Pensioni, cumulo gratis più vicino per i liberi professionisti

Giovedì 18 Gennaio 2018 di Luca Cifoni
Pensioni, cumulo gratis più vicino per i liberi professionisti
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Un anno di incertezza sul futuro per almeno 10 mila persone, alcune delle quali si sono ritrovate nella scomodissima posizione di esodati. Sono i lavoratori che avrebbero voluto andare in pensione cumulando periodi di contribuzione presso gestioni diverse, in quelle dell'Inps o in una Cassa professionale: questa possibilità sulla carta esiste dal gennaio del 2017, a seguito dell'entrata in vigore della legge di Bilancio per quell'anno. Ma almeno per quanto riguarda i professionisti, l'opzione non si è mai trasformata in realtà; solo negli ultimi giorni c'è stata una schiarita che ora - sperano gli interessati - potrebbe portare ad una soluzione forse entro il prossimo mese.

TRE POSSIBILITÀ
Il cumulo gratuito era stato concepito nell'autunno del 2016 nell'ambito del pacchetto sulla previdenza di cui facevano parte anche Ape sociale e volontaria. L'obiettivo era tutto sommato semplice: avvicinare al traguardo della pensione le molte persone che hanno carriere lavorative spezzettate. In precedenza, le possibilità erano tre: la ricongiunzione onerosa (divenuta tale a partire dal 2010 anche nel passaggio da lavoro pubblico a privato) per la quale potevano essere richieste anche molte decine di migliaia di euro; la totalizzazione, che dava diritto però ad una pensione calcolata con il più sfavorevole sistema contributivo, e il cumulo dei contributi, possibile però solo per chi non aveva maturato il diritto autonomo in una delle gestioni coinvolte. Con la legge di bilancio 2017 questo vincolo è caduto ed inoltre l'opzione è stata resa disponibile anche per la pensione anticipata, oltre che per la vecchiaia. Ma c'era una terza novità, maturata all'ultimo momento durante l'iter parlamentare: l'allargamento della platea del cumulo agli iscritti alle casse professionali private (come quelle dei medici, ingegneri e così via).
Proprio su quest'ultimo aspetto si è arenato tutto, essenzialmente a causa di una norma scritta in modo non troppo chiaro e del timore delle Casse stesse di un possibile effetto devastante sui propri bilanci per il maggior flusso di pensionati.
 
A marzo l'Inps ha diffuso una prima circolare che però non riguardava le Casse professionali. La seconda è arrivata nell'ottobre scorso e prevedeva che fosse comunque l'istituto nazionale di previdenza sociale ad erogare i trattamenti, attraverso convenzioni con gli altri enti interessati; fermo restando che ogni gestione si deve fare carico degli oneri della quota di competenza. Ma nemmeno questo passaggio è stato decisivo: perduravano le resistenze della Casse, a cui si aggiungeva l'esigenza tecnica di mettere a punto le piattaforme che devono far parlare tra loro le varie gestioni. Nel frattempo è arrivata in Parlamento la successiva legge di Bilancio, che nella sua versione finale contiene alcune misure di interesse delle Casse: si tratta in particolare dell'esclusione delle somme di loro pertinenza dalle eventuali procedure di risoluzione bancaria e della deroga rispetto agli obblighi di contenimento della spesa che valgono per gli enti pubblici.

IL COMITATO
Ora martedì è in programma l'incontro tra Inps e Casse che potrebbe essere decisivo. Se lo augurano i professionisti che hanno dato vita al comitato Cumulo e casse professionali: è loro la stima di massima di 10 mila interessati nel 2018 tra i professionisti (a fronte di 7.800 persone in tutto indicate nella relazione tecnica originaria per il primo anno). «Siamo fiduciosi che questa vicenda si possa finalmente concludere, soprattutto nell'interesse dei colleghi che sono rimasti senza reddito» spiega il presidente Marco Nicoletti.

 

Ultimo aggiornamento: 19 Gennaio, 08:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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