Ubi, Intesa Sp mette in riga il bilancio per la fusione

Mercoledì 4 Novembre 2020 di Rosario Dimito
Ubi, Intesa Sp mette in riga il bilancio per la fusione

Intesa Sanpaolo prepara Ubi all’integrazione di primavera 2021 rimodulando i conti dei nove mesi. Ieri il cda guidato da Gaetano Miccichè ha approvato il consuntivo a fine a settembre che chiude in perdita per 2,3 miliardi essenzialmente per due voci: l’impairment sull’avviamento/goodwill azzerato naturalmente (- 1.413,9 milioni) a seguito dell’Opas, interamente scaricato sul terzo trimestre e la minusvalenza stimata sulla vendita delle filiali a Bper (- 944,9 milioni. Gli oltre due miliardi di rosso di quest’anno si fronteggiano con i 195 milioni di utile realizzato nello stesso periodo del 2109, periodo in cui la banca bergamasca era stand alone. Al netto delle poste non ricorrenti, sottolinea una nota, la gestione ordinaria di Ubi ha fatto registrare nei nove mesi un risultato netto di 197,5 milioni, in riduzione rispetto ai 247,4 dell’analogo periodo del 2019 in funzione di maggiori contributi sistemici (20 milioni netti), degli oneri relativi all’Opas di Intesa Sp (35 milioni) e alla pandemia (11 milioni). 
Restando ai nove mesi, i proventi operativi sono rimasti stabili (-0,5%) a 2,67 miliardi, con margine di interesse a 1,2 miliardi (-6,7%) e commissioni nette a 1,25 miliardi (+2,8%).

In crescita del 3,2% a 1,84 miliardi gli oneri operativi, per un rapporto cost/income salito al 68,7%. Lo stock di crediti deteriorati totali lordi si è attestato a 6.435 milioni in diminuzione del 2% rispetto al 30 giugno 2020 (-5,9% su dicembre 2019). A fine settembre le coperture dei crediti deteriorati complessivi risultano in crescita di circa 1,5 punti percentuali sia in termini di coperture contabili sia includendo le cancellazioni rispetto a giugno. 

Tale crescita risulta ancora più accentuata nei nove mesi: rispetto al 31 dicembre 2019 le coperture contabili sono salite infatti di circa 3 punti percentuali e di 3,5 punti percentuali inclusive di write-off.

Le significative crescite nelle coperture sono state registrate sia per le sofferenze che per le inadempienze probabili. Il ratio di crediti deteriorati lordi è sceso ulteriormente al 7,31% (7,48% a giugno 2020 e 7,80% a dicembre 2019) e a circa il 6,3% pro-forma se si tiene conto della cessione, attualmente in corso di lavorazione, di circa 923 milioni di esposizioni a piccole e medie imprese classificate in sofferenza.

Quanto alla solidità patrimoniale, a seguito della contabilizzazione della perdita stimata sulla cessione delle filiali (-168 punti base), il Cet1 è calato all’11,71% dal 13,41% di giugno. 
L’esposizione di Ubi verso la Bce a titolo di TLTRO 3 ammonta a 12 miliardi, confermando la solida posizione di liquidità, con un net stable funding ratio e un liquidity coverage ratio superiori a 1. 
 

Ultimo aggiornamento: 08:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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