Family Act 2022, cos'è: dalla riforma Isee ai congedi parentali (e l'aiuto per pagare le spese universitarie)

In cantiere anche una riforma complessiva del calcolo dell'Isee

Mercoledì 6 Aprile 2022
Family Act 2022, cos'è: dalla riforma Isee ai congedi parentali e l'aiuto per pagare le spese universitarie

Cos'è il Family Act? È una riforma organica del welfare famigliare. Comprende l'assegno unico per ogni figlio a carico fino all'età adulta, senza limiti di età per i figli con disabilità. L'assegno unico è già operativo ed entro giugno verrà versato alle 7 milioni di famiglie che ne hanno fatto richiesta (adesso arriva solo alla metà dei destinatari). 

In estrema sintesi il Family Act integra il sostegno alla genitorialità e alle famiglie e ai servizi educativi con la promozione del lavoro giovanile e femminile. Prevede un sostegno alle famiglie per le spese educative e scolastiche, e per le attività sportive e culturali. Nella delega appena approvata inoltre si intende riformare i congedi parentali, con l’estensione a tutte le categorie professionali e congedi di paternità obbligatori e strutturali. Sono previsti incentivi al lavoro femminile, dalle detrazioni per i servizi di cura alla promozione del lavoro flessibile. C'è la promozione delle politiche per i giovani under 35, per la loro autonomia finanziaria con un sostegno per le spese universitarie e per l’affitto della prima casa.

Il Family Act inoltre prevede l'istituzione di un tavolo tecnico per la riforma dell'Isee.

I decreti attuativi che dovrà articolare il governo, si legge sul sito del Ministero per le pari opportunità e la famiglia, devono assicurare l’applicazione universale di benefici economici ai nuclei familiari con figli, secondo criteri di progressività, tenendo anche conto del numero dei figli a carico; promuovere la parità di genere all'interno dei nuclei familiari, favorendo l’occupazione femminile, in particolare nelle regioni del Mezzogiorno, anche attraverso la predisposizione di modelli di lavoro volti ad armonizzare i tempi familiari di lavoro e incentivare il lavoro del secondo percettore di reddito; affermare il valore sociale di attività educative e di apprendimento, anche non formale, dei figli, attraverso il riconoscimento di agevolazioni fiscali, esenzioni, deduzioni dall'imponibile o detrazioni dall'imposta sul reddito delle spese sostenute dalle famiglie o attraverso la messa a disposizione di un credito o di un contributo economico vincolato allo scopo; prevedere l’introduzione di misure organizzative, di comunicazione e semplificazione che favoriscano l’accesso delle famiglie ai servizi offerti e la individuazione degli stessi.

Family act approvato, sì alla legge contro la denatalità. FdI: «Nostra astensione sofferta»

Congedi di paternità e maternità: fino a 14 anni

Il governo dovrà rivedere la disciplina dei congedi parentali di paternità e di maternità (con la possibilità di usufruirne fino al compimento del quattordicesimo anno di età del figlio) e a introdurre detrazioni fiscali o bonus direttamente spendibili finalizzati al sostegno delle spese legate all'istruzione universitaria (dall'acquisto dei testi, anche in formato digitale, alle spese abitative per gli studenti fuori sede).

Agevolazioni fiscali sono previste anche per la locazione dell'immobile adibito ad abitazione principale o per l'acquisto della prima casa in favore delle giovani coppie o per l'attuazione del diritto alla vita indipendente e all'autonomia abitativa per persone con disabilità e senza limiti di età.

Le risorse per finanziare i decreti delegati arriveranno, soprattutto, dalla modificazione o dall'abolizione di una serie di misure come il bonus bebè e o il bonus asili nido o dalla più ampia riforma del sistema delle detrazioni fiscali. Le misure sull'assegno unico, inizialmente inserite in questo provvedimento, sono state definite in un provvedimento ad hoc.

Infine sono stati presentati ordini del giorno sulla «introduzione di congedi parentali "di fine vita" per chi assiste familiari in condizioni cliniche irreversibili, che abbiamo rifiutato trattamenti sanitari o che abbiamo dato il consenso a cure palliative, e sulla introduzione del caregiver familiare, che ancora oggi non ha cittadinanza nel nostro ordinamento.

Eutanasia/«Noi, quelli del fine vita costretti ad emigrare per non dover più soffrire»

Ultimo aggiornamento: 17:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA