VENEZIA - L'industria veneta frena nel terzo trimestre anche se resta il segno positivo: + 2,2% la produzione sullo stesso periodo dell'anno scorso, + 1,1% destagionalizzato sul quarto trimestre 2022 (senza correzione sarebbe addirittura zero). Si assottigliano però gli ordini mentre i prezzi resteranno alti. «Le marginalità per le imprese l'anno scorso si sono ridotte del 5-10% sul 2021 a causa dei maggiori costi, è chiaro che per recuperare margini verranno aumentati ancora i prezzi e difficilmente i prodotti di consumo diminuiranno», avverte Giuseppe Riello, imprenditore e presidente della Camera di Commercio di Verona. «Il costo delle materie prime però sta calando - avverte Mario Pozza, presidente di Unioncamere del Veneto - e quindi in questa inflazione ancora alta c'è anche un po' di speculazione. In più il rialzo dei tassi bancari sta frenando gli investimenti e la domanda si è indebolita: dobbiamo stare molto accorti, a tutti i livelli, a non affossarla del tutto».
Il panorama resta comunque di crescita con le previsioni di Prometeia che danno il Pil veneto a un + 0,8% a fine anno (e anche qualcosa di più se l'Italia andrà ancora meglio). Anche gli imprenditori sono in generale ottimisti, anche se ci sono settori e settori con le industrie di beni di consumo più penalizzate perché più esposte alla pressione sui prezzi e quindi al calo delle spese. Secondo l'indagine VenetoCongiuntura, nel primo trimestre del 2023 la produzione industriale ha segnato una variazione sul quarto trimestre 2022 destagionalizzata positiva pari a +1,1%. Il confronto su base tendenziale è pari al + 2,2%, ben al di sotto rispetto al +4,5% della media del 2022. Gli ordinativi interni ed esteri registrano rispetto al primo trimestre 2022 una leggera diminuzione rispettivamente del -1,5% e del -2,3% (-0,2% e -0,4% nell'ultimo trimestre 2022). Il fatturato segna un aumento significativo pari a + 5,8%, ma pesa ancora l'incremento di prezzo dei prodotti finiti.
«La produzione rimane in territorio positivo, anche se per Treviso in particolare la decelerazione è evidente, soprattutto nel passo congiunturale (+ 0,6%) spiega Pozza -.
FORNITURE NORMALIZZATE
In generale diminuisce anche il grado di utilizzo degli impianti a causa dell'esaurirsi degli effetti della ripartenza post-pandemia, con conseguente normalizzazione delle catene globali di approvvigionamento. Ma sulle attività delle imprese pesa anche il calo degli acquisti dei consumatori causa l'inflazione.