Superbonus ma non solo: ristrutturazioni ed ecobonus, tutti gli incentivi bloccati dopo lo stop alla cessione del credito (resta solo la detrazione)

Resta soltanto la via della detrazione fiscale

Sabato 18 Febbraio 2023
Le conseguenze dello stop alla cessione del credito

Stop alla cessione del credito. Il governo ha deciso non sarà possibile dare vita a operazioni di cessioni del credito e sconti in fattura per attività non ancora avviate. Una norma che riguarda sicuramente il Superbonus, l’ agevolazione sulla quale lo stop ha sicuramente il maggiore impatto. Di fatto, un condominio o un proprietario di casa indipendente che non ha ancora depositato la Cilas dovranno chiedere le detrazioni sul 730 e sul modello PF. Ma lo stop del governo alla cessione del credito non riguarda soltanto il superbonus, prima al 110% e ora al 90%. Sono numerosi infatti i bonus edilizi, se non bloccati, comunque non facilmente fruibili. Una decisione, quella del governo Meloni, che si accompagna a quella di impedire agli enti locali di acquistare i crediti incagliati fermando un meccanismo considerato dannoso.

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha infatti giustificato la scelta nell’interesse della tutela dei conti pubblici, messi alla prova dalla montagna di crediti dei bonus edilizi. Senza contare le stretta delle banche che non riuscivano più a concedere i prestiti alle imprese edili.

 

Cosa cambia con la detrazione

Da ora in poi, dunque, i nuovi interventi edilizi si possono fare sfruttando gli attuali bonus, utilizzando soltanto la detrazione d’imposta. I lavori si devono pagare e poi si deve attendere la detrazione annuale con la dichiarazione dei redditi. Da questo nuovo meccanismo si salvano soltanto tutti coloro che hanno già avviato i lavori o hanno già presentato la documentazione iniziale per avviarli. La conseguenza immediata è che molti proprietari di casa potrebbero ora evitare di fare nuovi lavori da zero. Famiglie e condomini dovranno farsi bene i conti in tasca, calcolando di recuperare il costo soltanto in diversi anni. Stesso discorso per i lavori anti-sismici. L’esecutivo ha infatti deciso di cancellare la cessione del credito anche per gli interventi di riduzione del rischio sismico realizzati sulle parti comuni di edifici condominiali o realizzati nei comuni ricadenti nelle zone classificate a rischio sismico 1, 2 e 3. Si tratta di lavori fatti tramite demolizione e ricostruzione di interi edifici, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare, che poi si occupavano della vendita dell’immobile.

 

 

Come cambiano gli altri bonus

Dunque oltre al superbonus finisce nella nuova tagliola il bonus ristrutturazione. Scatta dunque sola detrazione del 50% del costo dei lavori per interventi di manutenzione straordinaria, per il risanamento conservativo, la ristrutturazione e il restauro. Rientrano nel contributo anche tutte le spese per gli interventi di manutenzione ordinaria che si realizzano sulle parti comuni condominiali. C’è poi l’ecobonus al 50% e al 65%. Lo sconto può arrivare in alcuni casi anche fino all’85%, con i lavori sempre finalizzati al miglioramento energetico della casa. Le spese comprendono sia i costi per i lavori relativi all’intervento di risparmio energetico, sia quelli per le prestazioni necessarie per realizzare l’intervento e ottenere la certificazione energetica. Per finire c’è appunto il sismabonus, la detrazione al 90% (con tetto di spesa fissato a 96mila euro) e vale per: lavori antisismici generici; interventi per la riduzione del rischio sismico di una o due classi, anche sulle parti comuni dei condomini; demolizione e ricostruzione di edifici, sempre per abbassare il rischio, tramite imprese edilizie.

Ultimo aggiornamento: 15:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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