Stop alle telefonate selvagge, dopo il pasticcio la riforma

Venerdì 5 Maggio 2017 di Andrea Bassi
Stop alle telefonate selvagge, dopo il pasticcio la riforma
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La polemica sul “liberi tutti” alle telefonate selvagge per vendere prodotti e concludere contratti inserito nel disegno di legge sulla concorrenza grazie ad un emendamento dei Cinque Stelle non si placa. A gettare altra benzina sul fuoco è stato il segretario del Pd Matteo Renzi. «Ho chiesto informazioni. «So», ha detto l’ex premier, «che è un emendamento del Movimento Cinque Stelle che è stato accolto. Ma sinceramente mi sembra un errore. Ho chiesto al capogruppo Pd alla Camera Ettore Rosato di verificare per bene la situazione».

A difendere la norma, invece, è intervenuto il relatore del disegno di legge, il piddino Salvatore Tomaselli, che ha definito la polemica innestata dal garante della Privacy Antonello Soro come «una tempesta in un bicchier d’acqua». Il comma, ha spiegato Tomaselli «introduce nuovi oneri a carico di chi opera in tale settore volti a meglio identificare soggetti e oggetto della comunicazione». Dopo l’attacco frontale di ieri, con il quale i grillini avevano definito l’emendamento uno «spam di Stato», è arrivata una inversione ad U. «La posizione del Movimento 5 Stelle è chiara da sempre: niente telemarketing selvaggio», hanno spiegato i senatori Gianluca Castaldi e Gianni Girotto del Movimento Cinque Stelle. «L’emendamento presentato a nostra prima firma», hanno aggiunto, «pone due principi cristallini: primo, l’operatore al telefono è tenuto a dire per conto di chi chiama; secondo, deve indicare esplicitamente lo scopo commerciale o promozionale della chiamata, in modo da permettere al cliente di consentire o negare la comunicazione».

Il caso, comunque, non è chiuso. Dopo l’uscita di Renzi, governo e Parlamento stanno ragionando su come mettere una pezza e rendere più stringenti le maglie del telemarketing. L’idea è quella di accelerare il percorso di un disegno di legge parlamentare per rafforzare le tutele del registro delle opposizioni, quel registro al quale chi si iscrive non può più ricevere telefonate promozionale. Il provvedimento è fermo in Commissione lavori pubblici al Senato. «La prossima settimana», spiega il relatore Raffaele Ranucci, «scade il termine per gli emendamenti, ma c’è un accordo preliminare di tutte le forze politiche per accelerare al massimo e approvare il testo direttamente in commissione in sede deliberante».

Ma quali sono i contenuti della riforma? Innanzitutto al registro delle opposizioni potranno iscriversi tutti gli utenti.

Oggi il registro è circoscritto soltanto ai numeri fissi inseriti in elenchi telefonici. Sarà dunque esteso anche ai cellulari. I call center che si comportano bene, poi, saranno inseriti in delle white list. Ma la novità più importante, probabilmente, sarà l’obbligo per chiunque chiama per fini commerciali o promozionali, di utilizzare un prefisso unico come oggi avviene con la nomerazione 800, per permettere immediatamente all’utente che riceve la chiamata di sapere che si tratta di telemarketing. L’unica differenziazione nel prefisso potrebbe essere fatta tra le telefonate commerciali e quelle, per esempio, per un sondaggio. Ma di questo si sta ancora discutendo. Inoltre, se la proposta dovesse diventare legge, tutti gli elenchi con i nominativi dei consumatori e i loro numeri di telefono, dovranno essere cancellati, tranne solo per quelli che hanno già un contratto con l’azienda che intende contattarli. Ai call center che di volta in volta entrano in possesso di questi elenchi, inoltre, sarà fatto divieto di venderli. Oggi, infatti, esiste un fiorente mercato dei nominativi e dei telefoni dei consumatori. 

Ultimo aggiornamento: 8 Maggio, 09:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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