Non è un fenomeno di massa, certo.
L’Abi ha stipulato un protocollo d’intesa con il ministero dell’Interno per la prevenzione delle truffe di natura finanziaria agli anziani che ha comportato l’istituzione presso le Prefetture di Comitati con finalità informative e formative al fine di accrescere la conoscenza di questa materia da parte dei cittadini e di rafforzare la sicurezza dell’agire nel campo finanziario. E’ prevista una serie di iniziative che interessano anche la stampa e la pubblicità. Le associazioni dei consumatori e i sindacati dei bancari fanno la propria parte. Molto rientra nel campo dell’educazione finanziaria che dovrebbe essere oggetto di una trattazione particolare per gli anziani. Occorrono dati e analisi sulle truffe e, più in generale, sui progressi dell’alfabetizzazione che dovrebbe diventare materia di insegnamento obbligatorio in tutte le scuole di ogni ordine e grado, mentre vanno studiati progetti articolati per gli adulti.
In occasione del mese dedicato all’educazione finanziaria, l’ottobre di ogni anno, una sezione particolare del programma, anche con riferimento alla digitalizzazione, andrebbe dedicata alla terza età. Sui mezzi di comunicazione di massa dovrebbero pubblicarsi istruzioni e caveat, secondo un programma dei cui effetti misurare poi l’impatto. Potrebbe concorrere l’apporto del volontariato e di quegli stessi anziani che, grazie al loro curriculum, abbiano una particolare competenza in materia. E’ altresì opportuno che le direzioni delle singole banche stabiliscano criteri e modalità - con i relativi controlli - per i rapporti con gli anziani che molto spesso preferiscono il contatto diretto allo sportello con gli operatori bancari, piuttosto che ricorrere agli sviluppi a distanza dell’home banking. Ma non andrebbero esclusi riscontri e monitoraggi sul piano informatico.
La sollecitazione non ha certo quale obiettivo di demonizzare una categoria particolare di operatori, né risponde all’intento di farne un assurdo “hortus conclusus”. Purtroppo sono i fatti che comprovano la necessità di mantenere una doverosa attenzione sui rischi dello sviluppo delle attività fraudolente in un ambiente a rischio, ciò che si impone a maggior ragione per le Authority che hanno competenze nel settore. Poi vi è tutta un’altra parte che rientra nel campo delle attribuzioni delle forze dell’ordine, quindi dell’autorità giudiziaria.
L’occasione del recente disegno di legge promosso dal governo dal titolo “Patto per la Terza Età” che mira a una nuova forma di welfare per questa categoria di cittadini, andrebbe colta anche per trovare un qualche spazio al fine di rafforzare la sicurezza degli anziani nelle operazioni finanziarie. Lo impone il rilancio della valorizzazione della terza età che da tempo si è affermata, anni luce ormai lontana dalla “senectus ipsa morbus” di Terenzio.