L'Italia perde la battaglia del tonno rosso a Bruxelles, sostenuta nel Consiglio dei ministri insieme a Croazia, Grecia e Cipro.
Roma, nel Tevere pesci siluro da 100 chili: l’ultima sfida è catturarli
«Peccato che le scelte geopolitiche ci facciano fare un piccolo passo indietro rispetto alle conquiste ottenute grazie al buono stato di salute dei tonno», commenta Fedagripesca, delusa oltre che nel merito anche nel metodo europeo «visto che nei negoziati emerge ancora una volta poca propensione al confronto e un'eccessiva rigidità». Secondo l'associazione, si potevano fare scelte diverse, ma ora spera di poter aggiustare il tiro per la prossima campagna. Dopo una decina d'anni di quote di pesca in Ue ridotte all'osso, il Mediterraneo si è ripopolato di tonni grazie all'attuazione di rigorose politiche di tutela. Un risultato che ha portato Bruxelles a riallargare le maglie.
Quest'anno, come quello scorso, l'Italia era stata autorizzata a pescare oltre 4.300 tonnellate di tonno rosso, più del doppio del 2011 quando fu toccato il minimo storico delle 1.787 tonnellate. Ora bisognerà rivedere le quote assegnate dove Fedagripesca parla di danno ma anche la beffa. La nuova distribuzione, infatti, implica conseguenze burocratiche che costringeranno i Paesi a rimettere mano ai decreti di distribuzione delle catture nazionali tra i diversi metodi di pesca. E il tempo è ben poco, ammonisce Fedagripesca, perché il rischio «è di arrivare a ridosso della campagna 2021 che inizierà a fine maggio per la circuizione, mentre stanno già pescando i palangari che detengono il 25% della quota italiana e aspettano di sapere come devono regolarsi».