S&P, rischio spazzatura per titoli italiani: Bce prepara un "paracadute"

Venerdì 24 Aprile 2020 di Umberto Mancini
S&P, rischio spazzatura per titoli italiani: Bce prepara un "paracadute"

Sarà una giornata di passione in attesa del verdetto di S&P, la prima delle tre agenzie di rating statunitensi a valutare, dopo la crisi del Covid 19, lo stato di salute del debito italiano e il relativo rating del Paese. Moody’s si esprimerà a maggio mentre per il giudizio di Fitch si dovrà aspettare a fine luglio.

In molti si aspettano una bocciatura da parte di S&P, ovvero il declassamento del merito di credito del Paese a “spazzatura” (junk). Altri osservatori, ma sono in minoranza, ipotizzano che l’agenzia potrebbe prendere altro tempo, proprio considerando l’eccezionalità della situazione che investe del resto tutti i Paesi.

 Ma quali potrebbero essere le conseguenze pratiche di una bocciatura?
 Va detto subito che la Bce si è già allertata e ha preparato un “paracadute” per salvare l’Italia e in buona sostanza la stabilità dell’Eurozona. Due giorni fa ha infatti reso noto che accetterà in garanzia i titoli considerati spazzatura, tutti i titoli, cambiando radicalmente impostazione alla propria politica. Già, perché il declassamento a spazzatura della terza più grande economia europea, cioè quella tricolore, avrebbe ripercussioni sull’intero blocco dell’Euro. Meglio prevenire quindi che curare. 

Nessun rischio quindi di non trovare acquirenti per i titoli di Stato italiano che, come detto, Bce continuerà ad accettare, limando così le unghie alla speculazione. E nessun rischio quindi nemmeno per i nostri risparmi, anche se un rating così basso alle lunga qualche ripercussione l’avrà. L’emergenza verrà comunque prima o poi superata, modificando giudizi, aspettative, previsioni.

LE VALUTAZIONI 
La pagella utilizzata da S&P va dalla tripla A, che corrisponde al massimo livello di affidabilità, gli investimenti definiti Prime, quindi sicuri, fino ad attivare al grado D, che corrisponde al possibile default. In generale, sono definiti di investment grade, abbastanza sicuri, tutti i rating fino alla tripla B, suddivisi in tre classi: Alto (tripla e doppia A), medio (singola A) e basso (tripla B). Da questo livello in giù gli investimenti vengono definiti speculativi (BB) o altamente speculativi (B) fino appunto ad arrivare a quelli più rischiosi(le classi C) ed al collasso (D).

Ma in pratica cosa significa? Se un investimento investment grade è sicuro, quindi più che accettabile da parte dei grandi fondi internazionali e delle banche centrali, quelli di grado speculativo più incerti, rischiosi. E un rischio per essere accettato sui mercati richiede uno sforzo del Paese o del debitore che emette i titoli. Ovvero i rendimenti, i tassi d’interesse, devono essere più alti e attrattivi. Con evidenti riflessi negativi sul costo del debito per chi li emette e, in ultima analisi, sulla sostenibilità complessiva.

LA SCALA
In questa scala di valori l’Italia si trova appena due gradini sopra il livello spazzatura – il suo rating è BBB – e potrebbe finire o in BBB-  o addirittura in zona “spazzatura” (a partire dal grado BB).

LO SCUDO
I programmi di acquisto titoli della Bce – ultimo il Pepp  – hanno sempre riguardato emissioni investment grade, cioè sicuri, niente “spazzatura” quindi, ma ora Francoforte ha deciso di allentare i vincoli, consentendo anche l’acquisto, o meglio l’accettazione, di bond di grado inferiore. Una idea che le è stata suggerita dalla Fed, che recentemente ha fatto lo stesso, considerando proprio il peggioramento indotto dall’epidemia di Covid-19 di molti emittenti (sovrani e corporate). Una decisione che, secondo molti osservatori, garantirà stabilità alla zona Euro e la possibilità per il Tesoro italiano di piazzare titoli di stato a rendimenti non altissimi, grazie appunto agli acquistiin massa effettuati dalla BCE. 

I MOTIVI DEL GIUDIZIO
Ma l’Italia perchè potrebbe essere declassata? Le ragioni risiedono nei numeri della crisi. Il nuovo Def, il documento con le previsioni economiche che il governo ha varato, stima un Pil in caduta dell’8% ed uno scostamento di bilancio di circa 55 miliardi, che farà schizzare il deficit al 10,4% ed il debito pubblico al 155,7% dal 134,8%.
Tutto questo, è noto, per l’effetto pandemia e per le ingenti spese che l’Italia si prepara ad affrontare per sostenere aziende e famiglie: dal reddito di emergenza alla Cig, dalla liquidità fornita alle aziende ai bonus per gli autonomi, fino alle ingenti spese per la sanità. 

Non solo. Ci sono anche le incertezze legate al ricorso al MES, il Fondo Salva-Stati, considerato che sul Recovery Fund, che ha ricevuto ieri un ok di massima dai capi di Stato e di governo europei, si deve ancora lavorare.
Un rating Junk, secondo gli analisti, si rifletterà inevitabilmente sul rendimento dei titoli di Stato e sulle banche che hanno in “pancia” grandi quantitativi di titoli statali. Bisognerà però vedere in che misura.
In molti si augurano che S&P rinvii la pagella e, in caso contrario, che lo “scudo” approntato dalla BCE tenga a distanza gli speculatori.

Ultimo aggiornamento: 25 Aprile, 09:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA