Irpef, sconto da mille euro l'anno. Sconto Irap, colpite le rendite

Giovedì 13 Marzo 2014 di Luca Cifoni
Irpef, sconto da mille euro l'anno. Sconto Irap, colpite le rendite
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Meno Irpef per circa 10 milioni di lavoratori dipendenti, con un effetto positivo in busta paga di circa 80 euro al mese, e riduzione dell’Irap per le imprese, finanziata con l’incremento dal 20 al 26 per cento della tassazione sulle rendite finanziarie (esclusi i titoli di Stato). È più ampio del previsto il pacchetto fiscale annunciato ieri dal governo, che comunque deve ancora essere precisato e trasformato in articolato di legge.



La scelta di destinare il grosso delle risorse disponibili agli stipendi di chi lavora è stata confermata, ma alla fine è stato inserito anche un intervento a favore della competitività delle imprese. Le novità scatteranno da maggio: per la fine di quel mese i datori di lavoro, nella loro veste di sostituti d’imposta, dovranno essere pronti ad applicare ai propri dipendenti le maggiori detrazioni d’imposta.



I LAVORATORI COINVOLTI

L’operazione riguarderà principalmente circa 10 milioni di lavoratori dipendenti, quelli che hanno un reddito imponibile compreso tra gli 8.000 e i 25.000 euro l’anno e in misura minore quelli che guadagnano un po’ di più. Gli effetti saranno presumibilmente minimi o inesistenti per coloro che trovandosi al di sotto della soglia degli 8.000 euro non pagano già Irpef, e quindi non possono beneficiare di ulteriori detrazioni: i cosiddetti incapienti.



L’importo base dell’attuale detrazione per lavoro dipendente dovrebbe salire oltre i 2.000 euro: dovrebbe essere applicata in cifra fissa fino ai 15 mila euro di reddito, per poi iniziare a decrescere fino ai 55 mila euro ma con una curva ben più generosa di quella attuale, in particolare per quel che riguarda la parte bassa.



L’effetto medio, almeno fino alla soglia di 25 mila euro l’anno, dovrebbe essere una riduzione di imposta di 1000 euro su base annuale: il che vuol dire ogni mese poco più di 80 euro in più. Mille euro l’anno per dieci milioni di contribuenti fanno appunto i 10 miliardi indicati dal presidente del Consiglio. In realtà visto che la prima applicazione sarà relativa alla mensilità di maggio, il costo per quest’anno sarà pari a otto dodicesimi, poco meno di sette miliardi di euro, mentre nel 2015 dovrebbe andare a regime.



LE IMPRESE

Appare delineata un po’ più chiaramente l’operazione Irap, finanziata con l’incremento della tassazione sulle rendite. Il taglio è del 10 per cento rispetto al gettito relativo alle imprese private, circa 24 miliardi (gli altri 10 sono relativi alle pubbliche amministrazioni e dunque dal punto di vista del bilancio pubblico sono una partita di giro). Con tutta probabilità il taglio sarà applicato alla componente dell’imposta che grava sul costo del lavoro.



Ai 2,4 miliardi di minor gettito su questo fronte ne corrispondono più o meno altrettanti - 2,6 - che dovrebbero derivare dal passaggio dal 20 al 26 per cento dell’aliquota dell’imposta sostitutiva su capital gains, dividendi, interessi e altre forme di rendita finanziaria. Sono esclusi i rendimenti dei titoli di Stato (e di quelli postali) che restano tassati al 12,5 per cento, circa la metà dell’aliquota standard. Resta da vedere se la stretta provocherà o meno una qualche fuga dagli investimenti e dunque una caduta di gettito.



Infine tra le misure approvate ce n’è un’altra che riguarda le imprese: l’incremento di 500 milioni del fondo di garanzia per il credito.

Ultimo aggiornamento: 09:51

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