Pernigotti, di nuovo incerto il futuro dello storico stabilimento: incontro al Mise

Sabato 28 Settembre 2019
Pernigotti, di nuovo incerto il futuro dello storico stabilimento: incontro al Mise
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Lo storico stabilimento Pernigotti di Novi Ligure (Alessandria) di nuovo in pericolo: il recesso del contratto preliminare con la cooperativa Spes, alla quale doveva essere affidata la produzione di cioccolato e torroni in conto terzi, e la rottura delle trattative con Giordano Emendatori per la cessione del ramo gelati, rendono il quadro di nuovo molto incerto.

Pernigotti, salta la trattativa con Spes: il futuro torna incerto

C'è quindi grande attesa per l'incontro di martedì prossimo al Mise.

La proprietà, il gruppo turco Toksoz, pur senza un intervento ufficiale, fa trapelare rassicurazioni, ricordando che nello stabilimento novese la produzione è piena e non vi è più nessun lavoratore in cassa integrazione.
 


In fabbrica la forza lavoro è di 80 dipendenti e una cinquantina di interinali, impegnati nella lavorazione dei prodotti per le prossime feste natalizie. Gli ultimi sviluppi, tuttavia, hanno fatto tornare l'apprensione tra i lavoratori dell'azienda dolciaria creata nel 1860.

«Oramai non ci stupiamo più di nulla. - è l'amaro commento di Piero Frascucci, rsu Uila Uil dello stabilimento di Novi - È inutile commentare ed è prematuro fare pronostici. Così come organizzare manifestazioni o altre iniziative. Aspettiamo di fare il punto nella riunione di martedì prossimo al ministero». Gli accordi saltati avrebbero dovuto essere firmati il 30 settembre. «Per l'ennesima volta siamo ritornati al 6 novembre 2018, - commenta Tiziano Crocco, segretario provinciale Uila quando c'era una totale incertezza. E non è piacevole. È stata una lunga cavalcata che ha portato a far rientrare i lavoratori, non dico tranquilli ma per lo meno a lavorare. Oggi, invece, ci ritroviamo di nuovo in una totale confusione».

Il sindaco di Novi Ligure, Gian Paolo Cabella, commenta le novità con «disappunto. Per noi - sottolinea - la priorità resta sempre il mantenimento dei posti di lavoro, a prescindere dal marchio. Comunque, è una trattativa tra privati e possiamo fare ben poco. Nello scorso agosto il ministero aveva fatto tutto il possibile per trovare un accordo, mi auguro che il 2 ottobre riesca di nuovo ad avviare una trattativa».

Per il presidente nazionale della Coldiretti Ettore Prandini la vicenda della Pernigotti «è il risultato del circolo vizioso della delocalizzazione che inizia con l'acquisizione di marchi storici del Made in Italy, continua con lo spostamento all'estero delle fonti di approvvigionamento della materia prima agricola e si conclude con la chiusura degli stabilimenti con effetti sull'occupazione e sull'economia nazionale dal campo alla tavola».

Ultimo aggiornamento: 20:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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