Superbonus, Giovanni Sabatini: «Banche disponibili sull'F24, ma bisogna sciogliere il nodo dei sequestri in caso di frodi»

Il direttore dell'Abi: "Scuso penale? Molto si è fatto, la norma va però completata a favore degli acquisti in buona fede"

Mercoledì 22 Febbraio 2023 di Rosario Dimito
Giovanni Sabatini

Giovanni Sabatini, direttore generale dell'Abi, lo scudo penale alle banche può agevolare lo sblocco della cessione crediti nel Superbonus?
«Può contribuire a riattivare le compravendite dei crediti di imposta che derivano dai bonus edilizi.

Il chiarimento sul regime di responsabilità solidale può effettivamente aiutare la ripartenza delle ulteriori cessioni. Più che di uno scudo penale, è più corretto parlare di un intervento normativo che espressamente precisi che la mancanza dei requisiti che danno diritto alla detrazione d'imposta in capo ai beneficiari originari non comporta la perdita del diritto di utilizzazione del credito d'imposta in capo ai cessionari, fermo restando la responsabilità amministrativa di questi ultimi per l'utilizzo del credito d'imposta in modo irregolare, o in misura maggiore rispetto al credito ricevuto».


Pare siano arrivati dal governo chiarimenti a favore del cessionario in buona fede nel caso di comportamento irregolare del primo cedente, è giusto?
«Il decreto di questi giorni interviene proprio a favore dei compratori in buona fede. È una risposta alla domanda di certezza giunta da più parti. Questa tutela vale anche per i correntisti che acquistano crediti dalle banche che si fanno rilasciare la documentazione prevista dalla norma. In ogni caso, il compratore dei crediti può fornire con ogni mezzo la prova della propria diligenza oppure della non gravità della negligenza. Con l'ultimo decreto-legge, viene espressamente escluso il concorso nella violazione per dolo o colpa grave del cessionario e del fornitore che ha applicato lo sconto in fattura, qualora quest'ultimo dimostri di aver acquisito uno specifico set documentale che riguarda le opere che hanno originato il credito di imposta. Si tratta di disposizioni importanti, dirette a dare maggiore certezza del quadro normativo in cui tutti i soggetti coinvolti nelle cessioni dei crediti, non solo le banche, si trovano oggi ad operare».


Alcune operazioni potrebbero nascondere reati per i quali i giudici possono procedere al sequestro dei crediti. E' necessaria sempre una tutela?
«Il tema del sequestro dei crediti resta presente. Il cessionario non potrà utilizzare in compensazione i crediti acquistati in buona fede fino all'eventuale revoca del provvedimento di sequestro o fino alla conclusione di tutti i gradi di giudizio. È quindi necessario venga trovata una soluzione per questi aspetti. È chiaro, che in questo scenario, il cessionario che ha acquistato i crediti in buona fede svolgendo quindi tutti i controlli previsti dalla normativa primaria e dai documenti di prassi dell'amministrazione finanziaria non possa sopportare anche il rischio di perdere il diritto all'utilizzo dei crediti stessi, in caso di sequestro o di successivo dissequestro».


L'Agenzia delle Entrate sostiene che le banche hanno ancora spazio abbondante per acquistare crediti. Si parla di 24 miliardi netti. E' vero?
«Che le banche abbiano raggiunto la capienza fiscale oltre la quale non possono continuare ad acquistare crediti è certificato dalla Commissione di inchiesta sulle banche, organismo dotato di poteri di indagine analoghi alla magistratura che nella scorsa legislatura aveva pubblicato un rapporto sull'utilizzo dei crediti fiscali da superbonus concludendo che "nel biennio 2020-2022, le banche hanno assunto impegni per crediti fiscali pari complessivamente a 76,9 miliardi di euro saturando la loro capacità fiscale"».


E' stato identificato il perimetro dei 19 miliardi di crediti ancora nel bilancio delle imprese che hanno avviato lavori ma non sono stati ancora ceduti. L'F24 è una soluzione?
«Appare necessario prevedere degli interventi anche solo temporanei focalizzati su questi crediti pregressi che possano immediatamente consentire di immettere liquidità nelle imprese e accompagnare la riattivazione del mercato. In tal senso, una misura tempestiva come quella proposta da Abi e Ance nei mesi scorsi, che consenta immediatamente alle banche di ampliare la propria capacità di acquisto utilizzando una parte dei debiti fiscali raccolti con gli F24, compensandoli con i crediti da bonus edilizi ceduti dalle imprese e acquisiti dalle banche, costituirebbe un sicuro sollievo per le imprese in difficoltà».


I lavori di ristrutturazione sono fermi ma devono chiudere entro fine anno: che tempi ci sono per riaprire con le banche il canale dei crediti?
«Non si possono fare valutazioni specifiche, visto che l'acquisto dei crediti d'imposta da parte delle banche è subordinato ad un'analisi molto accurata, con tempistiche diverse da banca a banca. L'adozione della misura sugli F24 dei contribuenti rappresenta un utile strumento per velocizzare la riapertura del canale dei crediti».

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