Pd, 62 collegi per evitare il "cappotto": da Ancona alla Sardegna, quali sono i seggi contendibili per Letta

Dossier alla mano l'impresa è ardua. Della sessantina di seggi che consentirebbero al Pd di invertire la rotta solo 39 sono in realtà uninominali

Mercoledì 7 Settembre 2022 di Francesco Malfetano
Pd, 62 collegi per evitare il "cappotto": da Ancona alla Sardegna, quali sono i seggi contendibili per Letta

Sessantadue collegi. La distanza tra il "cappotto" della destra e la non-vittoria di Giorgia Meloni passa per soli 62 collegi. È quanto sostiene uno studio riservato che, riprendendone uno già disponibile prima della rottura con Azione, da giorni si trova sulle scrivanie del Nazareno. Un report che ieri ha spinto il segretario dem Enrico Letta a convocare di buon mattino tutti i candidati del Partito democratico per spronarli a dare di più agitando lo spettro di uno «scenario da incubo» che vede il centrodestra ottenere il 70% dei seggi in Parlamento. E cioè evitare la possibilità che la coalizione FdI-Lega-FI-Noi moderati possa modificare la Costituzione in senso presidenzialista senza passare per il referendum abrogativo.
L'obiettivo - meno di un pareggio, quasi una vittoria - è a portata di mano. A patto però di strappare alla destra i collegi contendibili e, per quanto riguarda la parte proporzionale, ottenere il 4% in più dei consensi rispetto agli attuali sondaggi spingendo sul voto utile (e depotenziando Terzo polo e M5S).

Letta: «Democrazia, autodeterminazione popoli e pace sono valori non negoziabili»

I seggi in bilico e il nodo proporzionale

Dossier alla mano l'impresa è ardua. Della sessantina di seggi che consentirebbero al Pd di invertire la rotta solo 39 sono in realtà uninominali (è cioè sufficiente appena un voto in più dell'avversario per risultare vincitori). Di questi 24 sono oggi considerati persi e 15 invece, in bilico. Ma il vero snodo cruciale è quel 4% in più da ottenere nella competizione proporzionale perché, pur trattandosi di un incremento «piuttosto lieve» secondo gli analisti e secondo Letta che parla di una «perversione» della legge elettorale, permetterebbe a circa 40 collegi di cambiare colore. Affinché l'incremento risulti davvero efficace però, questi circa 20mila voti in più (5mila per Montecitorio e 15mila per palazzo Madama) dovrebbero essere spalmati piuttosto uniformemente sull'intero territorio nazionale. E se recuperare alcune aree tradizionalmente rosse come Emilia-Romagna e Toscana, tutt'altro che blindate in questa tornata elettorale, è tutto sommato plausibile.

Meloni, missione bollette: «Servono i rigassificatori e le sanzioni funzionano»

Missione (quasi) impossibile a Trento e Bari

Così come lo è registrare un buon risultato nelle grandi città già oggi amministrate dai dem (Roma, Napoli, Torino, Milano, Bologna e Firenze) è senza dubbio più difficile strappare al centrodestra i seggi disponibili in territori contesi come Trento, Ancona, Bari o la Sardegna. In pratica per Letta, con uno sforzo sostenibile, la simulazione assegna al centrodestra "solo" 105 seggi in Senato contro i 125 che i sondaggi gli accreditano in questa fase. E 203 alla Camera, al posto dei potenziali 245. In altri termini i dem, «in questi 17 giorni» di campagna elettorale rimanenti, dovranno spingere sull'acceleratore oppure - come ha chiosato grave il segretario ieri - si andrà verso «una torsione ipermaggioritaria» del Parlamento che porterebbe il paese «verso l’abisso».

Ultimo aggiornamento: 9 Settembre, 10:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA