Standard & Poor's taglia il rating dell'Italia a BBB- da BBB con outlook stabile.
«Un forte aumento del debito, accompagnato da una crescita perennemente debole e bassa competitività, non è compatibile con un rating BBB, secondo i nostri criteri».
S&P spiega che a causa di prospettive di crescita «molto deboli» e ad un «ritardo» nel consolidamento di bilancio, il debito pubblico dell'Italia, escludendo le garanzie dell'Efsf, toccherà un picco superiore al 133% del Pil nel 2016. In termini assoluti «stimiamo che il debito pubblico salirà a 2.256 miliardi di euro entro la fine del 2017» e quindi sarà «di 80 miliardi in più rispetto alla nostra precedente stima», sottolinea l'agenzia di rating.
Il giudizio di S&P «non è una bocciatura del jobs act, dicono che le riforme vanno bene ma bisogna andare più veloce». È la valutazione di fonti di governo per le quali la cosa «positiva» è che l'agenzia di rating vede «elementi buoni nelle riforme ma non tali da compensare il debito e risvegliare a breve l'economia».