Superbonus 110, ipotesi cartolarizzazione: che cos'è e come funziona

Una soluzione, ipotizzata anche dal capogruppo di FdI a Montecitorio Tommaso Foti, che piace a Forza Italia. Non tutti però, anche dentro FdI, ritengono che sia la strada giusta.

Domenica 19 Febbraio 2023
Superbonus 110, ipotesi cartolarizzazione: che cos'è e come funziona

Superbonus, quali sono gli scenari? Una delle ipotesi sul tavolo è quella della “cartolarizzazione” dei crediti bloccati.

Semplificando un po’, si tratterebbe di cedere i crediti maturati con le ristrutturazioni edilizie del Superbonus a una società creata ad hoc che, per pagarne il prezzo di acquisto, emette obbligazioni, da collocare presso investitori istituzionali.

Superbonus, Cdp in campo sulla cessione dei crediti. Spunta l’ipotesi di “cartolarizzazione” della quota bloccata

Una soluzione, ipotizzata anche dal capogruppo di FdI a Montecitorio Tommaso Foti, che piace a Forza Italia. Non tutti però, anche dentro FdI, ritengono che sia la strada giusta. Innanzitutto «vanno fatte tutte le verifiche opportune», è la cautela. Soprattutto con la Commissione europea, che in passato (era l’epoca di Giulio Tremonti al ministero dell’Economia) aveva bocciato questo meccanismo, ritenendo che di fatto producesse nuovo debito. Una perplessità che al governo è ben presente.

 

Superbonus, attesa per l'incontro di lunedì

Il governo convoca lunedì pomeriggio le categorie interessate dalle norme che bloccano la cessione dei crediti dei bonus edilizi. «Valutiamo modifiche con gli alleati, tra i quali quelli della cartolarizzazione dei crediti», dice Antoniozzi di Fdi. In Forza Italia, Cattaneo rileva che «in questo momento non c'era altra scelta, ma il conto non possono pagarlo famiglie e imprese». Dal Terzo Polo Marattin propone di prorogare i termini della Cilas al 30 marzo e compensare i crediti delle banche.

 

L'intervento della Meloni

«Ci sono state moltissime truffe, circa 9 miliardi di euro di truffe: a ogni italiano il superbonus è costato 2000 euro. Quando spende lo stato non è nulla gratis».». Così la premier Giorgia Meloni nella sua rubrica social “Appunti di Giorgia”. «Ora dobbiamo cercare soluzioni per evitare il tracollo di migliaia di aziende. Ora dobbiamo difendere bilancio pubblico».

«Se lasciassimo il superbonus così com'è non avremmo i soldi per fare la finanziaria: vogliamo spingere le banche e tutti gli attori che possiamo coinvolgere ad assorbire i crediti che sono incagliati, che nessuno vuole prendere. E abbiamo definito meglio la responsabilità di chi deve prendere quel credito».

 

Il compromesso politico

Nella maggioranza si cerca intanto - non senza fatica e addebitando ai precedenti governi le falle che oggi devono essere tappate - un compromesso che renda meno scivoloso il passaggio alle Camera. Dove sono in molti (e non solo nell'opposizione) a pensare, pur ammettendo la necessità di bloccare la discesa verso il default, che il decreto possa diventare un freno all'economia e all'edilizia. È anche Forza Italia, con Giorgio Mulè, a definire «irrinunciabili» le modifiche. Una nuova crepa nella maggioranza. Intanto Tommaso Foti, capogruppo Fdi alla Camera, introduce per primo l'ipotesi della cartolarizzazione dei crediti cedut, come base di confronto con le parti interessatei: «Non possiamo mettere a rischio i conti pubblici ma siamo pronti a modifiche». Del resto, rimarcano gli esponenti del partito della premier di fronte all'allarme di imprese e sindacati, anche Draghi sapeva bene che si doveva intervenire ma «non ha potuto farlo per ragioni politiche».

Il M5s respinge al mittente ogni accusa: «Chiamiamo le cose con il loro nome: è un decreto vergogna. Il Governo e la presidente del Consiglio hanno voltato le spalle a tutti gli italiani: l'ennesima figuraccia di chi non ha ancora capito che governare e fare campagna elettorale sono due cose distinte» avrebbe detto, il leader dei Cinque Stelle, Giuseppe Conte, durante una riunione via zoom con i parlamentari pentastellati. «Il Governo vuole forzatamente convincere i cittadini che il Superbonus è una misura dannosa e non sostenibile. Noi non possiamo permettere che prevalga questa narrazione, che peraltro cerca con chirurgico depistaggio fuori da questa maggioranza la responsabilità di una decisione che azzoppa l'intero Paese. Vengono colpite migliaia di famiglie e imprese. Dobbiamo contrastare in ogni sede queste falsità: dobbiamo lavorare ad una vera operazione-verità». Europa Verde-Avs, con Angelo Bonelli, chiede alla Meloni di riferire in Aula, mentre Azione, Italia Viva e Pd attaccano: quando Meloni era all'opposizione, il senso dei loro attacchi, diceva che avrebbe trovato una giusta soluzione, dalla parte delle imprese e proteggendo i bonus edilizi: solo promesse elettorali.

Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 00:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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