Quirinale, niente voto ai positivi: «Manca l’unanimità». Stop al Centrodestra

I parlamentari in isolamento (40 a ieri) non potranno entrare a Montecitorio. Vertice notturno dei capigruppo con Fico. Ammesso chi ha febbre ma tampone negativo

Lunedì 17 Gennaio 2022 di Diodato Pirone
Quirinale, voto elettori anche con febbre se negativi al tampone. Ipotesi Covid hotel vicino Montecitorio per i positivi

I Grandi Elettori del presidente della Repubblica positivi al Covid-19 non potranno votare per il nuovo Capo dello Stato.

E’ il risultato di fatto della lunghissima riunione dei capigruppo tenutasi nella tarda serata di ieri alla presenza del presidente della Camera, Roberto Fico. A ieri risultavano contagiati una quarantina fra i 1.009 elettori. Con 40 parlamentari che non possono votare - ammesso che i numeri non cambino nei prossimi giorni - diventa più difficìle raggiungere il quorum di 505 voti necessari per l’elezione del nuovo inquilino del Colle a partire dalla quarta votazione. In altre parole, da un punto di vista dei numeri adesso diventa più facile la strada di una candidatura condivisa fra tutti i partiti e si complica la prospettiva di una candidatura di un polo politico come quella di Silvio Berlusconi.

La linea 

Nella capigruppo in buona sostanza è passata la linea di Pd, M5S e LeU, opposta a quella del centro-destra e di Italia Viva, secondo la quale la Camera dei Deputati è un luogo di lavoro come tutti gli altri e in un nessun ufficio o in nessuna fabbrica è consentito l’ingresso di un lavoratore contagiato. «Non si tratta di impedire il voto di qualcuno ma del rispetto di disposizioni che valgono per tutta la collettività - sottolinea il capogruppo di Leu Federico Fornaro al termine della riunione - Se si fosse trattato di un unico voto forse si sarebbe potuta fare un’eccezione. Ma l’elezione del Capo dello Stato può richiedere molti giorni. L’andirivieni di contagiati nella Camera avrebbe fatto correre troppi rischi ai parlamentari e al personale».

 

La forze del centro-sinistra hanno avuto buon gioco anche perché il presidente Fico ha chiarito nel corso della discussione che avrebbe potuto cambiare le regole generali fisaate dal ministero della Salute e adottate dalla Camera solo in presenza di una decisione unanime di tutti i partiti. Una ipotesi di scuola. Niet anche per l’ipotesi del voto elettronico da casa.. Il centro-destra, in particolare Forza Italia, ha provato a chiedere l’introduzione di regole nuove che consentissero di far arrivare a Roma su proprie auto i parlamentari contagiati e di raccoglierli in un Covid Hotel vicino Montecitorio, ma dopo due ore di discussione questa ipotesi - pur vista favorevolmente da molti costituzionalisti anche di sinistra- è tramontata.

Tolta di mezzo la questione del voto dei positivi Fico ha aperto a due possibilità sulle quali il consenso è stato unanime. La prima: una istruttoria per fissare regole che consentano a deputati e senatori con l’influenza, e quindi con qualche linea di febbre, di entrare in aula purché possano mostrare un tampone negativo. La seconda: un’altra istruttoria per “interpretare” le regole sul Super Green pass che bloccano sulle isole alcuni Grandi Elettori non vaccinati che non possono prendere aerei o traghetti per raggiungere Roma. In entrambi i casi, comunque, gli interessati si contano sulle punta delle dita e dunque sono di fatto ininfluenti ai fine delle votazioni. Va detto che sulla questione del Super pass che blocca i parlamentari sardi o siciliani è attesa per domani una pronuncia della camera di consiglio straordinaria della Corte Costituzionale su un ricorso presentato da cinque parlamentari non vaccinati.


Intanto la questione del voto per i Grandi Elettori contagiati anima il dibattito fra i costituzionalisti. Quasi tutti sono favorevoli a permettere il voto o grazie alla tecnologia o predisponendo percorsi protetti che evitino contatti. Dice Salvatore Curreri, docente di Diritto Parlamentare che suggerisce il voto a distanza. «Il Parlamento in seduta comune è un semplice seggio - dice Curreri - Non c’è dibattito. Perché non votare da casa?». «E’ scorretto impedire il voto di un Grande Elettore che può assentarsi di sua volontà ma non vedersi impedito nel suo diritto», rincara la dose Giuseppe Guzzetta, che insegna a Roma2. La soluzione di un luogo fisico protetto per consentire il voto è perorata da Francesco Clementi, docente di Diritto pubblico a Perugia che insiste sul «diritto di voto» di tutti i parlamentari, anche i no vax: «Il quorum fissato dalla Costituzione - osserva - determina un dovere e un diritto».

Ultimo aggiornamento: 18 Gennaio, 14:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA