La bolla Nba e il calcio/ Se si isola LeBron può farlo anche Cr7

Giovedì 15 Ottobre 2020 di Alvaro Moretti

Non puoi normalizzare quello che normale non è e non sarà mai.

Come la crisi della pandemia da Covid. La vita ce la inventiamo ogni giorno, a seconda del Dpcm ultimo arrivato. Ecco, lo sport mondiale, forse, ha pensato a qualche deroga.

Ha pensato che qualche scivolamento, qualche buco nelle bolle di protezione si potesse tollerare. Che si potesse fare come nella vita, quella di prima. Con il Covid, però, le cose non stanno così, non vanno così. Ronaldo, Fognini, Diawara, McKennie... Ogni giorno il bollettino degli sportivi contagiati è una litania. Gli esempi virtuosi affrontati con rigore, senza allontanarsi mai dai dettami iniziali si chiamano – appunto – bolle.

Cioè isolamento, non solo fiduciario, dei gruppi di atleti coinvolti nella competizioni a cui non si può proprio rinunciare. Serietà massima nel negare a chiunque di avvicinare i luoghi in cui gli atleti e gli staff risiedono, quando non competono. Isolamento. E’ duro, certo, l’isolamento, ma necessario: da movimenti che generano ricavi miliardari; da personaggi che guadagnano per le loro prestazioni milioni si pretendono comportamenti seri e organizzazione ferrea.

E’ troppo, forse? Lo sport professionistico (ma quello dilettantistico anche) sta rischiando seriamente il default: non ha pubblico da mesi e vive di diritti tv. Riuscire a portare a termine con puntualità (o quasi) le proprie competizioni è condizione essenziale per sopravvivere. Chi ha condotto la nave in porto, in questi mesi complicati, è stato rigoroso: la Nba ha celebrato nella notte di domenica l’atto finale con un titolo consegnato ai Lakers di LeBron. La Nba agisce nei confronti dei club (lì le chiamano franchigie) come un mastino: norme uguali per tutti, cibo uguale per tutti (niente buffet), tre albergoni a Disneyland a Orlando e mesi di isolamento.

Quando qualcuno ha provato a fare lo spiritoso e violare le consegne, con tanto di anello segnalatore, s’è beccato 10 giorni di isolamento in camera. Non si pensi che da LeBron in giù quei ragazzi siano stinchi di santo. Nè che le tentazioni (anche quelle da focolare familiare) siano mancate. Ma sono mancati i positivi: oltre 1500 tra atleti e addetti vari che nella bolla hanno vissuto e portato a termine la missione senza Covid. La bolla è costata 180 milioni, ma il capo dell’Nba, Adam Silver (che non sta a sentire nessuno dei ricchissimi patron di Lakers e Boston Celtics, delegato a governare) ha pagato per non bucare la bolla e far sgonfiare il pallone a spicchi. E la Nba ha vinto: nessun match cancellato, a differenza del football americano o baseball. Il calcio italiano ha saputo condurre a termine il campionato scorso con rigore analogo e ha vinto la sfida.

Oggi, per non rischiare uno stop deve pretendere serietà superiore ai suoi: la vicenda Juve-Napoli ha raccontato di protocolli sull’isolamento non rispettati, di un fai-da-te che il virus e le norme a sostegno di questa crisi rendono insostenibile. Evitare i viaggi non essenziali, sarebbe un comandamento... La Uefa e la Fifa lo capiscono che “giocare” alla Nations League ha esposto gli atleti al contagio in modo insensato, costringendo gli atleti a commettere illeciti amministrativi e forse penali? Così si rischia di rimettere tutto in discussione, a partire dalla Champions League e – guardando avanti – le qualificazioni a Mondiali ed Europei. Il ct del calcio Mancini dice che la bolla è una soluzione, ma che per il campionato di serie A non è sostenibile.

Il prezzo della deregulation però è un’incertezza che insinua in tantissimi il dubbio se la stagione appena cominciata potrà essere portata a termine. Gli organizzatori del Giro alle prese con il ritiro di intere squadre ha protetto a sufficienza l’isolamento degli atleti negli alberghi? Chi si è ritirato pensa proprio di no. Di certo – anche senza positivi – lo spettacolo del Tour con strade invase da tifosi non è stato edificante. Come si possa vincere la sfida sportiva al Covid, negli Stati Uniti piegati dal contagio, lo ha dimostrato l’Nba con la sua bolla. A cosa sono disposti a rinunciare nello sport da queste parti per sopravvivere in questa nuova e anormale normalità del Covid?

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