Conte, il trionfo personale dell'ex premier impensierisce anche Grillo: ora il Movimento è davvero suo

Ha scelto i candidati a sua immagine e ha concentrato tutta la campagna sulla difesa delle fasce più deboli

Lunedì 26 Settembre 2022 di Caris Vanghetti
Conte, il trionfo dell'ex premier che impensierisce anche Grillo: ora il Movimento è davvero suo

Da anonimo professore universitario a leader che ha detronizzato Beppe Grillo dalla guida del Movimento 5 Stelle.

Queste elezioni segnano il trionfo personale di Giuseppe Conte più che quello dei pentastellati, che alle scorse consultazioni politiche erano stati il primo partito italiano con il 32,7% dei consensi, nulla a che vedere con il risultato di oggi, ma comunque molto più di chiunque avrebbe potuto sperare per il partito dell’ex comico solo 70 giorni fa. Un risultato che oggi impensierisce anche il garante. Soprattutto se si considera che la carriera politica di Conte è un unicum nella storia repubblicana, visto che fino al primo giugno 2018, quando divenne presidente del Consiglio del Ministri per la prima volta (la seconda il 5 settembre 2019), non aveva mai militato attivamente in alcun partito. 

Quello che passerà alla storia come il premier che ha guidato l’Italia attraverso i primi drammatici mesi della pandemia di Covid 19, era un docente di diritto privato all’Università di Firenze che fu presentato a Beppe Grillo, allora alla disperata ricerca di qualcuno che potesse diventare premier in quota Movimento 5 Stelle. Nessuno immaginava che Conte sarebbe riuscito in un simile capolavoro politico ed elettorale, neppure i suoi compagni di studi ai tempi del Collegio Villa Nazareth di Roma, una sorta di scuola della diplomazia vaticana, guidata per decenni dal cardinale Achille Silvestrini. Ma evidentemente le arti della diplomazia pontificia sono servite. 

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LA RINCORSA

Una rincorsa, quella realizzata da Conte, perseguita con determinazione fino al punto di far trapelare sui giornali che avrebbe fatto un partito tutto suo se non avesse potuto condurre la campagna elettorale a modo suo. E così, lentamente ma inesorabilmente ha prima scavato il vuoto intorno a Luigi Di Maio e ai suoi, creando una propria rete di fedelissimi, sia tra le nuove leve parlamentari sia tra deputati e senatori di vecchio corso, poi grazie alla voce circolata che era pronto a far cadere il governo Draghi si è liberato dell’ingombrante figura del ministro degli Esteri. 

Il quale per salvare l’esecutivo guidato dall’ex numero uno della Banca Centrale Europea ha dato vita a propri gruppi parlamentari. Una volta bonificato il partito dalla fronda dei dimaiani, è stata la volta dell’accerchiamento di Grillo. Non che il garante del Movimento stravedesse per il titolare della Farnesina, ma comunque si trattava pur sempre di uno dei suoi ragazzi ancorato nel gruppo storico del Movimento 5 Stelle. L’addio di Di Maio a Grillo ha così avuto l’effetto di spingere l’ex comico sempre più nell’abbraccio di Conte, al quale ha consentito di stravolgere molte delle regole fondative del Movimento. Poi è arrivata la svolta politica con i 5 stelle che hanno detto addio all’elettorato rappresentato dalle Piccole e Medie Imprese e si sono concentrati tutti sulla tutela delle fasce deboli che non si sentono più rappresentate dal Pd.

Senza contare la grande scommessa di puntare tutto sulla difesa del reddito di cittadinanza che, specialmente al Sud, ha portato risultati inattesi. Certo non sono gli oltre 350 tra deputati e senatori pentastellati delle precedente legislatura, che peraltro prevedeva l’elezione di 945 parlamentari, ma i grillini eletti oggi sono tutti fedelissimi dell’ex premier. E così coloro che pensavano che Grillo dopo la débâcle elettorale di Conte avrebbe provveduto a sostituirlo rapidamente con figure del calibro dell’ex sindaca di Roma, Virginia Raggi, o di Alessandro Di Battista, adesso si trovano a fare i conti con un presidente del Movimento 5 Stelle fortissimo del proprio successo elettorale che non deve più nulla all’ex comico. Che peraltro, non ha speso neppure un giorno per appoggiare la campagna elettorale dei 5 stelle. Oggi si apre una nuova fase e il padre fondatore dei grillini dovrà fare attenzione a come si relaziona con l’ex premier con la pochette che si è trasformato nel paladino del Sud e degli elettori di sinistra. 

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