Un caos evitabile modificando il calendario della Serie A

Lunedì 9 Gennaio 2023 di Andrea Sorrentino

L'Italia bloccata in autostrada, nel giorno che per molti era quello del rientro dalle vacanze. E per colpa di delinquenti travestiti da ultrà del calcio, anche se il calcio ne è in qualche modo responsabile, per non dire che in alcuni casi è fin troppo contiguo a certe realtà: ed è un’altra delle questioni che proprio non vanno, nel pirotecnico Titanic del pallone italiano, che annaspa. 
Solo che ora, con i soliti rimorsi tardivi ovvero col senno del poi, si scopre che la chiamata alle armi era partita due mesi fa.

Quando il 10 novembre scorso la Legacalcio aveva ufficializzato i calendari della serie A di gennaio e febbraio, il manipolo di scalmanati che ieri si è dato alla guerriglia autostradale, fermando il traffico sull’A1, aveva già cominciato a darsi appuntamento: via social, e non solo. Tutto evitabile: a ottobre erano partite le provocazioni: uno striscione e reazioni pesanti sul web.

E tutto deflagra all’autogrill di Badia al Pino, luogo fatale che era costato la vita a Gabriele Sandri nel 2007. Napoletani contro romanisti, in una riedizione della faida che va avanti dal 1987, per colpa di una di quelle “ferite all’onore”, dai contorni tribali, che spesso animano le guerre tra ultrà: all’epoca fu un gesto dell’ombrello di Salvatore Bagni ai tifosi romanisti, pensate quale offesa da lavare col sangue, e nei decenni. 

Ne è scaturita un’inimicizia violenta e grottesca, con numerosi scontri negli anni, che sfociò nell’omicidio di Ciro Esposito da parte di Daniele De Santis, nel 2014. Da allora, l’Osservatorio nazionale ha vietato le trasferte di romanisti verso Napoli, e viceversa. Ma l’occasione fa l’uomo ladro, soprattutto certi uomini. E la coincidenza dei due gruppi ultrà in viaggio autostradale verso il nord (da tempo sono vietate le trasferte in treno), ha ingolosito i facinorosi. Anche a causa di una programmazione sbagliata della giornata di campionato, conoscendo certe faide: ma da molti anni i calendari della serie A vengono stilati con un pesante intervento delle tv che detengono i diritti, e che decidono gli orari delle partite basandosi su esigenze di palinsesto, non di ordine pubblico. Samp-Napoli alle 18, Milan-Roma alle 20.45 significano incroci possibili sull’A1.
Anche ieri si è trattato di minoranze, certo, che non rappresentano i tifosi italiani, ma è inaccettabile che i cittadini soffrano le conseguenze di certi gesti: i 13 km di coda ieri in autostrada gridano vendetta. Un Paese non può essere bloccato così. Qualcosa è senz’altro mancato nella prevenzione degli incidenti, se è vero che erano annunciati e che ieri a Badia al Pino c’era solo una decina di agenti di guardia. Si deve fare di più, si può fare di più, soprattutto in tempi di “Grandi Occhi e Orecchie”. 

Ma è pur vero che il calcio non si aiuta, e non aiuta chi non lo vede di buon occhio: il fenomeno ultras è ancora troppo fuori controllo, e troppo vicino a certe società calcistiche. A questo punto saranno opportuni provvedimenti drastici, con un ulteriore taglio alle trasferte. Vietarne di più, per stare più tranquilli tutti. Un giro di vite è necessario. Ne va della serenità dei cittadini, e dei tifosi veri di calcio: ce ne sono ancora a milioni, autentici, appassionati e non violenti, ma stanno diminuendo. A qualcuno interessa?

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