Tari e Imu, stop all'imposta sui rifiuti ma entro domani si paga il tributo sulla casa

Lunedì 15 Giugno 2020 di Francesco Bisozzi
Tari e Imu, stop all'imposta sui rifiuti ma entro domani si paga il tributo sulla casa

Stop al pagamento della Tari a Roma, Milano, Torino, Napoli, Palermo e non solo. Ma il 16 giugno venticinque milioni di proprietari di immobili diversi dall’abitazione principale dovranno versare l'acconto dell'Imu, che da ques'anno comprende la Tasi, il tributo comunale sui servizi indivisibili: spenderanno fino a mille euro. In arrivo dalla tassa sul mattone più di 10 miliardi. Non sono esclusi però sconti dell'ultimo minuto e nuove esenzioni, oltre a quella già prevista per il settore del turismo, sebbene la strada al momento appaia in salita. La Tari invece vale nel complesso circa 9 miliardi di euro.

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A causa del Covid-19 i maggiori Comuni si sono mossi per rimodulare il calendario 2020 di acconti e saldi della tassa sui rifiuti con largo anticipo, come Milano, che all'inizio del lockdown ha autorizzato il pagamento della Tari in quattro rate anziché nelle consuete due rate, la prima con scadenza il 15 settembre, al fine di alleggerire il più possibile i versamenti.

Pure il Campidoglio, sempre a marzo, ha posticipato l'invio delle bollette della Tari: per quelle relative al primo semestre del 2020 è stata fissata la scadenza del 30 settembre. Il Comune di Napoli ha atteso il 5 giugno per autorizzare lo slittamento delle date di scadenza della rata unica (dal 16 giugno al 30 ottobre) e delle quattro rate della Tari di quest'anno. La giunta bolognese ha previsto riduzioni per la Tari del 25, 40 o 50 per cento per le utenze non domestiche penalizzate dall’emergenza sanitaria.

Torino e Genova hanno allestito una doppia corsia di date, una per le utenze domestiche e una per le altre utenze. Il Comune di Palermo ha stabilito che in caso di oggettiva difficoltà economico-finanziaria, determinata dall'attuale emergenza sanitaria, il termine per il versamento della prima rata della Tari è differito al 15 luglio, a patto che il contribuente abbia presentato la richiesta entro il 31 maggio. Per quanto riguarda l'Imu il governo invece si è limitato a esonerare dalla prima rata alberghi, stabilimenti balneari, bed & breakfast e non solo per venire incontro al settore del turismo.

Il Mef ha anche chiarito che esiste la possibilità per i Comuni di differire autonomamente i termini di versamento dei tributi locali di propria competenza: il limite di applicazione della proroga è che il Comune può disporla solo per quanto riguarda la quota Imu di propria competenza. Sono però una manciata le città che hanno deciso di rimandare l'acconto, tra cui Venezia, che ha concesso ai proprietari di seconde case o abitazioni di lusso una proroga fino al 16 luglio. Roma ha sospeso fino al 30 settembre l’invio degli avvisi di accertamento per l'Imu.

Intanto in Parlamento c'è chi, come Pd e Iv, spinge affinché vengano esonerati dalla tassa sul mattone pure cinema e teatri. In pressing pure altre categorie produttive. Difficilmente però la prima rata di giugno dell'imposta sugli immobili verrà cancellata per tutti. Il centrodestra, infine, punta a ridurre il prelievo nei confronti di chi affitta ad attività commerciali e ha rinegoziato il contratto riducendo il canone di almeno il 20 per cento.

Secondo i calcoli della Uil i proprietari verseranno in media per la prima rata 535 euro se l'immobile è in un capoluogo di provincia, oltre 1000 nelle grandi città. A Roma si registra il costo maggiore per una seconda casa, 2.064 euro totali in media. In seconda posizione Milano, con 2.040 euro medi. Poi Bologna (2.038 euro), Genova (1.775 euro), Torino (1.745 euro).

In oltre 400 Comuni e 18 capoluoghi, tra cui Roma e Milano, ma anche Rieti, Matera, Modena e Verona per esempio, l'aliquota è più alta del 10,6 per mille e arriva all'11,4 per mille perché già era applicata l'addizionale Tasi fino allo 0,8 per mille consentita quando le due imposte erano separate. Secondo uno studio di Demoskopika nel bimestre marzo-aprile del 2020, le casse degli enti locali hanno subìto una perdita di oltre il 65 per cento delle entrate derivanti dai principali tributi locali, incassando 1,6 miliardi in meno rispetto agli stessi mesi del 2019.

Quasi il 70 per cento dei minori introiti tributari, pari a 1,1 miliardi, sono attribuibili alla mancata riscossione dell'imposta unica comunale. Circa 680 milioni di mancati incassi, pari al 41,7 per cento dell'ammontare complessivo rilevato, riguardano l'Imu, mentre la tassa sui rifiuti ha generato un minor gettito per le casse comunali pari a quasi 430 milioni di euro.

 

Ultimo aggiornamento: 14:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA