Il Tesoro si fa in due, arriva la direzione delle partecipate. Scorporati aiuti, banche e debito

Al nuovo direttore anche l’esercizio del golden power e le liste per i cda. Banche e debito sotto lo stesso cappello. Progetto illustrato ai sindacati in vista del via

Mercoledì 1 Marzo 2023 di Andrea Bassi
Il Tesoro si fa in due, arriva la direzione delle partecipate. Scorporati aiuti, banche e debito

Un nuovo dipartimento che si occuperà di partecipate pubbliche, di valorizzazione del patrimonio e di incentivi all’economia. Il Tesoro si fa in due e, presto, arriverà un nuovo direttore generale che affiancherà Riccardo Barbieri Hermitte, il super-dirigente che a gennaio ha preso il posto di Alessandro Rivera, l’ex direttore del ministero guidato da Giancarlo Giorgetti sacrificato sull’altare dello spoil system. Il progetto è contenuto in un documento intitolato «Riorganizzazione del Dipartimento del Tesoro», illustrato ai sindacati in vista dell’adozione del Dpcm (il decreto del presidente del consiglio dei ministri) necessario ad avviare le procedure, e che Il Messaggero ha potuto visionare.

Il nuovo schema prevede la nascita di un Dipartimento, ribattezzato «dell’Economia», che affiancherà quello del Tesoro.

Alla nuova struttura faranno capo tre direzioni: interventi finanziari in economia, partecipazioni societarie e tutela degli attivi strategici, valorizzazione del patrimonio pubblico. Sarà il nuovo capo dipartimento tra le altre cose, a esercitare i «diritti di socio». Significa che sarà lui a doversi occupare della compilazione delle liste per il rinnovo dei consigli di amministrazione delle partecipate pubbliche in quest’anno di nomine (scadono i vertici di Enel, Eni, Poste, Terna e Leonardo). Così come si occuperà, si legge nel documento, anche «della gestione dei processi di societarizzazione, privatizzazione e dismissione» delle società partecipate dal ministero dell’economia, oltre all’esercizio della «golden power», i diritti speciali di azionista che possono chiudere le porte a scalate ostili o all’ingresso di soci non graditi. Ma il nuovo dipartimento non si occuperà soltanto di società pubbliche. Sotto il suo “cappello”, finiranno anche gli «interventi finanziari in economia». Si tratta di un altro capitolo molto corposo, che comprende gli interventi finanziari in tutti i settori economici, comprese le infrastrutture. E compresa anche la gestione delle «garanzie pubbliche». La terza direzione che farà parte del nuovo dipartimento dell’Economia, si occuperà invece della «valorizzazione del patrimonio pubblico». Un ambito che comprende, tra le altre cose, le politiche di razionalizzazione dei beni pubblici. Sarà questa direzione, per esempio, ad occuparsi delle attività di vendita del patrimonio immobiliare pubblico e della eventuale costituzione di fondi immobiliari. Cosa resta invece, all’interno del vecchio dipartimento del Tesoro? Sotto Barbieri ci saranno sei direzioni: analisi economica e finanziaria, debito pubblico, rapporti finanziari europei, rapporti finanziari internazionali, regolamentazione e vigilanza del sistema finanziario, e i rapporti con gli investitori istituzionali. Quest’ultima è una nuova direzione, creata ex novo. Alla prima direzione, quella che si occupa di analisi economico finanziaria, viene attribuita anche una nuova funzione, l’analisi dell’impatto sull’economia reale delle misure. 

Il passaggio

Uno dei punti centrali della riorganizzazione del ministero, è che la regolamentazione e la vigilanza sulle banche e sugli intermediari finanziari, sono rimasti alla direzione del Tesoro. Si tratta di un passaggio delicato, perché il dipartimento “ospita” anche la direzione del debito pubblico. Le banche e gli intermediari sono grandi acquirenti dei titoli di Stato e separare le due cose avrebbe potuto creare un corto circuito. 
Il nuovo Dipartimento si aggiungerà ai quattro già esistenti (Dipartimento del Tesoro, Ragioneria generale dello Stato, Dipartimento delle Finanze e Dipartimento dell’Amministrazione generale). La riforma, comunque, prima di diventare operativa, prevede alcuni passaggi intermedi. Il primo passaggio sarà il via libera del Consiglio dei ministri al provvedimento; poi ci saranno il passaggio al Consiglio di Stato e alla Corte dei conti. Ma il passaggio centrale saràla scelta del nuovo capo-dipartimento. Il candidato forte per questa posizione rimane Antonino Turicchi, già direttore generale della Cassa Depositi e Prestiti e della direzione privatizzazioni dello stesso Tesoro. 

Ultimo aggiornamento: 10:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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