La vertenza Treofan si è chiusa con un accordo che lascia aperta una possibilità di reindustrializzazione ma chiude anche un capitolo: quello del marchio Treofan e della produzione del film di polipropilene che in Italia non si produrrà più.
Per i dipendenti della Treofan è un colpo durissimo: davanti hanno un anno di cassa integrazione in cui si spera che si possa trovare una soluzione ma per il momento l'unica certezza è che loro hanno perso il lavoro. E, insieme, in un post su facebook, si pongono delle domande: «Si potrebbe aprire un dibattito infinito sulle reali intenzioni di Sindaco, Regione, Ministeri e politici vari: avete mai lottato e creduto di poter salvare la Treofan? Il sipario si è chiuso, lo spettacolo è finito...in tutte le vostre case noi ci siamo, pasta, merendine, biscotti, sigarette sono “incartate” con i nostri prodotti, quelli di cui un Indiano (riferendosi alla multinazionale Jindall, proprietaria del sito, ndr) ha voluto chiudere le produzioni Ternane. È fin troppo facile essere arrabbiati ome bestie, è fin troppo facile augurare il male a chi ha distrutto il marchio Treofan, ma soprattutto ha deciso che da oggi 142 famiglie dovranno fare i conti con una realtà tragica, con l’incertezza del proprio futuro. Qualcuno un giorno dovrà renderne conto, ma dovrà fare i conti sin da subito con la propria coscienza, troppe cose nel corso di questa vertenza non sono state portate avanti con trasparenza...