Tasse ridotte per i pensionati che si trasferiscono al Sud dall'estero: ecco i requisiti

Sabato 18 Luglio 2020 di Luca Cifoni
Tasse ridotte per i pensionati che si trasferiscono al Sud dall'estero: ecco i requisiti

Entra nel vivo la possibilità di scegliere la tassazione ridotta al 7 per cento sui redditi esteri dei pensionati italiani o stranieri che si trasferiscono nel Mezzogiorno d'Italia. L'opzione introdotta dalla legge di Bilancio 2019 - e successivamente modificata - ha l'obiettivo di attirare con la prospettiva di un regime favorevole ex lavoratori in grado di contribuire allo sviluppo delle aree meridionali del Paese. I proventi dell'imposta sostitutiva sono poi destinati ai poli universitari tecnico-scientifici delle regioni meridionali.

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L'agevolazione può essere richiesta a partire dal periodo d'imposta 2019, quindi dalla dichiarazione dei redditi di quest'anno: è ora disponibile la circolare dell'Agenzia delle Entrate che fornisce tutti i chiarimenti. Va ricordato che questa facoltà riguarda indifferentemente i cittadini stranieri o italiani, purché abbiano avuto la residenza all'estero per cinque anni, prima del trasferimento in Italia. Trasferimento che deve riguardare o Comuni fino a 20 mila abitanti delle otto Regioni meridionali (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna) o i Comuni fino a 3 mila abitanti delle aree terremotate del Centro Italia. I Paesi di provenienza ammessi sono quelli europei, oppure quelli con i quali esiste un trattato contro la doppia imposizione.

La circolare precisa in particolare la nozione di reddito estero da pensione ammesso alla tassazione ridotta, dandone un'interpretazione abbastanza larga. Appartengono alla categoria tutti i redditi erogati da enti pensionistici non italiani (esclusi quindi redditi dei non residenti pagati da un istituto previdenziale italiano). Non solo pensioni in senso stretto però: si tratta anche di indennità una tantum proprie dei regimi pensionistici a capitalizzazione. Inoltre l'Agenzia delle Entrate specifica che sono da considerare prodotti all'estero «gli interessi derivanti da conti correnti bancari corrisposti al soggetto che trasferisce la residenza in Italia da soggetti esteri o la plusvalenza che lo stesso realizza a seguito della cessione di partecipazioni non qualificate in società estere».

L'opzione viene esercitata con la dichiarazione dei redditi e può durare fino a dieci anni.

Su tutti i redditi prodotti in Italia, che si aggiungono a quelli pensionistici esteri, sarà invece dovuta la normale imposta sul reddito delle persone fisiche.

Ultimo aggiornamento: 3 Ottobre, 19:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA