Letta, il piano per il Sud: 900mila assunzioni nella PA. «E nessuno tocchi il Pnrr»

Sfida ai grilli sul Reddito: "Chi vota Conte lo perderà". Ma nel partito c'è chi apre ai 5S

Lunedì 12 Settembre 2022 di Francesco Bechis
Letta, il piano per il Sud: 900mila assunzioni nella PA. «E nessuno tocchi il Pnrr»

La parola d'ordine è una sola: riscatto. E per il fronte progressista in corsa alle elezioni il riscatto partirà dal Sud Italia. Enrico Letta ne è convinto e suona la carica dalla Puglia.

Ieri il segretario del Pd ha presentato «la Carta di Taranto» durante un comizio dall'omonimo capoluogo, altra tappa dell'Eco-tour sul bus elettrico partito venerdì da Brescia. Sette punti programmatici, dalla sanità alla scuola fino alla legalità, per un «manifesto per il Sud e le isole». «Difenderemo i fondi per il Mezzogiorno perché siamo convinti che il Pnrr sia la più grande occasione per le infrastrutture virtuali e fisiche», promette Letta sul palco, con lui i governatori di Puglia e Campania Michele Emiliano e Vincenzo De Luca e il responsabile Enti Locali Francesco Boccia. La proposta cardine? Da qui al 2029, «un totale di 900mila nuove assunzioni» nella PA, si legge nel documento, di cui 300mila entro il 2024. Numeri eloquenti che in serata attirano una stoccata dal leader di Azione Carlo Calenda, «Letta sta delirando».

LA CARTA
«Vogliamo una PA forte, efficace, giovane, digitale», garantisce da parte sua il leader dem snocciolando gli altri punti del programma per il Meridione. Come l'impegno a «portare entro il 2027 la spesa in sanità al 7% del Pil» e a «superare il criterio della spesa storica che per anni ha privato di risorse questi territori». Ma anche il varo di «un Piano nazionale per l'acqua e la siccità» con una Cabina di regia a Palazzo Chigi e la promessa di «realizzare la fiscalità di vantaggio per il lavoro al Sud attraverso il negoziato con la Commissione europea». La premessa, chiarisce Letta, è mettere a terra i fondi europei per il Sud congelati da iperburocrazia e inerzia politica. Qui l'attacco è per il segretario della Lega Matteo Salvini, che in Puglia sarà candidato nel plurinominale, «vuole rubare un seggio ai pugliesi e regalare un seggio al Nord a qualche amico di Pontida», tuona Boccia. «La Lega ha deciso di ritornare all'idea originaria di un'Italia differenziata in cui c'è un Nord che va per conto suo e lascia al Mezzogiorno le briciole», attacca invece l'ex premier, che ha poi proseguito il tour a Bari e Foggia. Una tappa, quella pugliese, che ha un doppio significato per i dem in cerca di rimonta contro il centrodestra e a caccia di voti fra il 42% di indecisi fotografato dagli ultimi sondaggi. «Sui collegi uninominali in Puglia si giocherà buona parte della partita», ammette Letta. Per recuperare terreno al Sud deve frenare l'avanzata del Movimento Cinque Stelle che con Giuseppe Conte continua a risalire la china sventolando la bandiera del Reddito di cittadinanza. Memore del «cappotto» incassato nel 2018 dal Movimento conquistando tutti e 24 i collegi uninominali. È una sfida difficile oggi, tanto più nella terra in cui a guidare il partito sono i «campo-larghisti» Emiliano e Boccia, disponibili a riaprire il dialogo in un futuro per niente remoto. Letta alterna aperture e affondi. Spiega che il Reddito rimarrà parte integrante dell'agenda dem. Ma avvisa anche che chi vota Conte «semplicemente lo perde» perché «vota di fatto Meloni che lo vuole abolire».

SFIDA A CONTE
Contro il leader M5S si scaglia anche lo «Sceriffo» De Luca. «È un turista svedese - l'accusa - noi difendiamo l'agenda sociale più dei Cinque Stelle». Emiliano invece sorvola e davanti alla platea tarantina lancia un ultimatum al centrodestra fra gli applausi del segretario: «La Puglia è la Stalingrado d'Italia, sputeranno sangue se vorranno passare qui. Noi non abbandoneremo mai il campo». Tanto sonoro da arrivare alle orecchie di Giorgia Meloni, in piazza Duomo a Milano: «La sinistra passa la giornata a costruire un mostro», la replica al vetriolo della leader di FdI. Nel pomeriggio, a Bari, Letta rimette nel mirino la sua migliore avversaria, «ogni volta che sento la frase rinegoziare il Pnrr ci leggo dietro un nuovo scippo del 40% della clausola di premialità al Sud». Nel capoluogo incontra il sindaco Antonio Decaro. Nelle ultime settimane le quotazioni del presidente dell'Anci per la futura segreteria del Pd sono salite vorticosamente, complice il suo attivismo con gli amministratori locali al Sud che al Nazareno non è passato inosservato. Il pressing per una candidatura, dalla Puglia, cresce di giorno in giorno. Ma per il momento il diretto interessato glissa e rema per il 25, «non ci penso».

Ultimo aggiornamento: 06:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA