Ucraina, l'accusa Usa: la Russia mente continuamente all'Onu

Venerdì 6 Maggio 2022
Ucraina, l'accusa Usa: la Russia mente continuamente all'Onu
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(Teleborsa) - Gli Stati Uniti hanno accusato la Russia di aver mentito al Consiglio di Sicurezza dell'Onu. L'accusa è arrivata dall'ambasciatrice americana all'Onu, Linda Thomas-Greenfield, durante la riunione dello stesso Consiglio: "Mosca ha mentito ripetutamente a questo Consiglio con una sfrenata serie di teorie del complotto e disinformazione, ogni falsità più ridicola dell'altra". "Non ci sono segnali che la guerra della Russia contro l'Ucraina si stia attenuando", ha aggiunto. "La Russia ha violato la Carta delle Nazioni Unite, ha ignorato i nostri appelli globali e unificati per porre fine a questa guerra", ha ribadito l'inviata americana. Thomas-Greenfield ha inoltre reso noto che gli Usa hanno "immagini che confermano la presenza di fosse comuni a Bucha. È un fatto orribile con il quale il mondo deve fare i conti".

Non arrivano buone notizie da Mariupol. Ieri doveva infatti essere il primo dei tre giorni di cessate il fuoco per permettere di evacuare i civili dall'acciaieria di Azovstal ma gli scontri tra esercito russo e gli ultimi difensori ucraini in realtà non si sono mai fermati. La zona di guerra di Mariupol è un "inferno", hanno il segretario generale Onu, António Guterres, e il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. "L'assalto continua. I difensori mantengono il controllo della fabbrica sotto pesanti bombardamenti. Il nemico usa aerei, artiglieria e fanteria", ha riportato in serata il reggimento Azov, mentre ha denunciato che le promesse di Mosca di una tregua sono state tradite.

Il Cremlino, però, ha assicurato che l'ordine sulla tregua resta in vigore e i corridoi "funzionano". Intanto l'Onu ha annunciato che un suo convoglio dovrebbe arrivare oggi alla fabbrica per evacuare i civili. "La Russia è ancora pronta a garantire un'uscita sicura dei civili", ma "le autorità di Kiev devono ordinare" ai militari "di arrendersi", ha dichiarato il presidente Vladimir Putin in una telefonata con il leader israeliano Naftali Bennett, organizzata le polemiche scatenate dalle parole del ministro degli Esteri Serghei Lavrov sulle presunte origini ebraiche di Hitler, per cui, secondo l'ufficio del premier israeliano, il leader di Mosca si è scusato.




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