Castelli: «Con il Recovery Fund dobbiamo far correre l'Italia ad un'unica velocità.

Martedì 28 Luglio 2020 di Umberto Mancini
Laura Castelli

«Con il Recovery Fund dobbiamo far correre l'Italia ad un'unica velocità. Basta con il gap Nord-Sud. Il Paese è uno solo e non possiamo permettere che cresca e riparta solo un parte. Bisogna trasformare la crisi in una opportunità». Laura Castelli, vice ministra dell'Economia, ha le idee chiare su come spendere le risorse della Ue per il Mezzogiorno e non solo.

Da dove bisogna partire per colmare il gap strutturale del Mezzogiorno?
«Almeno 70 miliardi del Recovery Fund saranno utilizzati per colmare il divario che esiste tra Nord e Sud, e sulla parte restante, su cui a livello nazionale c'è la clausola del 34 per cento, si deve puntare a far sviluppare le nostre eccellenze».

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Andiamo sul concreto, cosa si può fare?
«Per prima cosa quello che abbiamo già fatto, sbloccando con il Decreto Semplificazioni tutti quei fondi fermi nelle casse dello Stato, a partire dai 110 miliardi di Anas e Rfi. Sono soldi che vanno messi a terra, spesi, perché altrimenti non servono».

Partiamo dal fisco?
«Penso ad una proposta concreta: ad una fiscalità di vantaggio per il Mezzogiorno legata alla produttività. Che va a premiare quelle aree dove il Pil è più basso, con decontribuzioni, incentivi, sostegni che devono accompagnare e spingere gli investimenti. Meno tasse senza nuovi investimenti non servono al Sud, l'assistenzialismo non paga».

E i tempi?
«Bisogna essere rapidi. Dobbiamo lavorare di più sulle Zes, le zone economiche speciale, rifinanziandole e potenziandole. E poi serve sviluppare l'industria, il digitale, l'economia green, il made in Italy, il turismo».

Chi dovrà spingere in questa fase?
«Io credo che il partenariato pubblico privato sia la chiave di questa fase. Le risorse a disposizione sono ingenti e non possiamo perdere questa occasione. Stiamo facendo un grande lavoro, in modo coordinato con tutti i settori, a partire dalle società partecipate di Stato».

Gli enti locali devono fare la propria parte?
«La stanno facendo, anche durante il momento di crisi più acuto. Rispondendo ad una richiesta di Anci, sto facendo in modo di anticipare al 2021 la possibilità di spendere oltre 5 miliardi, programmati dopo il 2030. Soldi che all'inizio del prossimo anno, potranno essere spesi velocemente da Comuni e Province, grazie alle norme del Decreto Semplificazioni».

Ma poi vice ministra prima o poi la Ue ci chiederà conto di quanto speso, e c'è il patto di stabilità che riprenderà vita dal prossimo anno? Lei aveva sollecitato un congelamento e così è accaduto, ora cosa propone?
«Che si decida in fretta cosa fare del Patto di stabilità, o si sospende fino a quando non si restituiscono i soldi del Recovery oppure si prende atto che qui parametri non sono più attuali e si riscrivono».

Sul fronte fiscale, la riscossione coatta delle cartelle esattoriali fino a quando andrebbe rinviata?
«Anche qui credo che arrivare a fine anno non sia una cattiva idea. Spingerò in questa direzione».

E con i ristoratori? Oggi li ha incontrati
«L'incontro è stato molto positivo, è un settore che rappresenta da sempre l'eccellenza, la tradizione e la qualità del nostro Paese. È un biglietto da visita, patrimonio immateriale da tutelare e supportare. Ci saranno misure specifiche nel prossimo Decreto. Siamo già a lavoro per creare un fondo di garanzia per le locazioni delle attività ancora in crisi, per l'estensione della Tosap e per alcune misure di decontribuzione. A breve saremo pronti anche con un nuovo strumento che incentivi il consumo».
 

Ultimo aggiornamento: 10:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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