Olio extravergine di oliva a meno di 4 euro? I produttori: «E' manipolato»

Martedì 9 Ottobre 2018
Olio extravergine di oliva a meno di 4 euro? I produttori: «E' manipolato»
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​Tutti gli oli venduti negli scaffali a meno di 4 euro o non sono extravergine o lo sono diventati attraverso manipolazioni chimiche e quindi sono deodorati. Debutta con questa denuncia Italia Olivicola, la nuova organizzazione che unisce il 50% dei produttori italiani, nata dalla fusione di Cno e Unasco e presentata in una manifestazione con diversi rappresentanti del governo e del mondo agricolo. «Se vogliamo rilanciare la produzione dell'extravergine d'oliva italiano occorre bonificare gli scaffali dall'invasione del prodotto venduto a basso costo -, ha esordito il presidente Gennaro Sicolo, davanti ad una platea di migliaia di olivicoltori venuti da tutta Italia -. Per questo chiedo un'azione coraggiosa da parte del Ministro alle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, e della Sottosegretaria Alessandra Pesce».

Del resto i conti delle frodi sono presto fatti, ha spiegato Sicolo, che prima di essere al vertice della nuova organizzazione era un vero olivicoltore, come il suo vice Luigi Canino.
Se il costo della bottiglia è 1 euro, il prodotto contenuto vale poco più di 2 euro, e quindi è olio deodorato. Da qui la proposta di eliminare la dicitura extravergine per questi oli sottocosto, che possono essere commercializzati solo come 'verginì. A fare quadrato con Italia Olivicola nella lotta al finto olio extravergine sullo scaffale è la Sottosegretaria Pesce, intervenuta alla manifestazione, che si è detta pronta ad un'azione capillare di monitoraggio in tutta Italia attraverso l'Ispettorato centrale dei prodotti agroalimentari. «Dobbiamo fare massa critica in questo settore - ha detto Pesce - perché il mercato chiede sempre più extra vergine di oliva di qualità, e noi dobbiamo essere in grado di offrirlo». Del resto tutelare la qualità del prodotto italiano dalle contraffazioni è proprio uno degli obiettivi della nuova organizzazione, che ha fatto anche il punto sulle ultime stime di raccolta, tra le peggiori degli ultimi anni, prevedendo un taglio nazionale del 50%. Colpa del meteo che ha flagellato in particolare le regioni del Sud (in Calabria si tocca -70%), ma anche della Xylella, la 'pestè della Puglia. Qui si scontano ritardi su tutti i fronti: dai monitoraggi regionali fermi al 21 maggio scorso, ai pagamenti dei ristori agli agricoltori che hanno proceduto con l'eradicazione delle piante infette.
Ultimo aggiornamento: 21:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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