Fedez scivola sulla beneficenza in Lamborghini: la spettacolarizzazione che non piace

Martedì 15 Dicembre 2020 di Mario Ajello
Fedez scivola sulla beneficenza in Lamborghini: la spettacolarizzazione che non piace

No, Fedez. Stavolta, no. La spettacolarizzazione della beneficenza è un po’ troppo. Anche per chi finora non ne ha sbagliata una e rappresenta, in formato coppia, i Ferragnez, un modello positivo, capace di parlare a tutti e di trasmettere giusti valori. Non a caso, e a ragione, il governo si è rivolto proprio a loro per farsi aiutare nella campagna diretta ai giovani in favore dell’uso della mascherina. Ma allora perché no, Fedez, stavolta no? 

Perché andare in giro per Milano a bordo di una Lamborghini gialla, la sua auto, regalando mille euro ciascuno a 5 sconosciuti e bisognosi, un senzatetto, una cameriera del McDrive, un rider, un artista di strada, un volontario, somiglia al gesto di un re che dona brioche.

Di un monarca d’ancien régime, certamente più sincero rispetto a quelli, che esibisce la sua bontà non risolutiva dei problemi generali.

Fedez, un Babbo Natale in Lamborghini: regala mille euro a 5 persone in difficoltà per il Covid

Di una popstar che sceglie l’ennesimo palcoscenico dove animare - con l’aiuto di una fuoriserie scintillante quanto una vecchia carrozza nobiliare: «La mia macchina? La prossima volta prenderò la metro!» - lo show del buonismo non silenzioso e della carità super-mediatica. Quando invece la carità, per risultare vera e profonda, dovrebbe preferibilmente nutrirsi di riservatezza e quasi di pudore. Il beau geste di George Clooney e della moglie Amal, se è quello l’esempio, non pare somigliante all’iniziativa di Fedez. Il grande attore e regista americano infatti ha versato oltre un milione di dollari per sostenere chi si trova in difficoltà a causa del Coronavirus. Non è andato però in giro per le strade a fare i suoi doni, come un Babbo Natale, bensì ha destinato i suoi aiuti a fondazioni benefiche. Soprattutto, la differenza con Fedez è che i soldi donati da Clooney derivano direttamente dal suo portafoglio e non da una sottoscrizione di fan. 

 

Non ci costringa l’episodio milanese a citare il Vangelo, perché non ne abbiamo affatto voglia, ma lì c’è scritto: «Quando fai l’elemosina, non far suonare la tromba davanti a te». Laicamente parlando, c’è da dire che sbagliano gli hater a saltare al collo di Fedez e a riempirlo di cattiverie e di improperi sui social. Il rapper milanese ha fatto solo una scivolata, ma siccome è intelligente e non ne ha mai sbagliata una, questa - e lo diciamo con simpatia - forse se la poteva evitare. Tra i cinque fortunati destinatari dell’offerta Fedez, scelti dal popolo della rete sulla piattaforma Twitch, ci sono rappresentanti di categorie sociali fortemente penalizzate dall’emergenza Covid e persone incontrate per strada. I soldi donati non sono del cantante ma frutto di una colletta on line dei suoi fan. Sono stati i follower a scegliere a chi far recapitare i 5mila euro. «Ce l’abbiamo fatta, ci abbiamo messo tre orette a consegnare il denaro. È stato veramente estenuante, ma è stato bello», ha commentato Fedez.

Il marketing e l’auto promozione vanno benissimo. Ma forse servirebbero dei limiti anche in questo, dei vincoli personali, una misura e una responsabilità che in questo caso sembrano non esserci. Producendo una forzatura che non si addice a un personaggio così, che tra l’altro insieme alla Ferragni ha raccolto tanti finanziamenti per la lotta al Covid e per l’ospedale San Raffaele e rappresenta con la moglie - e tramite i video con il piccolo Leone e con la Mati, il famoso cagnolino - un esempio per tantissimi giovani ma anche adulti che si fidano di loro e che anche in questa occasione difendono il cantante a spada tratta, giustificandone la scivolata.

Il narcisismo del bene è un classico. Ma uno innovativo come Fedez, che è nemico del populismo a cui ha dedicato anche un album piuttosto bello: «Pop-hoolista» e che è critico rispetto alla deriva dell’iper-spettacolarizzazione, è proprio quello che potrebbe tenersene lontano. Ma anche un bravo rapper, e un buon italiano, ogni tanto sonnecchia. Ed è un peccato perché l’Italia ferita dal Covid ha bisogno di tutte le sue migliori energie.

Ultimo aggiornamento: 12:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA