Interessi comuni/ L’epilogo rapido che conviene alla Nato

Venerdì 25 Febbraio 2022 di Alessandro Orsini
Interessi comuni/ L epilogo rapido che conviene alla Nato

La Russia ha invaso l’Ucraina: quale scenario si dischiude per l’Europa? Per rispondere a questa domanda, dobbiamo distinguere lo scenario militare da quello politico, economico e sociale, che sono tra loro in un rapporto gerarchico.

Lo scenario militare è il più importante e condiziona tutti gli altri. Analizziamoli separatamente. 


Sotto il profilo militare, la guerra in Ucraina può essere una guerra lampo o una guerra di logoramento. Una vittoria rapida della Russia porterebbe Putin immediatamente al tavolo della diplomazia, allontanando il pericolo di una caduta dell’economia europea, causata soprattutto dalla crescita esponenziale del prezzo del gas. È giusto e doveroso essere schierati dalla parte della democrazia, ma, se proprio l’Ucraina deve tornare sotto il controllo di Putin, è meglio che accada presto affinché la politica prenda il posto della guerra, con un risparmio importante di vite umane. Ecco perché l’Europa rifiuta l’idea di combattere contro i russi. Se i soldati ucraini sono costretti a contare soltanto sulle proprie forze, la guerra di Putin può diventare un lampo. Questo è il ragionamento dei capi di Stato europei: un ragionamento segreto, ma anche molto umano, che la comunicazione politica non può svelare. D’altra parte, l’unico modo di risparmiare vite umane è impedire le guerre o arrestarle sul nascere: magari la guerra in Siria fosse durata un giorno solo. Quanto agli Stati Uniti, sono danneggiati dalla guerra e avrebbero preferito evitarla, ma, una volta scoppiata, i calcoli strategici degli Stati cambiano lungo la via. Ciò che era dannoso prima, può diventare conveniente dopo e viceversa. Questo insegna la storia militare.


Sotto il profilo politico, il prolungamento del conflitto in Ucraina avrebbe conseguenze significative per gli interessi americani di medio periodo. La Casa Bianca deve fronteggiare una grande sfida alla sua egemonia in Europa rappresentata dalla penetrazione strategica di Cina e Russia, peraltro sempre più allineate, o forse alleate, contro gli Stati Uniti. Un conflitto prolungato impegnerebbe la Russia in una guerra logorante, danneggiando i suoi rapporti politici con i Paesi dell’Unione Europea. Il che renderebbe più difficile la realizzazione del gasdotto Nord Stream 2, sempre temuto dagli Stati Uniti. Obama, Trump e Biden, sono suoi fieri oppositori. Da una parte, gli Stati Uniti temono la Cina, che preme alle porte dell’Europa con la sua nuova via della seta; dall’altra, temono la Russia, che rende l’Europa dipendente dal suo gas. Nord Stream 2, ricordiamolo, indebolisce Kiev e rafforza Mosca poiché consente alla Russia di trasportare il gas in Germania senza passare per l’Ucraina.

La Russia può contare su tanti amici in Europa. I partiti politici europei, che hanno ottimi rapporti con Putin, non sono pochi e si fanno sentire nei Parlamenti (e pure nei governi) a iniziare dall’ex cancelliere tedesco Gerhard Schroeder. Agli Stati Uniti andrebbe bene un mutamento dell’opinione pubblica europea verso la Russia e, quindi, verso tutti gli Schroeder d’Europa. Sotto il profilo sociale, questi mutamenti nei sentimenti collettivi avvengono di rado e, generalmente, sono provocati dalle guerre. Più la guerra dura, più Putin sarà inviso agli europei, soprattutto alle nuove generazioni, che rappresentano il futuro. Resta lo scenario economico, di cui sappiamo quasi tutto. Non sappiamo, ad esempio, che, in materia di sanzioni, l’Europa è in una posizione più debole di Putin: è il presidente russo ad avere il coltello dalla parte del manico. Quando Biden dice che le sanzioni avranno “effetti devastanti”, dovrebbe chiarire per chi: per l’Europa o per la Russia? La risposta non è scontata e potrebbe non piacere all’opinione pubblica europea. Ricordiamo che l’Iran convive con le sanzioni dal 1979, ma il suo regime, molto più debole di quello russo, è sempre in piedi. Un discorso analogo vale per la Corea del Nord. Perché la Russia dovrebbe fare eccezione?

aorsini@luiss.it

Ultimo aggiornamento: 26 Febbraio, 08:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA