Tria: «Procedura Ue? Mi aspetto un giudizio positivo». Conte: «Andrà bene»

Sabato 29 Giugno 2019
Tria: «Procedura Ue? Mi aspetto un giudizio positivo»
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Ostentano ottimismo il premier Giuseppe Conte e il ministro dell'Economia Giovanni Tria. E da Osaka assicurano che Roma riuscirà a scongiurare la procedura di infrazione, non per qualche colpo di «magia», ma perché «lo dicono i numeri: i conti dell'Italia sono in ordine». Al G20 in Giappone, ha detto il premier, non c'è stato alcun «mercanteggiamento», perché non era la sede «per condurre una trattativa». Ma certo è stata un'occasione per una serie di scambi tra i leader. Nessun bilaterale ufficiale, escluso quello con il premier indiano Narendra Modi, ma brevi colloqui con il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker. Non propriamente una trattativa. E, soprattutto, scambi squisitamente politici per intrecciare anche il pacchetto nomine europee con la procedura italiana. In realtà l'accordo di massima, sul fronte dei numeri, sarebbe già fatto e se non si tratta tecnicamente di un rinvio, in ogni caso ci sarebbe una blindatura dei conti del 2020.

Tria, incontrando i giornalisti a margine del G20, ha assicurato che l'Italia non ha mai parlato di rinvio, un'ipotesi, ha sottolineato, «che non ha precedenti» nella storia europea, ma è indubbio che per scongiurare un'infrazione deleteria per i conti Roma ha dovuto di fatto blindare le previsioni di spesa per l'anno prossimo. «Mi aspetto un giudizio positivo - ha assicurato Tria - perché il complesso degli impegni del prossimo anno e quello che si sta facendo quest'anno, che è il risultato essenzialmente di una politica di bilancio molto oculata e molto prudente, ritengo che corrisponda» al rispetto delle regole. Prudenza e oculatezza che non possono evitare di ipotecare la flat tax. Il premier in conferenza stampa ha gettato acqua sul fuoco ed ha assicurato che il provvedimento bandiera del vicepremier Matteo Salvini si farà, ma ha anche preso tempo. Ed è tornato ad incasellarlo in una più ampia riforma fiscale. «Siamo molto ambiziosi - ha detto - io personalmente sono ambiziosissimo, intendo la flat tax non solo come rimodulazione delle aliquote ma come riforma fiscale. Faremo una riforma complessiva, con le risorse, cercando di valorizzare al massimo il nostro obiettivo: alleviare la pressione fiscale e riformare l'intero quadro fiscale». E di fronte alle insistenze dei giornalisti ha commentato: «Ci volete far fare la manovra oggi? Volete che la flat tax la faccia oggi? Si farà a tempo debito».

Ma i dubbi restano. E non sono pochi. Giancarlo Giorgetti lo dice chiaramente: «Quello che sicuramente si deve fare anche se la procedura viene rinviata è che Conte, Di Maio e Salvini si guardino nelle palle degli occhi e dicano in modo inequivocabile se si vuole fare la flat tax, sì o no. La procedura magari viene rinviata ma questo chiarimento nel governo è inevitabile». L'ora della verità del resto è davvero vicina. Il timing è strettissimo: consiglio europeo domani, consiglio dei ministri lunedì per approvare l'assestamento di bilancio e martedì il verdetto della Commissione che sarà poi ratificato dall'Ecofin dell'8 e 9 luglio. Una partita di giro che si intreccia con il primo passaggio: le nomine dei top job europei domenica a Bruxelles. «Un accordo ancora non si è chiuso - ha spiegato Conte», ricordando che il prossimo presidente della Commissione europea dovrà essere «una personalità di grande spessore, che abbia a cuore la crescita economica e l'equità sciale, disponibile sedersi a un tavolo per rivedere regole di governance europea».

E puntando ad una logica di «pacchetto» nella scelta dei top job, «per garantire un equilibrio tra tutti i criteri», tenendo in considerazione anche la presenza delle donne.

Se il G20 non era la sede per una trattativa serrata sulla procedura, era il contesto giusto per incontrare i leader mondiali. Conte ha avuto una serie di scambi, anche in questo caso informali, con il presidente Usa Donald Trump (in due occasioni) con quello russo Vladimir Putin, ma anche con quello egiziano Al Sisi per tornare a fare pressione sul caso Regeni e poi il bilaterale con il premier Modi, in un momento in cui l'India, attraverso il colosso Arcelor Mittal, ha un ruolo importante sulla vicenda Ilva. Conte ha invitato Modi a fare tappa a Roma in agosto, quando sarà in Europa per il G7 di Biarritz.

Ultimo aggiornamento: 1 Luglio, 10:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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