Tasse, nove miliardi in arrivo per abbassarle. Pensioni, spunta Quota 102

Sul tavolo il taglio dell’aliquota Irpef del 38% e una nuova riduzione dell’Irap. Uscita anticipata dal lavoro per altri 2 anni. Reddito, assegno ridotto a chi rifiuta il posto

Martedì 19 Ottobre 2021 di Andrea Bassi e Luca Cifoni
Tasse, nove miliardi in arrivo per abbassarle. Pensioni, spunta Quota 102

Fisco, ammortizzatori sociali, pensioni, ulteriori risorse per la sanità; ma anche un eventuale nuovo intervento per alleviare il peso dei rincari energetici sulle bollette di famiglie e imprese. I macro-capitoli della legge di Bilancio sono definiti anche se il governo ha ancora qualche difficoltà a quantificare le relative dotazioni finanziarie: numeri che vanno inseriti nel Documento programmatico di Bilancio atteso per la verità già venerdì scorso a Bruxelles. In tema di imposte, l’obiettivo è anticipare alcuni aspetti della prossima riforma, che avendo la forma di una legge delega avrà tempi di definizione più lunghi. I vincoli sono due: non complicare ulteriormente un quadro normativo che invece va assolutamente semplificato e accontentare con le risorse disponibili sia le famiglie che le imprese: ognuna di queste due componenti reclama una fetta del “cuneo fiscale” da ridurre. A beneficio dei contribuenti Irpef andrebbe il taglio probabilmente di due punti dell’aliquota del 38 per cento. Per le imprese si valuta il taglio dei contributi sociali versati per l’assegno al nucleo familiare, destinato ad essere sostituito dall’assegno universale. Se avrà successo il pressing in corso in queste ore la disponibilità complessiva potrebbe salire a 9 miliardi, dai sei già disponibili. Ma l’esecutivo deve anche iniziare a reperire entrate fresche, proprio in vista della riforma: e qui una mossa già prevista è la revisione dei sussidi considerati ambientalmente dannosi: alcune di queste voci però (ad esempio le accise più favorevoli sul gasolio) hanno un impatto socialmente molto forte e dunque la lista va studiata con attenzione. L’intenzione del ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, sarebbe quella di proporre una sorta di “scambio” alle categorie che rischiano di esser maggiormente colpite dal taglio dei sussidi ambientalmente dannosi, a partire dagli autotrasportatori. Dei 19 miliardi circa di detrazioni, deduzioni e altri aiuti, quasi 5 miliardi riguardano la riduzione del prelievo sul diesel.

L’intenzione sarebbe quella di tagliare gli incentivi sostituendoli con sgravi sul lavoro di pari importo. Ma non sarà un’operazione semplice.

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Il dossier

Anche il dossier degli ammortizzatori sociali dipende in modo decisivo dalle risorse disponibili: per lo schema messo a punto dal ministro Orlando, che estende alla generalità dei lavoratori la tutela contro la disoccupazione, servirebbero 8 miliardi. Per ora ce ne sono disponibili 4, per questo si ragiona di interventi graduali che potrebbero, in una prima fase, lasciare fuori le microimprese. Senza contare che ci sarebbero da finanziare e da organizzare anche le nuove politiche attive con Confindustria che chiede a gran voce un maggiore coinvolgimento delle agenzie private accanto al collocamento pubblico che, fino ad oggi, non ha dato grandi risultati. 

Poi ci sono i capitoli Reddito e Pensioni. Come anticipato dal Messaggero, per il Reddito ci sarà un taglio dell’assegno in caso di rifiuto delle proposte di lavoro (a partire dalla seconda). Nel primo caso di tratta di sostituire la formula di Quota 100 che va a scadenza: ci saranno altre forme di flessibilità in uscita ma non generalizzate. Secondo le ipotesi allo studio servirebbero circa 3 miliardi per mette in atto uno schema di graduale innalzamento dell’età di ritiro, introducendo una sorta di “Quota 102”, il pensionamento a 64 anni con 38 di contributi. Una fase transitoria che durerebbe 2 anni. Da disinnescare in manovra c’è anche la mina della rivalutazione in linea con l’inflazione di 22,8 milioni di assegni pensionistici, voce che si preannuncia più cara dello scorso anno alla luce delle recenti fiammate dell’energia che spingono al rialzo l’indice sui prezzi al consumo. Per allineare al caro-vita servirebbero 4 miliardi di euro.

I punti chiave

Fisco

Il taglio del cuneo per i lavoratori e le imprese

La dote di partenza è di 6 miliardi, che però potrebbero salire a 9. Con queste risorse il governo dovrà realizzare una significativa operazione di taglio del cuneo fiscale. Sul lato dei lavoratori dipendenti, l’intervento più probabile è un taglio della terza aliquota Irpef, quella che si applica sullo scaglione di reddito tra 28 mila e 55 mila euro: con una dote adeguata potrebbe essere di due punti. Per le imprese ci sono sul tavolo l’avvio della cancellazione dell’Irap, che però andrebbe solo a beneficio dei piccoli e l’eliminazione del contributo per lìassegno familiare (Cuaf) che vale poco meno di 2 miliardi.

Pensioni

Uscite anticipate, un super-fondo contro lo scalone

Uno dei capitoli centrali della prossima legge di bilancio sarà quello della previdenza. Quota 100, il prepensionamento con 62 anni di età e 38 di contributi, scadrà a fine anno. Su cosa accadrà dopo la discussione è ancora aperta. Sul tavolo c’è l’ipotesi di un “fondone” il cui scopo sarebbe quello di permettere per un periodo transitorio (di due anni) l’uscita anticipata. Il prepensionamento dovrebbe essere consentito con 64 anni di età e 38 di contributi (non è ancora chiaro se si potrà accedere con 62 anni e 40 di contributi). Fino al raggiungimento della pensione sarebbe pagato un assegno pari al trattamento maturato.

Ammortizzatori

Sostegno al reddito per tutti e riforma delle politiche attive

Il riassetto degli ammortizzatori sociali era uno dei primi provvedimenti avviati dal governo Orlando ma nonostante la spinta del ministro Orlando il pacchetto di misure si è arenato sul capitolo risorse finanziarie. La creazione di uno strumento di tutela veramente universale che in caso di perdita del lavoro garantisca anche lavoratori autonomi e dipendenti delle piccolissime imprese costa circa 8 miliardi. Con un costo minore potrebbe essere realizzata una più semplice estensione dell’attuale Cig. In agenda anche la riforma delle politiche attive per dare impulso all’occupazione nella fase di ripartenza.

Statali

Stanziamenti per i premi e le nuove carriere

Nella manovra di bilancio arriveranno nuove risorse per sbloccare il rinnovo del contratto dei 3,2 milioni di dipendenti pubblici. Le misure sul tavolo sono sostanzialmente tre: la prima è l’eliminazione definitiva del blocco ai fondi per il salario accessori, quelli che vengono usati dalle amministrazioni per erogare premi ed indennità. La seconda è uno stanziamento di 150-200 milioni per il nuovo ordinamento professionale del pubblico impiego con l’introduzione di una quarta area (le alte professionalità). Il terzo capitolo riguarderà la formazione dei dipendenti pubblici.

Superbonus

L’incentivo al 110% verso la proroga anche per il 2023

Il superbonus del 110 per cento per l’efficientamento energetico degli immobili sarà prorogato anche pert utto il 2023. La misura troverà spazio all’interno della manovra di bilancio. Il governo aveva annunciato l’intenzione di prorogare il superbonus già nella nota di aggiornamento del Def, il documento di economia e finanza, approvato in consiglio dei ministri due settimane fa. Anche un’altra misura cara alle imprese dovrebbe essere allungata fino a tutto il 2024. Si tratta di Transizione 4.0, l’incentivo per gli investimenti digitali delle imprese. 

Ultimo aggiornamento: 14:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA