La corsa delle donne per l’Eliseo: la Pecresse contro Marine Le Pen

Domenica 5 Dicembre 2021 di Maria Latella

Mentre in Italia si discute (molto in astratto) sulla possibilità di una donna al Quirinale, i francesi avranno addirittura tre donne in competizione tra loro per sottrarre l’Eliseo al maschio presidente uscente, Emmanuel Macron. 
Da ieri infatti anche Les Republicains, il partito di centrodestra che per anni si è riconosciuto nella leadership di Nicolas Sarkozy e poi in quella di Francois Fillon, hanno scelto una donna come candidata: Valerie Pecresse, 54 anni, presidente della regione Ile de France, sposata con il manager Jerome e madre dei suoi tre figli.

Ha vinto 60 a 39 contro il sanguigno Eric Ciotti, deputato delle Alpi Marittime, e prima ancora aveva spazzato via nomi di peso come quello di Michel Barnier, il negoziatore della Brexit, e come Xavier Bertrand, popolare nella Francia del Nord.
Non molti, a dire il vero, avrebbero scommesso su questa parigina nata il 14 luglio, giorno della presa della Bastiglia, nel sobborgo più chic e borghese vicino Parigi, Neully sur Seine, lo stesso dove cominciò la sua ascesa politica Sarkozy.


Adesso, dopo la sua affermazione, i media e gli ambienti conservatori cominciano a vederla come una che può farcela a disarcionare Macron e non far arrivare al ballottaggio Marine Le Pen.
Qualche segnale in questo senso già si coglie.

Due per la verità: le dichiarazioni “tranchant della Le Pen («Mi dispiace per gli elettori Republicain») e quelle invece sorprendentemente disponibili di Jean Luc Melenchon. Il leader del partito di sinistra “La France Insoumise” l’ha subito invitata a un dibattito tv, elevandola al ruolo di avversario da battere. Per la serie «la nemica del mio nemico (Macron, ndr) è mia amica».


Ma chi è questa cinquantenne elegante che dovrà vedersela con il presidente in carica, con il pirotecnico giornalista Eric Zemmour e con due donne, Marine Le Pen e (sia pure molto distanziata nei sondaggi) Anne Hidalgo?
Il termine “moderata” è quello che più le si addice. Ed è il tasto sul quale giocherà tutte le sue carte, in contrapposizione alla destra di Eric Zemmour e di Marine Le Pen. Ai quali ha dedicato uno dei suoi primi messaggi: «Non c’è bisogno di essere estremisti per essere efficaci, non c’è bisogno di insultare per essere convincenti».
Quanto a Macron, si capisce già che gli opporrà il suo essere “donna del fare”, mentre, secondo lei, al presidente piace solo piacere. “Plaire” contro “faire” secondo la comunicazione studiata dallo staff di Pecresse: Macron Narciso inconcludente, lei pragmatica, moderata nei toni ma preparata al governo.


Di famiglia solidamente borghese e originaria del sud est della Francia, suo padre era professore mentre il nonno materno, Louis Bertagna, psichiatra, aveva in cura Laurence, una delle due figlie di Chirac, malata di anoressia. Proprio con Chirac la giovane Valerie ha mosso i primi passi in politica, diventando deputata nel 2002, poi ministro in vari dicasteri. Chirac è stato il suo mentore, l’uomo che le ha insegnato quanto in politica conti la presenza fisica. «Un giorno mi ha convocato e mi ha detto: “Stringimi la mano”. Voleva vedere se avevo una stretta di mano da vero politico, forte, rassicurante. E poi mi ha detto ancora: “Abbracciami”. Ero incerta, lui mi ha spiegato che per creare un vero legame con un potenziale elettore bisogna abbracciare con tutto il corpo».


L’altro uomo importante nella vita di Valerie Pécresse, e questa volta sotto l’aspetto sentimentale, è il marito Jerome, ingegnere, presidente di Alstom Renewable Power e parte di quel club esclusivo dei manager formati al Politecnico. Una coppia a doppia carriera dove lui, Jerome, ha scelto da tempo di sostenere con discrezione l’ascesa della moglie: «Non si può fare politica senza il supporto del partner», ha osservato in una delle rare interviste quello che potrebbe diventare “le premier monsieur” della Repubblica.


Che la coppia Pecresse abbia qualche chance di vittoria lo si deduce dall’improvvisa attenzione dedicata loro dalla stampa “people”. Anche i Macron, all’inizio della campagna elettorale, godettero di colpo di copertine e servizi glamour. Non è ancora il segnale che qualcosa si stia spostando sul fronte dell’establishment francese e non è detto che il fattore novità, una donna moderata all’Eliseo, alla fine convinca la Francia profonda, ma certo da oggi Emmanuel Macron ha una rivale in più. Probabilmente più temibile di Marine Le Pen.

Ultimo aggiornamento: 07:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA