Tasse, addio alle micro-imposte: superbollo, laurea, biliardini e non solo. Cosa non si pagherà più

In arrivo la cancellazione del balzello per le autovetture di grossa cilindrata

Lunedì 8 Maggio 2023 di Andrea Bassi
Tasse, addio alle micro-imposte: superbollo, laurea, biliardini e non solo. Cosa non si pagherà più

La tassa era stata introdotta dal governo guidato da Mario Monti. Erano i tempi dell’austerity, quando lo spread tra i Btp e i bund tedeschi aveva raggiunto vette inimmaginabili e i decreti portavano il nome di “salva-Italia”.
Gli anni in cui furono introdotte strette draconiane sulle pensioni (la legge Fornero), sul pubblico impiego (il blocco degli aumenti e del turn over) e sulla casa (l’introduzione dell’Imu). Ma anche tasse che, simbolicamente, dovevano colpire il ceto più benestante, come quella sugli yacht e sulle “super-car”.
La prima è stata abolita da tempo per dichiarato fallimento.

Doveva portare 200 milioni l’anno di gettito, ma alla fine aveva portato solo pochi euro perché le barche si erano tutte spostate verso altri porti fuori dall’Italia. La tassa sulle auto di grossa cilindrata, invece, è sopravvissuta fino ad oggi. La pagano i possessori di auto di potenza superiore a 185 Kw e il costo è di 20 euro per ogni Kw oltre i 185. Per fare un esempio un’Audi SQ7 con una potenza di 373 kW, paga 3.760 euro in più rispetto al bollo ordinario. Ma, come si suol dire, questa tassa ha le ore contate. 

LA LINEA
Qualche giorno fa il vice ministro dell’Economia, Maurizio Leo, intervenendo in audizione in Parlamento sulla delega fiscale, ha aperto ad una sua cancellazione. «La questione», spiega al Messaggero Andrea De Bertoldi, deputato di Fratelli d’Italia che ha portato all’attenzione del ministro la vicenda del superbollo, «potrebbe essere inserita nella delega con un emendamento. Oppure», spiega, «rientrare nell’elenco dei micro-tributi che la stessa delega si propone di eliminare».

LA LISTA
Una lista ancora in via di predisposizione al ministero dell’economia, ma che già ricomprende diversi “fastidiosi” balzelli. Come per esempio, la “tassa sugli intrattenimenti”, più nota coma la tassa sui biliardini. Si tratta in pratica, di un’imposta che colpisce i giochi senza vincita in denaro, quelli che hanno il solo scopo di intrattenere gli avventori di bar o sale, come per esempio i flipper, ma anche le freccette o i juke box. Su un biliardino, per esempio, si applica un prelievo dell’8 per cento su una base imponibile di 3.800 euro. Poco più di 300 euro insomma. Tutta la tassa vale per lo Stato solo 26 milioni. Da tempo gli esercenti ne chiedono l’abolizione, anche perché, hanno sempre spiegato, la tassa in molti casi costa più degli introiti del gioco stesso. 
Un’altra imposta in via di “rottamazione”, è quella sulla laurea e sugli esami dell’Università. Un altro micro-balzello che vale solo un milione di euro l’anno, come indicato in un disegno di legge sull’abolizione dei microtributi firmato dal deputato di Azione-Italia Viva Luigi Marattin. Ma ci sono anche le tasse per il pubblico insegnamento, l’iscrizione a scuola e per gli esami di idoneità, maturità e rilascio dei diplomi, che producono un gettito da 44 milioni. 

Qualche tempo fa, il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, aveva spiegato che dall’abolizione dei mictro-tributi il fisco perderebbe un gettito di 152 milioni su 11 tasse erariali, 91 milioni su 7 imposte regionali e 10 milioni su 3 micro imposte comunali. Uno sforzo, insomma, assolutamente sostenibile per le casse statali ma che porterebbe in dote ai contribuenti non solo un minor esborso di denaro, ma soprattutto una semplificazione in termini di burocrazia e di tempo risparmiato. La delega è in discussione alla Camera e Leo ha spiegato che potrebbe essere approvata prima dell’estate. A quel punto partirà la fase attuativa.
 

Ultimo aggiornamento: 10:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA