Berlusconi al Quirinale, perché il leader di Forza Italia ha vinto (per ora) il braccio di ferro con Salvini e Meloni

Restano in campo i piani B con altri candidati: ecco le ultime quotazioni

Venerdì 14 Gennaio 2022 di Mario Ajello
Ha vinto Silvio per ora il braccio di ferro con Salvini e Meloni

Elezioni Quirinale 2022 «Silvio, facci vedere i numeri». «Tranquilli, li ho e ne sto trovando altri». E gli invitati si Villa Grande non insistono. Hanno rinunciato ad andare a vedere, mezzi convinti che quello di Berlusconi sia un bluff, ma conviene crederci per restare uniti. E dunque si è arrivati al comunicato finale firmato Salvini, Meloni, Tajani, Cesa, Brugnaro, Lupi: Berlusconi candidato ufficiale del centrodestra.

E si è anche brindato all’accordone con una coppa di Ferrari. Ma qualcuno - dicono non presenti - l’ha bevuto come se fosse un caffè amaro. Allusione a Brugnaro il quale vorrebbe vedere Draghi sul Colle? Sul nome di Berlusconi «lavoreremo per trovare le convergenze più ampie in Parlamento», dicono i leader ma sapendo che Enrico Letta il Cavaliere non lo farà votare mai, che Renzi non sta offrendo la minima sponda e che l’operazione Silvio resta numericamente difficile. Salvini e Meloni in ogni caso si sono arresi per ora alla passione con cui Berlusconi si è lanciato nella sua nuova impresa.

«Sabotare la sua candidatura - fa sapere Salvini ai suoi uscendo da Villa Grande - sarebbe sabotare l’intera coalizione e noi questo non lo faremo mai e infatti non lo abbiamo fatto». Stesso mood la Meloni. Che poi però  i due leader credano che Silvio ce la possa fare è un altro discorso. Intanto alla quarta votazione in campo ci sarà il Cavaliere. E andrà come andrà. I partner del centrodestra hanno chiesto a Berlusconi di vedere i voti che ha raccolto, ossia i cento consensi mancanti alla coalizione per mandare Silvio al posto di Mattarella.

Lui ha assicurato, ma a parole e non a numeri, che quei voti quasi li ha tutti in mano. Loro ci hanno creduto o finto di crederci e intanto a Salvini e Meloni interessa anzitutto un punto e questo spiega perché a Villa Grande non hanno obiettato niente o quasi a Berlusconi: ci tengono che sia il centrodestra, avendo più voti degli altri, a guidare la danza e il danzatore disponibile c’è - il Cavaliere - e comunque anche se lui non dovesse farcela si continuerà a insistere sul fatto che non deve più essere di sinistra o di centrosinistra il Capo dello Stato ma stavolta per la prima volta appartenere a una diversa area politico-culturale.

Ha vinto Silvio per ora il braccio di ferro con Salvini e Meloni, ma i piani B - non B come Berlusconi ma come altri - restano in campo anche se non sono stati illustrati al padrone di casa in queste ore nella dimora sulla via Appia per non farlo offendere: le carte alternative si chiamano Letizia Moratti (in discesa), Franco Frattini (in salita), Marcello Pera (stabile). Sarà davvero arduo, anzi impossibile, dicevano i leader entrando a Villa Grande spingere il Cavaliere alla grande rinuncia e infatti sono stati loro a rinunciare di dirgli di no. E Berlusconi è felicissimo dopo il summit: «Stanno capendo tutti, sia all’Italia sia all’estero, che ci vuole al Quirinale un uomo di pace e di esperienza. Chi meglio di me?». Nessuno gli hanno detto gli alleati, magari non del tutto sinceramente. E lui; «Se ci fossero giganti... Ma giganti in giro non ne vedo». Il colosso è lui. E ha ringraziato per la “lealtà” («Ma non ne avevo dubbio») Matteo e Giorgia e anche Cesa e gli altri accompagnandoli al cancello dell’ex villa Zeffirelli.

Tutti loro però, e lo hanno anche scritto nel comunicato finale dell’incontro a cui hanno partecipato pure Tajani e Gianni Letta, si dicono preoccupati perché ci saranno troppi grandi elettori che causa Covid e quarantene non voteranno. Il che renderebbe più difficile raccogliere tutti i voti che servono e Berlusconi ha bisogno di ogni singolo consenso in ogni parte dell’emiciclo per coronare il suo sogno. E allora: «Chiediamo ai presidente delle Camere - così si conclude la nota congiunta - di garantire il diritto costituzionale voto a tutti i 1009 grandi elettori». Una presa di distanza dalla decisione di Fico di non far votare chi non ha il Green pass o chi sta a casa con la malattia o chi è in regime di auto-sorveglianza. Sani o malati, per Silvio devono votare tutti.

Ultimo aggiornamento: 18 Gennaio, 14:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA