L'Europa chiede altre garanzie: pensioni di cittadinanza rinviate

Martedì 18 Dicembre 2018 di Luca Cifoni e Antonio Pollio Salimbeni
L'Europa chiede altre garanzie: pensioni di cittadinanza rinviate
7

Tutto sospeso in attesa di un accordo che dovrebbe arrivare ma ancora non c'è. A Roma la commissione Bilancio ieri non si è riunita visto che non c'è un testo con le novità da esaminare; di conseguenza l'invio della legge di Bilancio all'aula del Senato slitterà verso gli ultimi giorni della settimana. A Bruxelles gli sherpa non hanno ancora definito l'ordine del giorno della riunione della commissione europea nella quale - domani - potrebbe di fatto essere avviata la procedura per debito eccessivo nei confronti del nostro Paese. Riunione che in un'ipotesi estrema potrebbe essere essa stessa aggiornata.

Manovra, tutte le misure dalle pensioni ai balneari: ma ballano le coperture

La trattativa tecnica è serrata e non mancano schermaglie politiche: il vicepremier Matteo Salvini, riferendosi alla situazione francese, si è augurata che «a Bruxelles ci sia buonsenso e non figli e figliastri». Quella di ieri non è stata una semplice giornata in cui i tecnici di Bruxelles e quelli del Tesoro hanno continuano a sentirsi e discutere per limare qui e lì gli ultimi dettagli sulla base dell'ultimo documento inviato dal Tesoro con cifre, misure e valutazioni di impatto. È stata una giornata nella quale dopo ore e ore di analisi e confronti, si è capito in serata che le posizioni restano ancora distanti. Tutto verte su un punto che per Bruxelles è dirimente e che il governo, invece, ha sempre cercato di mascherare pubblicamente: il taglio del deficit/Pil in termini strutturali. Il problema è semplice: solo assicurando anche un minimo aggiustamento del bilancio in termini strutturali, cioè al netto delle misure una tantum e degli effetti del ciclo economico, l'Italia non sarà bocciata con una procedura che porterebbe a un mezzo commissariamento della politica di bilancio. In coerenza con il quadro del deficit strutturale, è in discussione anche la stima/obiettivo di crescita del Pil, (all1,5% nel 2019) ritenuta non realistica dalla Ue, che però il governo non è disposto a rivedere. Originariamente all'Italia è stato chiesto di assicurare un miglioramento del deficit/pil strutturale dello 0,6% (10,8 miliardi), invece con la manovra il deficit strutturale peggiora dell'1,2%. Per cavarsela, ora basterebbe una riduzione soft, probabilmente nell'ordine dello 0,1%: il minimo sindacale per mostrare che l'Italia rispetta le regole del patto di stabilità. Tuttavia il documento italiano non viene ritenuto ancora sufficiente.

IL COLLEGIO
C'è ancora tempo una giornata: domani si terrà l'ultima riunione della commissione europea del 2018, dopodiché la pratica passa a gennaio. Ieri si sono riuniti i capi di gabinetto dei commissari che, su loro istruzione, preparano le riunioni del collegio europeo, e il caso Italia ha tenuto banco. La discussione sull'Italia è stata approfondita e combattuta. È stato deciso di non inserire all'ordine del giorno della Commissione l'avvio della procedura, il che però non esclude che ciò possa essere deciso oggi o anche un momento prima della riunione. La spada di Damocle della procedura non è stata riposta. Ne è consapevole Giovanni Tria, che nella serata di ieri ha annullato i suoi impegni per tornare a Palazzo Chigi per riferire al presidente del Consiglio. I tempi sono stretti anche in Italia, visto che la legge di bilancio dovrà poi tornare alla Camera per l'ultimo passaggio e di solito il Parlamento non lavora tra Natale e Capodanno.

Proprio in queste ore, Sergio Mattarella rilancia la prassi e il modello del multilateralismo alla base dell'Unione europea e il metodo «del confronto e del dialogo per raggiungere un compromesso». Il capo dello Stato, in occasione della cerimonia di auguri al corpo diplomatico, critica di fatto il sovranismo (senza mai citarlo) e le varie coalizioni di Stati, come Visegrad e la lega Anseatica guidata dalla Olanda in vista delle elezioni europee: «Un vuoto politico che paralizzasse in questo momento il vecchio continente e gli impedisse di svolgere un utile ruolo nelle relazioni internazionali, siano politiche, economico-finanziarie, commerciali, creerebbe un forte squilibrio, mettendo a repentaglio l'orizzonte di progresso dell'intero pianeta». Ancora: «L'architettura istituzionale e funzionale dell'Unione necessita certamente di completamenti, miglioramenti e adattamenti e di questo processo l'Italia intende continuare a essere protagonista. L'importante è che a prevalere non siano cartelli di blocco uniti soltanto da atteggiamenti ostruzionistici, della cui azione l'unico risultato diverrebbe la paralisi».
 

Ultimo aggiornamento: 12:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci