Vegas (Consob): «Preoccupano pressioni su Npl. Rischioso l'intervento di privati in banche in crisi»

Martedì 20 Giugno 2017 di Roberta Amoruso
Giuseppe Vegas, presidente della Consob
La gatta frettolosa fa i figli ciechi. Vale anche per i crediti deteriorati delle banche italiane. E l’ultimo a ricordarlo è il presidente della Consob, Giuseppe Vegas. Perchè, il ragionamento è semplice: vendere in gran fretta montagne di Npl, peraltro con ben coperti da garanzie, significa «svendere» per le banche e far fare gli affari a qualcun altro, per esempio i fondi speculativi. Da tempo Bankitalia si sgola per fare arrivare il messaggio anche all’Europa. Pochi giorni fa è toccato ribadire il concetto al Capo del Dipartimento Vigilanza Bancaria, Carmelo Barbagallo. Ma il tema è di quelli molto cari anche alla Consob evidentemente. «Desta qualche preoccupazione questa richiesta pressante, che arriva anche dall’Ue, di smaltire gli Npl in percentuali molto significative in tempi rapidi», dice Vegas in audizione alla commissione Finanze del Senato nell’ambito dell’indagine conoscitiva per l’istruttoria delle proposte legislative dell’Ue in materia creditizia - ‘Pacchetto bancariò. Secondo il presidente della Consob, «è difficile trovare un meccanismo che consenta di coniugare rapidità con il valore» dei crediti deteriorati. Lo stesso Vegas ricorda quindi che secondo la Banca d’Italia la vendita degli Npl in tempi rapidi equivarrebbe a una valorizzazione intorno al 20% e si tratterebbe dunque di una «vendita sostanziale», mentre con una vendita con più calma si stima che se ne ricaverebbe un livello intorno al 45%, «più del doppio». Insomma, i numeri parlano da soli. Il peggio, per la Consob, è che potrebbe essere troppo tardi per mettere una pezza ora dopo tanto traccheggiare sul tema degli interventi sulle banche. Sulle ristrutturazioni bancarie «ormai l’Italia ha perso il treno», fa sapere Vegas. «Fino al 2013, tutti i principali paesi Ue hanno risanato e ristrutturato profondamente i propri sistemi bancari con un massiccio ricorso a risorse pubbliche, mentre l’Italia non ha affrontato il problema (se non facendo ricorso alle garanzie pubbliche sulle obbligazioni), anche se il nodo delle sofferenze stava esplodendo». Il mancato tempismo dell’Italia rispetto al resto d’Europa è noto. Ma vale la pena di essere ricordato una volta di più all’Europa per Vegas. Spagna e Irlanda hanno realizzato interventi che hanno portato a una profonda ristrutturazione di sistemi bancari che nel 2013 presentavano criticità anche più rilevanti rispetto all’Italia. «La tempestività - conclude - è un elemento centrale per la risoluzione delle crisi bancarie. L’Italia oggi paga a caro prezzo i ritardi nella gestione del problema».

Poi lo sguardo alle banche in crisi. In Italia «non sono note le
condizioni di redditività prospettica delle banche in crisi e
quindi un intervento diretto da parte di altri intermediari
potrebbe non rispondere a logiche di sostenibilità nel lungo
periodo», sottolinea Vegas. Il riferimento è agli istituti attualmente in
difficoltà, dalle banche venete a  Mps fino a Carige.E il messaggio è ancora una volta rivolta alle pressioni Ue per l'intervento dei privati.
Ultimo aggiornamento: 17:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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