenze dei tribunali ecclesiastici (la cui segretezza è stata confermata anche in questi giorni nel vademecum pubblicato dalla Congregazione della Dottrina della Fede).

In questo clima effervescente, segnato da un crollo della fiducia dei fedeli nella Chiesa, un altro vescovo tedesco ha fatto un pubblico mea culpa, ammettendo di avere commesso sbagli nel gestire casi di abusi nella sua diocesi. «Sono addolorato per la mia mancanza di attenzione» ha affermato monsignor Heinrich Timmerevers della diocesi di Dresda-Meissen. La dinamica sostanzialmente è sempre la stessa: alle segnalazioni ricevute su presunte violenze, il vescovo ha optato di tutelare il buon nome della diocesi e ignorare le vittime, allontanando in un altro luogo il prete sospettato. «Oggi so che è stato un errore non aver dato seguito. Con il senno di poi, ho sbagliato. Quindi si può parlare di colpa. Non spetta a me assolvermi da questa colpa. Ma mi scuso. Le mie azioni dovrebbero riflettere che ho imparato da questo» ha affermato alla agenzia cattolica KNA, aggiugendo che i vescovi in passato erano «abituati a trattare questo argomento come un tabù».

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Nel frattempo l'opinione pubblica e persino i giornalisti cattolici tedeschi si stanno mobilitando per chiedere una maggiore trasparenza nella Chiesa in seguito alla pubblicazione di uno studio sugli abusi nella diocesi di Muenster. «Il diritto canonico non dovrebbe essere una giustizia segreta» ha dichiarato il presidente della Società degli editori cattolici (GKP), Joachim Frank. Ha così insistito sulla necessità di arrivare a udienze pubbliche e alla pubblicazione delle sentenze, visto che le condanne devono essere rese note e i media devono avere il diritto di informazione e divulgazione. Ma proprio in questi giorni in Vaticano è stato pubblicato il vademecum contenente le indicazioni pratiche sui processi canonici, in cui viene confermata definitivamente la linea della totale segretezza dei procedimenti canonici e, soprattutto delle sentenze. L'ennesimo atto garantista nei confronti dei preti pedofili. 

Anche il vescovo di Muenster ha spezzato una lancia in favore della trasparenza: «I tribunali potrebbero rendere le decisioni amministrative della Chiesa più trasparenti e legalmente verificabili, soprattutto nei casi di abuso» ha spiegato il vescovo. 

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Dalla ricerca sugli abusi a Muenster risulta che tutti i vescovi della diocesi dopo la seconda guerra mondiale hanno commesso gravi errori nel trattare i casi dei preti pedofili. Michael Keller (in carica dal 1947 al 1961), Joseph Hoeffner (dal 1962 al 1969), Heinrich Tenhumberg (dal 1969 al 1979) e Reinhard Lettmann (dal 1980 al 2008) hanno ripetutamente impiegato ecclesiastici condannati, spostandoli e consentendo di commettere ulteriori reati. Muenster, con circa 1,8 milioni di cattolici, è la seconda diocesi più grande della Germania dopo Colonia.

Nel frattempo, in Germania, da quando è stata istituita, circa un anno e mezzo fa, la Commissione indipendente per i risarcimenti alle vittime della pedofilia (UKA) sono state esaminate più di 1.000 domande. Alla fine di maggio, la commissione aveva preso in visione 1.136 domande, approvando pagamenti per un totale di circa 25 milioni di euro, ha dichiarato la presidente dell'UKA Margarete Reske all'agenzia di stampa cattolica tedesca (KNA). Altre 676 sono in attesa di una decisione.

Inutile dire che la Chiesa cattolica è stata colpita da una crisi di fiducia senza precedenti. Nel giro di poco in Germania tra le 120.000 e le 300.000 persone all'anno hanno lasciato la Chiesa, cancellando così anche la loro quota associativa annuale, la cosiddetta tassa ecclesiastica.

Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 15:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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