Conte, l'avvocato degli italiani fa il leader pop: «Mi sono tagliato stipendio e scorta»

Lunedì 22 Ottobre 2018 di Mario Ajello
Conte, l'avvocato degli italiani fa il leader pop: «Mi sono tagliato stipendio e scorta»
Beppe Grillo gli fa festa così: «L'ho conosciuto che era un cacchio di professorino, che faceva l'esegesi di cosette e cosucce giuridiche, e in quattro mesi è diventato un rivoluzionario che dice cambieremo il mondo».
E lui, il prof Conte al suo debutto in piazza, al suo primo comizio in mezzo al popolo che riempie di complimenti («Voi siete la vera forza del cambiamento, voi il vero sostegno del governo» e quelli rispondono: «Giu-sep-pe, Giu-sep-pe!!!»), sembra prenderci tanto gusto. Ha la camicia e la giacca, ma non la cravatta e la pochette, eppure vuole mostrarsi descamiciado.

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Tra palco e realtà, si tuffa nella folla, si fa toccare, suda come un uomo del popolo, non si sottrae ai selfie anzi li cerca e li ottiene in tutte le pose. Stra-Giuseppe. San Giuseppe. O un re taumaturgo? Populista, no: super-populista. E forse riceve più ovazioni lui che Di Maio. Si vede che gli sta stretto l'abito di quello che risolve a Palazzo Chigi gli arbitrati tra il leader leghista e il capo grillino. Fa il super-penta-stellato nell'estasi che gli produce la piazza: «Legalità, giustizia, cambiamento, onestà, questi i valori miei che sono i valori vostri».
 



Ed è tutto appassionato l'Ami du peuple («Starò al governo fino all'ultimo minuto dell'ultima ora della legislatura nel 2023»), sobrio come San Francesco e Padre Pio che venera («Mi sono ridotto del 20 per cento lo stipendio senza che me lo chiedesse nessuno, e ho ridotto anche la mia scorta») e genuinamente sovranista: «E' mai esistito in Italia un premier che come me dice che i prodotti italiani sono i migliori e il Paese migliore dove investire è il nostro?».

Certo che sono esistiti, ma vabbé: nei comizi vale tutto, e il novellino Conte l'ha capito subito. Dove vuole arrivare? Intanto eccolo qui. «La Merkel mi ha detto: sono ammirata dalla vostra legge anti-corruzione». E fa capire che si danno del tu: tu Angela, tu Giuseppe. «Cuore», «cervello», «fatti»: la triade che lo auto-descrive è questa. Questo il format su cui punta il neo-Conte. Dietro le quinte, Grillo gli ha fatto vedere la manina di plastica sventolata in scena e gli fa: «La riconosci? E' questa la manina di Palazzo Chigi?». Sorrisi, risate. Il premier ha una fidanzata molto bella, e tra palco e retropalco tutti sperano di vederla. Ma questo grillismo folk è poco adatto allo charme di Olivia (così si chiama lei, cognome Palladino).
 


La metamorfosi del «professorino» sta nel fatto che per la prima volta Conte si è identificato, e nel luogo più spettacolare, il Circo Massimo, con il grillismo totale. E per mezz'ora s'è preso il popolo che lo acclama. Sa di piacere al Colle, non è stato accolto male nei consessi internazionali, ha l'allure (raro da quelle parti) del competente ma anche un po' il passo del crooner (si muove in scena con microfono in mano e mosse quasi sinuose) e dunque si starà intimamente chiedendo: non è che sono meglio io di loro?
E la chiusa del discorso è tutta un programma: «Grazie a questo impegno io cambierò anche me stesso». Oddio, non è che Giuseppe si butta davvero in politica, seguendo le orme della distruttiva ebrezza da Palazzo Chigi che ha portato un altro professore, Mario Monti, ad auto-distruggersi pensando di essere un leader?
 
Ultimo aggiornamento: 24 Ottobre, 15:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA