Il petrolio resta sotto pressione, dopo il nuovo crollo delle quotazioni di stamani che ha portato il prezzo della qualità WTI fino a un minimo di 63,72 dollari e quello del Brent a 67,53 dollari, sui minimi dall'estate del 2009, in piena recessione post crisi finanziaria.
A penalizzare il greggio, oltre alla decisione di non tagliare la produzione per sostenere i prezzi da parte dell'Opec, anche i pessimi dati economici arrivati dalla Cina e dall'Eurozona.
Operativamente ci si attende un'estensione all'ingiù della curva, con area di supporto vista a 64,17 e 62,72 per il Light crude ed a 68,05 e successiva a quota 66,38 per il Brent.
Ultimo aggiornamento: 20:56
A penalizzare il greggio, oltre alla decisione di non tagliare la produzione per sostenere i prezzi da parte dell'Opec, anche i pessimi dati economici arrivati dalla Cina e dall'Eurozona.
Operativamente ci si attende un'estensione all'ingiù della curva, con area di supporto vista a 64,17 e 62,72 per il Light crude ed a 68,05 e successiva a quota 66,38 per il Brent.