Sigarette, aumenti per le meno care: accise più alte per decreto

Lunedì 7 Marzo 2016 di Andrea Bassi
Sigarette, aumenti per le meno care: accise più alte per decreto
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Le sigarette, soprattutto quelle «low cost», che cioè fanno parte della fascia di prezzo che oscilla tra i 4,20 euro e i 4,40 euro, potrebbero subire un aumento. Il ministero dell’Economia starebbe lavorando ad un decreto per ritoccare verso l’alto il cosiddetto «onere fiscale minimo», una parte fissa della tassa sul fumo che pesa in maniera più che proporzionale proprio sui prodotti con un prezzo più basso. Si tratterebbe, in pratica, della prima applicazione di una norma prevista dalla riforma fiscale, che permette al ministero, su proposta dell’Amministrazione dei monopoli di Stato, di aumentare le tasse sulle sigarette senza passare dal Parlamento ma con un semplice atto amministrativo.
 
In realtà, un primo piccolo ritocco dell’accisa, già c’è stato. È avvenuto a gennaio scorso, ma per effetto di un calcolo automatico. Le norme stabiliscono che l’accisa debba essere proporzionale al prezzo medio ponderato delle sigarette. Questo prezzo viene calcolato di anno in anno. Quello del 2015 è risultato più alto che nei dodici mesi precedenti, passando da 226 euro al chilo a 233 euro al chilo. Quindi l’accisa, che è una percentuale calcolata sul prezzo, è salita. Adesso però, potrebbe essere la volta della seconda componente della tassa, l’onere fiscale minimo che oggi è stabilito a 170 euro e che, in base alle norme della riforma fiscale, potrebbe essere aumentato dal governo fino a 5 euro. Se il ministero decidesse di utilizzare tutto lo spazio disponibile, il prezzo delle sigarette di fascia bassa aumenterebbe, secondo le stime degli operatori, di circa 30 centesimi a pacchetto. Questo comporterebbe un accorciamento della distanza tra i prodotti più economici, come John Player Special, le Chesterfield e le Gauloises, e quelli di fascia più alta, come le Marlboro e le Merit.

L’ALLARME
I produttori dei marchi più a basso prezzo sono in allarme. «Aumentare bruscamente la tassazione», ragiona Valerio Forconi, direttore Corporate Affairs di Imperial Brands, la società che produce le Gauloises e le Davidoff, «non farebbe altro che dare maggiore impulso al mercato illecito con conseguente calo del gettito per lo Stato». In realtà bisognerà vedere se il governo deciderà, alla fine, di agire ancora sulla leva delle accise.

GLI STRUMENTI
La riforma fiscale che dà la possibilità di effettuare gli aumenti, dice anche che questi dovrebebro essere decisi tenendo conto dell’andamento del gettito. E il 2015 non è stato un anno negativo per le imposte sulle sigarette. Rispondendo ad un’interrogazione parlamentare presentata da Filippo Busin della Lega Nord, nei giorni scorsi il ministero dell’Economia ha rilevato come nel 2015 gli incassi da accise sulle sigarette siano arrivati a qusi 10,8 miliardi di euro, contro i 10,3 miliardi circa dell’anno prima. Si tratta, insomma, di quasi 500 milioni di euro in più di gettito sull’anno precedente e di circa 300 milioni rispetto a quanto lo stesso governo contava di incassare. L’unica nota negativa è stata quella delle e-cig, le sigarette elettroniche. Secondo le previsioni dei monopoli il nuovo sistema di tassazione avrebbe dovuto portare un gettito di oltre cento milioni. Alla fine nelle casse dello Stato sono entrati solo 5 milioni. In questo caso una vera debacle.
Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 16:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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